E da oggi una terza forza insidia Berlusconi

Dunque è andata come doveva andare: la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo è stata respinta perché a votarla sono stati solo Pd e Idv, ma la maggioranza ha toccato con mano quella che sarà la sua futura odissea parlamentare. Tra il centro sinistra e il centro destra si insedia una forza robusta, che sarà in grado di mandare in minoranza il governo ogni volta che vorrà. Con buona pace delle litanie, che anche in questo caso sono risuonate a Montecitorio, sulla robustezza del governo e sui mirabolanti risultati della sua azione.
Ha ragione Pino Pisicchio, democristiano di lungo corso oggi accasato con Rutelli, che ha rivendicato in aula la riconquista dell’autonomia da parte dei parlamentari. Perché d’ora in poi nulla potrà essere dato per scontato, e per Berlusconi è un pessimo segnale. Tanto più che il dibattito ha rivelato la totale incomunicabilità tra i vari fronti. L’attacco del Pdl ai reprobi finiani è stato a testa bassa, come se fosse stato costruito per chiudere ogni spiraglio alle azioni diplomatiche che pure un governo che voglia durare dovrebbe mettere in conto.
A giudicare da questo dato, si dovrebbe dedurre che forse è vero che d’ora in poi Berlusconi non farà altro che cercare pretesti per andare alle elezioni anticipate. Ma neanche questa strada gli sarà resa facile. La parola toccherà al capo dello Stato, gli ha ricordato Franceschini. Ed è chiaro che si cercherà in ogni modo di trovare una strada che consenta di cambiare la legge elettorale e di dare alla fluidificazione delle forze in campo il tempo di coagularsi in nuovi equilibri. Tanto più che Bossi continua a manifestare ostilità per il precipitare verso le urne, che affosserebbero la legislatura e, insieme ad essa, il federalismo.
Fini, Casini e Rutelli hanno bisogno di tempo. In aula tutti hanno negato che il voto su Caliendo sia stato l’atto di nascita del “terzo polo”, ma allo stesso tempo hanno rivendicato come una grande novità politica la loro convergenza sulla decisione di astenersi. Significa che l’aggregazione deve maturare, ma anche che il percorso è già cominciato.
Berlusconi dovrà farci i conti. E non gli piacerà.

18 commenti

  • L’EQUIVOCA LIBERALITÁ
    Le farneticazioni di Antonio Di Pietro, estroso e bucolico oppositore di Silvio Berlusconi e del suo governo (sfruculea i finiani e scopre che anche “fare il palo” è complicità – correo?), sono da Repubblica messicana, da Benito Juàrez, rivoluzionario e pistolero della Sierra Madre eroe della liberazione del Messico, fucilatore dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo.

    (“Miramar”)
    O Miramare, a le tue bianche torri
    attedïate per lo ciel piovorno
    fosche con volo di sinistri augelli
    vengon le nubi…

    Deh come tutto sorridea quel dolce
    mattin d’aprile, quando usciva il biondo
    imperatore, con la bella donna,
    a navigare!…

    Casini, da par suo, per magnificare la sua adamantina fedeltà alle Istituzioni, sgama gli ambasciatori che portavano doni” (dona ferentes) per concupirlo alla maggioranza: una farsa.

    Sembra che l’onestà dei parlamentari rifulga soltanto rifiutando i doni berlusconiani tesi a corrompere l’onestà politica dell’idealismo: una vanità plebea.

    La Malfa esalta se stesso e confabula, poscia, coll’Italo Bocchino in sommessa deferenza: disgustante.

    Il dott. Della Vedova, alfiere di più bandiere (dai radicali alla Lega Nord – eletto al Parlamento Padano – al PdL), liberale conclamato, antifascista d’oro zecchino, si astiene nella mozione di sfiducia contro Caliendo voluta dal Di Pietro, dando una manifestazione orrenda della sua liberalità: teatrante.

    Sono le diciotto e dieci, l’opposizione si spella le mani ad applaudire Dario Franceschini (concitato) che gliel’ha cantate di cotte e di crude a quel bell’imbusto di Berlusconi: una pochade!

    Parla Fabrizio, inevitabile, un peana berlusconiano: un trionfo! (Berlusconi acclamato dall’emiciclo si alza e ringrazia visibilmente soddisfatto).

    Si vota, l’ineffabile, indeglutibile Fini, apre la votazione: la mozione Di Pietro, Pd, viene respinta.
    Tanto rumor per nulla: funerali rinviati sine die.
    Celestino Ferraro

  • Per me Fini ha fatto bene a non fare cadere il governo altrimente si sarebbe data la zappa sui piedi, il governo deve cadere per opera di Berlusconi o di Bossi. Antonio Ammirati.

  • AL VOTO! AL VOTO! ALVOTO!
    Che c’è di eversivo nel Berlusconi che invoca le elezioni? Il VOTO è la romanza dell’Opera chiamata DEMOCRAZIA, su musica del popolo sovrano. È là che il pubblico apprezza le virtù degli interpreti e spesso chiede i bis ai tenori che eccellano.
    Ci sono tenori che steccano, poveretti … vanno esclusi dal cast che porta in scena il melodramma. Non son consentite mezze tacche nei ruoli, dove la voce del cantante deve giungere squillante e armonica anche nei punti più lontani dal palcoscenico.
    In questa XVI Legislatura, andata in scena nel maggio del 2008, il coprotagonista della vicenda – un Corelli da “Trovatore” che nella romanza “Di quella pira” (atto III) raggiungeva le vette del do con eccezionale fedeltà – ha steccato, e parte del coro ha steccato con lui: una cacofonia da gazzarra.
    L’intero pathos melodrammatico è andato perduto e l’altro coprotagonista del melodramma ha creduto bene di contestare il suo sodale di scena.
    Fuor di metafora, è doveroso ritornare al responso popolare perché si esprima proprio lui, il popolo – che in democrazia è il vero detentore del potere – su Fini Gianfranco: aveva e ha il diritto di appropriarsi di un ruolo che non gli era stato delegato? Che sia il popolo a decidere e non le solite camarille che spartiscono la torta secondo il “Cencelli”.

    I democratici genuini, fedeli all’ideale, non possono non chiedere il rispetto della legalità democratica (non possiamo lamentarci soltanto quando la democrazia non ci gratifica), e non importa se la parte di cui facciamo parte non sarà in grado di vincere il confronto: è la democrazia che deve vincere, e non la fazione che fa capo a Fini o a Berlusconi o a Bersani o a Vendola o a Di Pietro, o a Casini & C.
    Il Capo dello Stato sciolga un Parlamento che ha disatteso il mandato popolare e chieda al SOVRANO, il POPOLO, un nuovo mandato. È nel DNA dell’istituzione democratica, non è una rivoluzione giacobina.
    Celestino Ferraro

  • Solo i populisti alla Celestino Ferraro , tanto per fare un nome a caso, possono pensare di prendere ulteriormente per i fondelli i cittadini italiani, nella migliore delel tradizioni populiste in cui il paese si è avviato, contaminando tutti i contenitori , visto l’incipit di secoli fa , avviato con quelli della lega. di cui il paese non aveva bisogno , causa pane e demagogia con cui aveva rubato agli italiani la possibilità di esserlo e vivere in uno stato moderno , in cui tuttora non vive

    dunque i populisti sparsi nei vari contenitori , di cui primo fra tutti è quello del pdl-lega, sono stati cosi abili da confondere ai cittadini la realtà …i cittadini in prevalenza non sanno della finzione in cui hanno avvolto il rito del voto delle stesse regole del reality in cui gli hanno fatto credere che almeno il diritto di voto è a loro rimasto

    dunque se gli hanno tolto anche quello ,l’unico diritto/dovere che gli rimaneva , come peraltro gli stessi si vantano da tempo di aver fatto la porcata ( nè più nè meno di tante altre porcate) , il sillogismo politico del sex appeal o appello alle elezioni rivela per chiunque lo reclami, i soliti furbi a danno di tutti gli altri fessi

    mi rimane quindi da augurarmi la vendetta della storia meno violenta del nostro paese, che se malauguratamente si riandasse alle elezioni sfanculandosi tutti i cittadini con la legge porcata, l’astensione non sia piu uno su tre italiani , ma 3 su 3

  • [Che c’è di eversivo nel Berlusconi che invoca le elezioni?]

    Effettivamente…rispetto a tutto ciò che di eversilvio, di più, ripugnante ci ha abituati a subìre quasi ogni giorno per tanti anni quel xxxxx, lui con tutti i suoi yyyyyy…..

    Come posso darle torto?

  • (Per mantenermi all’altezza)

    D’Alema boccia Berlusconi e premiership Vendola
    giovedì 5 agosto 2010
    (ANSA) – ROMA, 5 AGO – D’Alema boccia il governo Berlusconi e la candidatura di Vendola alla premiership non ritenendolo un leader valido per il centrosinistra. ‘Berlusconi esca di scena perche’ il Governo – spiega – non e’ utile. E’ il fallimento del premier: aveva promesso piu’ lavoro e piu’ ricchezza, e invece il Paese e’ piu’ povero mentre la corruzione dilaga. Tutto il contrario di cio’ che aveva promesso’. Quanto all’ipotesi di un governo Tremonti, l’ex premier dice: ‘Innanzitutto c’e’ ancora Berlusconi’.

    Una Nazione la cui classe dirigente è costituita da perdigiorno falliti, non potrà mai ambire al meglio della democrazia, dovrà contentarsi della mediocrità e tirare a campare.
    Sono decenni che l’indovina Tiresia, il politicante Massimo D’Alema, già indigeno del BOTTEGONE, si pronunzia su questo e su quello: ne avesse imbroccata una.

    Una sequela di amenità, dolci all’orecchio, ma poco salutari per il Paese.
    A giochi fatti si esibisce per l’ennesima volta e intima al Cavaliere d’andarsene: ambasceria di chi? Di Bersani, di Vendola, di Casini, di Rutelli, di Franceschini, di Fini? O del costato Leghista? Un motuproprio o una commissione?

    Il giovane D’Alema, 61 anni appena, costretto a lasciare la carica di ministro degli Esteri (8 maggio 2008) dal fondista Berlusconi – vecchio di 73 anni appena – se l’è legata al dito, non vede l’ora di mandarlo a quel paese … luogo puzzolente dove spesso spedisce i suoi avversari compreso il giornalista Sallusti, ultimo pacco di posta proibita.
    Come cittadini democratici viviamo così da decenni, sotto l’incubo di dover finire i nostri giorni politici fra le spire di un’arciconfraternita di chierici che da Veltroni a Franceschini a Bersani hanno depauperato la nostra gioventù: miseria senza nobiltà.

    La crisi mondiale attanaglia l’economia e Berlusconi, secondo D’Alema, è il responsabile incapace di provvedere alle necessità economiche della nostra gente: fra qualche ora scopriremo che anche il pozzo di petrolio della BP, che ha inondato il Golfo del Messico di ORO NERO, sarà demerito di Berlusconi. Non c’è limite alle profezie diffamatorie.
    I monatti sono già assoldati, verranno con il loro carretto a portarsi via la salma politica del Cavaliere: la scaricheranno nel costruendo Pantheon di Acerra, a Napoli. Là sarà cremato e le generi sparse nel mare del Golfo di Napoli.
    Celestino Ferraro

  • Caro Ferraro,
    la scomparsa di D’Alema (dalla scena politica) mi farebbe piacere quasi quanto quella di Berlusconi. Ma quanto a imbroccare, neanche il Cav. se la cava bene.
    Il governo che in linea di principio aveva la forza per essere il più stabile della storia della Repubblica, finisce miseramente esattamente come il (giustamente vituperato) governo Prodi, che aveva tutt’altro che una maggioranza.
    Ora non resta al Cavaliere che pagare le infinite fideiussioni. Ai fedeli lacchè deve promettere di essere rinominati per il prossimo parlamento, e la Lega, che ora è più preziosa, alzerà il prezzo. Riusciranno Alfano e Schifani a convincere i fedeli elettori siciliani che il conto per i servizietti di Bossi dovranno pagarlo loro ?
    Il potere di Berlusconi è una bolla speculativa che lo travolgerà. Purtroppo però i danni li pagano e li continueranno a pagare i più deboli: i cittadini onesti.

  • L’uomo propone e Dio dispone. Non è colpa di Berlusconi se i quaquaraquà sono abilmente mimetizzati fra gli uomini dabbene. Come si sarebbe potuto immaginare una metamorfosi kafkaina del monegasco?
    Quos Deus perdere vult, dementat prius.
    Non credo che Berlusconi possa essere paragonato a D’Alema: Berlusconi un uomo di successo (da sempre), D’Alema un uomo d’insuccessi, da sempre.
    Com’è strana la vita, un nomen omen parla di rane…

  • [Paralipomeni DELLA batracomiomachia.]

    Hey, Marcuse, piano con gli insulti!
    A chi: “DELLA”?

  • zio bello! ma qui è un cinema , ma no che dico! mi spiego meglio, leggendo alcuni commenti , come dire , sembra proprio pinter o ionesco o beckett

    il signor Celestino scatena da iago a berlusconi passando per l’assurdo ..se ci fosse ancor il willy chissa quante altre tragedie e commedie avrebbe ambientato nel favolosooooo stivaletto ino ino ino

    http://www.youtube.com/watch?v=Ee8XiILtHaU

  • pasolinante scrive:
    5 agosto 2010 alle 22:51
    zio bello! ma qui è un cinema , ma no che dico! mi spiego meglio, leggendo alcuni commenti , come dire , sembra proprio pinter o ionesco o beckett

    il signor Celestino scatena da iago a berlusconi passando per l’assurdo ..se ci fosse ancor il willy chissa quante altre tragedie e commedie avrebbe ambientato nel favolosooooo stivaletto ino ino ino

    http://www.youtube.com/watch?v=Ee8XiILtHaU

    Ma lei è veramente un bel mattacchine, però … Godot lo state aspettando voi, il nostro è giunto nel 93. Auguri!

  • no no caro celestino ferraro, io guardo i fatti e non perche lo dico io , ma perche lo dicono i fatti ,

    il vostro godo(t) come peraltro anche il nostro non è arrivato ( per ora ) perchè tutto c’è stato a livelllo di propaganda, ma nulla sul piano :
    – dello stato moderno, a cui non siamo mai giunti
    – dell’economia libera ( possibbilmente non liberticida), che non esiste
    – del federalismo, lasciamo perdere perchè è meglio ( quello demaniale una truffa)
    – innovazione e ricerca , queste sconosciute
    – turismo , altro velo pietoso
    – alitalia e ponte , ulteriore velo piu pietoso dell’altro
    – giustizia fiscale, tappeto totale più di quello messo all’immondizia di napoli e palermo , ma anche milano
    – prevenzione e intervento sulle catastrofi sismiche e naturali …fantascienza allo stato puro

    – potrei continuare ma non ho tempo..su una sola cosa quel godot ha funzionato, alquanto malamente però: metterci su un ricatto maggiore del precedente ciclo della prima repubblica, sul piano energetico internazionale dei soliti noti dell’internazionale comunista asse delle risorse gheddafi putin et simili

    credere di aver trovato godo(t) in queste condizioni di danni al paese, è la beffa contenuta in aspettando godot

  • Com’è bizzarra l’esistenza.

    C’è chi si rifa a Kant e non sa che la pratica della ragion prefica è un apocrifo.

  • – potrei continuare ma non ho tempo..su una sola cosa quel godot ha funzionato, alquanto malamente però: metterci su un ricatto maggiore del precedente ciclo della prima repubblica, sul piano energetico internazionale dei soliti noti dell’internazionale comunista asse delle risorse gheddafi putin et simili

    ————————————————————-
    Come farebbe in sì poco spazio? 280 pagine di programma ostentato come la Bibbia dei PRODI. Bisogna contentarsi degli scarti se sono eduli.

  • FINI COME DIABOLIK
    “Cos’altro possiamo aspettarci nell’immediato futuro, quali notizie pazzesche, data l’atmosfera manifesta che grava sull’ex maggioranza di governo? Gianfranco Fini e la sua compagna, in tuta di maglia nera come Diabolik e Eva Kant, colti sul fatto mentre cercano di rubare parte della riserva aurea di Fort Knox. Fini sorpreso a sottrarre uranio. Fini cannibale scoperto a divorare cotolette di carne umana. Fini che abbandona il cane sull’autostrada. Fini che aggredisce una turista finlandese. Fini installato comodamente, come a casa sua, nella reggia di Caserta, della quale detiene misteriosamente la proprietà. Fini leader di Nuovi Cavalieri Templari raccolti e mobilitati contro Berlusconi. Fini che imbratta i muri pubblici con insolenti scritte antigovernative. Fini in abiti femminili, mescolato ai trans nelle vie notturne di Roma. Fini in testa alla loggia massonica P7 e alle sue oscure trame.

    Fini al comando d’un sottomarino grazie al quale si propone di sbarcare in Sardegna presso la proprietà del presidente del Consiglio e di fare un macello. Fini con la torcia e il caratteristico berretto da ladro preso a Palazzo Chigi nell’atto di sottrarre importanti piani governativi ai suoi danni. Fini che organizza il nuovo partito «Passato e schiavitù». Fini che scende in difesa di Vallanzasca auspicandone la presenza come ospite d’onore alla Mostra del cinema di Venezia. Fini che scrive e declama un poema in lode della cocaina. Fini che getta a terra pezzi di carta, da vero infame.

    Scherzi a parte (in realtà c’è ben poco da scherzare) è singolare che i conflitti politici non possano fare a meno della demonizzazione dell’avversario. Pochi, in lotta rivale con qualcuno, tendono ad affermare le proprie ragioni, i propri motivi di vittoria, il proprio merito di prevalere. Invece, quasi tutti danno addosso al nemico del momento, tentando di svergognarlo il peggio possibile, attribuendogli le colpe più abiette.

    Colpe tanto più efferate quanto più forte era stato il precedente legame d’alleanza ed amicizia:
    E CI SI CHIEDE COME AVESSERO FATTO A CAPIRE ASSOLUTAMENTE NULLA”
    Lietta Tornabuoni –
    la stampa – 12 agosto 2010

  • Per essere generosi negligiamo i trascorsi fascisti? Non perché facciano disdoro ma perché sono quegli stessi che lo costringevano nelle fogne qualche annetto fa. L’ho sempre saputo che il tempo è il miglior medico. Il tempo medicò Veltroni, oggi medica Fini. Ma c’è di meglio…
    I DELUSI DI MARANELLO
    Secondo Cesare (quello dei tempi dell’Avvocato torinese), per toglierselo di torno lo mandavano alla “Campari”, fra liquori e sciroppi ad alta gradazione. S’edulcorava così l’ambizione del Luca sempre smanioso d’essere più di quello che vantava.
    Era un cultore del “sein” ma non del “sollen”, cosa difficile da conseguirsi per qualsiasi cultore delle “Poltrone”.
    Molte poltrone han seduto l’auguste cluni, gravate dal peso di cotanto vir sempre sul chi va là per molte pugnette a Cinecittà. Sul calar del sole le ombre s’allungano anche se a far ombra non è un unto del Signore.
    Si esibisce con grande nonchalance, col ciuffo negletto, in una “critica della ragion pratica” del governo e bastona la leadership del Cavaliere correo del tradimento patito da premier e dall’Italia intera. Quasi che il traditore fosse Berlusconi e non il “Cesare” tradito che spesso viene anche pugnalato. Questa è la lezione della storia, non è Berlusconi che congiura, Berlusconi è il principe che vorrebbero pugnalare. È lunga la storia, viene da lontano, come quella dei Pazzi di Firenze. Come fa il tradito a prevedere il tradimento? Se fosse possibile prevederlo ci sarebbe più il tradimento?
    Però l’uomo di Maranello, esaltato dai fumi dei bolidi che vincevano con Schumacher, è ancora tutto euforico e crede di poter fare il drago di Palazzo Chigi per colleganza liceale con quello di Palazzo Koch che lo sosterrebbe per sodale amistà. Insomma, molta delusione nei piani alti dei Parioli.
    “Scendo… o non scendo” (in politica). È questo il problema. “Something is rotten in the state of Denmark”.
    Celestino Ferraro

  • “QUOS DEUS PERDERE VULT, DEMENTAT PRIUS”
    A coloro che vuol mandare in rovina, Dio toglie prima il senno

    Il portavoce del presidente della Camera: «È calunnia, quereliamo»
    «Fini arredò la casa di Montecarlo»
    La replica: «Delirio diffamatorio»

    Su alcuni quotidiani: «Lui e Elisabetta si sono occupati del mobilio». Feltri: «Ora rinunci a Montecitorio»
    (dal Corriere)

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