Non uno si è ribellato di quelli che dovevano e potevano ribellarsi. In 314 come un sol uomo hanno coscientemente codificato una menzogna: Ruby nipote di Mubarak.
Si è trattato di una violenza squadrista da parte del Presidente del Consiglio e della conferma del servilismo acritico di questa metà del Parlamento italiano, inclusi i 14 ministri presenti in Aula.
Di fronte a questo paesaggio desolato è difficile non rassegnarsi alla forza dei numeri. È difficile non fare riaffiorare alla memoria un altro Parlamento soggiogato da un dittatore.
A noi non spettano atti di eroismo, ma opporre alla forza dei numeri, la forza della volontà: non rassegniamoci. Il silenzio equivale alla complicità.
Ieri è stata una brutta giornata, per la passività e il formalismo vuoto in Parlamento.. dopo lo scatto d’orgoglio della settimana scorsa siamo tornati alla solita routine, tutelata dal presidente Napolitano.
Le istituzioni si difendono dagli eversori esterni, quando sono dentro bisogna agire diversamente.
Massimo Torelli
la democrazia si fonda sulla forza dei numeri; la dittatura su quella della volonta’.
Cortigiani e servi della gleba, sono quelle che vediamo nei due rami del Parlamento le…truppe del Berlusca! Con le sue televisioni ha lobotomizzato buona partre dei cittadini, con il suo potere economico si è asservito di tutti qiesti “famigli”…il resto è quasi un bordello pieno di nani, ballerine, paggi e porta borse! Cosa volete che sia?
Ieri a Montecitorio l’Europa, la nuova Europa dei Popoli e delle Regioni, paradossalmente, ha vinto.
Il parlamento ed il governo italiani anno firmato la loro condanna a morte.
La loro morte e, in fasi successive, anche quella di tutti gli altri Stati Nazione d’Europa, i loro governi e i loro parlamenti, tutti.
Non servono più i Berlu…sconi, i Sarkozy, le Merkel al benessere dei popoli del vecchio continente. Sono anzi l’ultimo difficilissimo ostacolo da superare per una effettiva riunione politica dei cuori e degli spiriti dell’Europa intera e degli europei singolarmente.
E non solo dell’Europa, anche di tutti quei popoli vicini e no che attendono un esempio, un progetto di rinascita dei popoli, da seguire.
I tempi della storia non sono immediati, ma dopo Roma Imperiale, dopo Carlo Magno, dopo Carlo V d’Asburgo e la sua politica europea ispiratagli dal Gattinara, oggi abbiamo dato il la ad una nuove epoca, sulla cenere dell’ignominia Berlusconiana.
Cantiamo con De André anche questa volta: “dal letame nascono i fiori” della libertà e felicità.
Il progetto è già presente nella viscere della storia, io da quinidic’anni sto cercando di estrarne una bozza plausibile: http://www.losio.com
Mettiamolo a punto con cura, adesso, per la nostra felicità domani e sempre.
Anche ai tempi di Tangentopoli i politici si barricavano in Parlamento per sfuggire alla legge. La società civile allora trovò la forza di mandare a casa quella classe politica (anche se poi in parte si è riciclata). Possiamo farlo anche oggi, nonostante l’impero economico e mediatico del caimano. Perché, la storia lo insegna bene, gli imperi prima o poi crollano tutti. E’ indispensabile, però, un forte rinnovamento dell’opposizione, che dà sempre l’impressione di campare un po’ alla giornata, anziché farsi interprete del malessere sociale e della voglia di cambiare. Lo ripeterò fino alla nausea: cerchiamo di non perdere il treno dei REFERENDUM; potrebbero sbloccare la situazione, come negli anni ’90.
E’ un po’ difficile accettare supinamente la diagnosi politica dell’illustre giornalista: uomini liberi trattati da servi o peggio da mercenari del denaro berlusocniano. Sarebbe lo stesso dire che la democrazia, “forma di governo in cui la sovranità risiede nel popolo che la esercita per mezzo delle persone e degli organi che elegge a rappresentarlo”, è una trovata demagogica ad usum Delphini. Chi sia il Delfino lascia alla perspicacia di ciascuno individuarlo.
Non so come fanno tanti italiani che hanno votato questi buzzurri , ormai chiaramente fascisti, a non sentir montare un po’ di nausea.
La nausea s’estende purtroppo pure a quasi tutta l’opposizione che per qualche magia , nemmeno poi tanto misteriosa, l’ attrae nel silenzio , nel borbottio o proteste inutili. Inutili perchè l’oligarchia al governo tiene stretto il potere come le dittature: che differenza fa ? Una tenue vernice che chiamano democratica nasconde tutt’altra realtà.
Il Paese è stremato non solo a causa dell’economia allo sfascio , ma soprattutto dallo scollamento totale tra la politica – teatrino continuo dei siti polici di Roma ed i cittadini.
In me monta la nausea ogni giorno di più. Meglio la prostituzione di vechio stampo che quella degli eletti dal popolo ( che poi non è nemmeno più vero..). Bisogna davvero pensare ad una rivoluzione ? Tra la situazione d’oggi e una rivoluzione quale puo’ mai essere una terza via ?
Le proteste delle piazze non bastano. A questo si è arrivati ?
E un Parlamento del genere è legittimato ad esistere? E’ mai possibile questo obbrobrio tutto italiano? Mi domando se questo spudorato gesto di ratifica di un falso, di una menzogna, di una truffa fatta ai danni della giustizia, possa essere lasciata passare senza che da parte del Capo dello Stato non vi sia un repentina e drastica presa di posizione: procedere allo scioglimento delle Camere. Non si può? Non vi sono gli estremi? La Costituzione non lo prevede? Con tutte le storture cui dobbiamo quotidianamente assistere, se per una volta fosse il Capo dello Stato ad usare il suo potere in termini non proprio ortodossi e soprattutto per il bene del Paese, credo che nessuno troverebbe da ridire. O meglio, avrebbero da ridire Pdl e Lega, il Giornale e Libero, la palla di lardo di Ferrara, Minzolingua e altri servi sciocchi: e chi se ne importa. Lasciamoli parlare. Non è corretto? Non è serio? Lo so, purtroppo. Ma è la rabbia che fa dire certe cose. E la constatazione della nostra impotenza di fronte al malaffare politico. Che tristezza!
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La considero una grande vittoria! Anche la maggioranza con 314 voti ha praticamente dichiarato che il nostro presidente del consiglio è un ebete!!!
Finalmente… maggioranza, opposizione, e popolo in pieno accordo.