Lo chiamano “modello Brescia” e intendono la serie di norme restrittive che hanno fatto della leonessa d’Italia un punto di riferimento per chi ama i divieti, meglio se, contro gli immigrati. Elenco delle cose notevoli accadute nel corso degli ultimi anni in città.
Le panchine
Quando ad aprile del 2008 si insedia in città la nuova amministrazione di centrodestra, Mario Labolani, assessore comunale in pectore ai Lavori pubblici, propone di eliminare le panchine in pietra bianca di piazza Rovetta. Le panchine di quella piazza, ribattezzata piazza Kabul, secondo l’amministratore sarebbero “diventate un bivacco di perdigiorno”, frequentato soprattutto da extracomunitari. Un obiettivo, rilanciato subito dopo aver assunto l’ incarico di assessore, che suscita non poche reazioni e polemiche. La società civile insorge. A luglio, si organizzano le iniziative di protesta contro la decisione della Loggia: in campo diverse associazioni di supporto agli immigrati, ma anche sindacati e forze politiche. Poi arriva l’inverno e dopo che le panchine “contestate” sono state rimosse, a dicembre, durante una manifestazione di protesta alcuni attivisti del Magazzino 47, armati di trapano e fisher, fissano al terreno tre panche in legno e ferro, sfidando la decisione di Palazzo Loggia. Ma da allora in piazza Rovetta non ci si può più sedere.
Un giorno d’estate del 20o9, quando l’ ordinanza anti-seduta è in vigor, capita che una donna marocchina è costretta a pagare cento euro perché si è seduta sui gradini di un monumento in piazza della Loggia.
Le parabole
“Mai più parabole sui balconi del centro. Vogliamo ridare dignità al salotto di Brescia”. È maggio del 2010 quando Mario Labolani, assessore al centro storico, spiega con piglio deciso l’ operazione che in Comune hanno già ribattezzato «antenna selvaggia». Per ogni parabola fuori posto si pagheranno 500 euro di multa. I condomini avranno 80 giorni di tempo per mettersi in regola e allacciarsi all’ impianto centralizzato che dovrà essere sistemato sul tetto. Colpiti ovviamente gli abitanti delel case vecchie del centro, nessun divieto invece per i quartieri ricchi della città.
Artisti di strada e Kebab
Sei giocoliere, saltimbanco, mangiafuoco? A Brescia puoi esibirti in centro, ma lontano da chiese e banche e solo per due ore. Chi sgarra, paga multe salate, come previsto dal regolamento «per l’ esercizio dell’ arte di strada» votato dalla commissione commercio del Comune. Un giro di vite voluto dall’ assessore Maurizio Margaroli, lo stesso che ha vietato l’ apertura di nuovi kebab in centro per «difendere il decoro del salotto buono di Brescia». Attenzione anche agli spazi dove esibirsi: “Giocolieri e saltimbanchi non potranno sostare per più di un giorno nella stessa area – spiega l’ assessore Pdl al commercio – né esibirsi davanti a chiese, banche o sedi istituzionali. L’ intenzione è di dare regole a una professione che non ne ha mai avute”.
Vietato giocare a cricket e calcio e fare pic-nic
130 euro di multa a chiunque sia sorpreso a giocare a cricket o a calcionei parchi pubblici e nelle aree verdi attrezzate. Al bando anche il pic-nicLa norma è contenuta nel regolamento di sicurezza comunale votato a giugno del 2009 dall’amministrazione di centrodestra. inutile la pioggia di ricorsi, ma dopo le ultime 530 euro comminate, la comunità dei 2.200 pachistani residenti in città, fiancheggiati dai 1.200 cittadini del Bangladesh e dai 1.000 dello Sri Lanka, tutti accomunati dalla passione per il medesimo sport, ha deciso di non pagare più. Nessun italiano è stato finora multato perché sorpreso a giocare a calcio.
Vietate le altalene ai maggiori di 14 anni
I genitori sono avvisati: nei giardini di Brescia non ci si potrà più sedere sulle altalene tenendo in braccio i figli. Ignorando il divieto si rischia una multa fino a 500 euro. Tutto è sempre previsto dal regolamento per la sicurezza che vieta di “usare le attrezzature e i giochi destinati ai bambini da parte di soggetti palesemente al di fuori della fascia d’ età a cui sono destinati”.