Per capire bene in quale quadro si iscrive la storia raccontata da Conso, abbiamo ricostruito in breve alcuni degli avvenimenti del ’93, in relazione alle stragi.
Presidente del Consiglio: Carlo Azeglio Ciampi
Ministro di Giustizia: Giovanni Conso, ex presidente della Consulta sostituisce Claudio Martelli
Capo della Polizia: Vincenzo Parisi
Direttore delle carceri: Nicolò Amato
15 gennaio – Giancarlo Caselli arriva alla Procura di Palermo
10 febbraio – Claudio Martelli, ministro della Giustizia si dimette, dove aver saputo di un suo coinvolgimento nell’indagine sul conto Protezione. Chiede ai giudici di essere ascoltato, ma rimette subito a disposizione il mandato.
12 febbraio – Riunione al Viminale del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica. Il capo della polizia Vincenzo Parisi esprime pesanti riserve sull’eccessiva durezza del 41 bis e introdotte d’urgenza tra le stragi di Capaci e via d’Amelio, poi trasformate in legge dopo l’assassinio del giudice Borsellino. “Rappresenterebbe – scrivono Amato e Parisi – un segnale di forte uscita da una situazione emergenziale e un ritorno a un regime penitenziario normale”.
26 aprile – Ciampi accetta l’incarico ricevuto da Scalfaro di formare un nuovo governo.
30 aprile – La camera respinge l’autorizzazione a procedere chiesta per Craxi. I Verdi e Pds lasciano il governo. Ciampi è costretto a un rimpastino
13 maggio – Il Senato concede l’autorizzazione a procedere per Giulio Andreotti, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
14 maggio – Un’autobomba carica di 90 chili di tritolo esplode in via Fauro, ai Parioli, a Roma: 21 feriti (un’anziana donna morirà qualche giorno dopo per lo spavento). Miracolosamente scampato Maurizio Costanzo, che all’epoca mandava in onda programmi televisivi contro la criminalità organizzata invitando personaggi di spicco dell’antimafia.
14 maggio – Conso firma come Guardasigilli di Ciampi il primo provvedimento di revoca del 41 bis per 140 detenuti delle carceri di Secondigliano e di Poggioreale.
27 maggio – Un furgoncino carico di 100 chilogrammi di esplosivo esplode in via de Georggofili a Firenze: 5 morti, 29 feriti, crollo della Torre de Pulci, sede dell’Accademia dei georgofili e danni al corridoio vasariano degli Uffizi
Giugno: Nicolò Amato viene improvvisamente rimosso dalla direzione del Dap e sostituito con Adalberto Capriotti.
16 luglio – Il ministro Conso firma oltre 240 proroghe di 41 bis per i mafiosi (notificate la notte delle bombe di Roma e Milano).
27 – 28 luglio – le esplosioni di Roma e Milano. Nel capoluogo lombardo, in via Palestro, muoiono tre vigili del fuoco e un vigile urbano, oltre ceh un giovane marocchino che dormiva sulla panchina. A Roma, nella stessa ora, due potenti ordigni esplodono in piazza San Giovanni in Laterano e davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro: una decina i feriti, ingenti i danni al patrimonio artistico.
11 agosto – Viene resa nota la lettera che Francesco Schiavone, detto Sandokan scrisse “al presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro chiedendogli la revoca del regime carcerario duro previsto dal 41 bis.”
15 settembre – Don Pino Puglisi, prete antimafia, è freddato con alcuni colpi di arma da fuoco alla nuca. Omicidio poi confessato dai corleonesi Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza.
17 ottobre – i giudici della Corte di Appello di Napoli decidono di alleggerire la pena già comminata a Schiavone-Sandokan nell’attesa dei processi chiave ancora in corso (per cui sarebbe stato poi condannato all’ergastolo). Sandokan è scarcerato, deve firmare un provvedimento di sorveglianza speciale per tre anni. Da quel giorno è latitante.
31 ottobre – Lo Stadio Olimpico di Roma è l’obiettivo di un fallito attentato: un’autobomba doveva far saltare i furgoni dei Carabinieri in servizio. Il dispositivo elettronico per innescare la bomba fortunatamente s’inceppò.
5 novembre – Conso, “in assoluta solitudine”, cambia idea e firma il secondo provvedimento di revoca del 41 bis per altri 140 detenuti, questa volta di del carcere palermitano dell’Ucciardone.