Sembra di vivere i momenti della “fine di un regno”. Le inchieste dilagano, scoperchiando un perverso sistema di rapporti tra politica e malaffare, e ogni giorno il governo perde pezzi. La sequenza è impressionante. Prima, il ministro Scajola, costretto a dimettersi tra l’ilarità generale perché non sapeva spiegare chi, a sua insaputa, gli avesse pagato l’appartamento. Poi, il ministro Brancher, al quale era stato assegnato un “dicastero del nulla”, solo per evitargli le insidie di un processo grazie al legittimo impedimento. E, ora, il sottosegretario Cosentino , travolto dall’affare della nuova P2 (o della P3), dopo che era riuscito fin qui a schivare le accuse di camorra e la conseguente richiesta d’arresto avanzata dagli inquirenti. Sono tutti uomini vicini al premier, strategici per la sua azione. Che il Cavaliere è stato costretto a sacrificare. E il caso Cosentino, dopo i casi Scajola e Brancher, è probabilmente il più torbido. Costringendo alle dimissioni il sottosegretario all’Economia, Berlusconi ha evitato che la compagine governativa si infrangesse sugli scogli di una mozione di sfiducia. Ma le ferite si sono fatte più sanguinose per la maggioranza, avendo avuto un ruolo decisivo, in questa vicenda, il presidente della Camera Fini e i deputati che gli sono rimasti fedeli. Cresce, dunque, la voglia di rivalsa. Si agitano progetti di vendetta. Ma dilaga anche la paura per il verminaio che si va progressivamente scoperchiando e travolge uomini finora considerati “intoccabili”. La domanda circola minacciosa nei corridoi di Momtecitorio: “Chi sarà il prossimo?”.
Berlusconi ostenta sicurezza. Alza la voce contro l’opposizione “comunista” e i giudici. Ma è costretto a stare sulla difensiva. E, quando è necessario, cede. Cede sugli uomini da sacrificare, pur di non cedere sulla difesa dei suoi interessi. Ci sono le solite anime candide che gli riconoscono d’aver fatto la scelta giusta, inducendo il sottosegretario Cosentino alle dimissioni, come se non fosse stato lui a sceglierlo e a proteggerlo. Ci sono i soliti mediatori che confidano di poter trovare ancora una via d’uscita, individuandola in un compromesso tra il Cavaliere e Fini, in un armistizio da siglare prima che la guerra travolga i due cofondatori del Pdl. Sull’altro fronte della maggioranza, si può sentire la voce dei pasdaran. Quelli che offrono l’immagine di un Cavaliere ancora saldo in sella. Convinto, a questo punto, di dover usare l’arma del voto. Anticipandolo alla primavera prossima, quando i suoi avversari non si sono ancora organizzati e c’è dunque la possibilità di bissare il successo di due anni fa.
E’ possibile che Berlusconi, messo alle strette, punti le sue carte sul tavolo dell’azzardo e dell’avventura. Farà bene, quindi, l’opposizione di centrosinistra a mantenere i nervi saldi. Ma si guardi, soprattutto, dall’entrare nei giochi e giochetti da sottoscala della politica. Si guardi dal raccogliere l’appello alla cautela, e alla politica del “passo per passo”, formulato in nome dell’emergenza. Non bastano le dimissioni di questo o quel ministro. Non bastano le trattative per cambiare qualche norma della legge anti-intercettazioni o le aperture del governo verso il Quirinale. La situazione del Paese supera gli schemi della normalità politica. Il problema è un altro. Riguarda il vero e proprio sistema di potere messo allo scoperto dalle inchieste. Un metodo di governo che mescola politica e affari generando corruzione, che viola sistematicamente le regole attraverso lo scambio dei favori e la distribuzione delle tangenti. E’ questa la visione agghiacciante che ci offre la gestione berlusconiana del potere. Una condizione di permanente illegalità, che mina le fondamenta della nostra vita democratica. E alla quale bisogna opporsi con intransigenza. Sapendo che ci sono battaglie da condurre sino in fondo, al di là dei numeri.
attenzione al nemico interno, attenzione ai vari D’Alema, LaTorre,Penati e compagnia ..mandateli piuttosto a fare i portaborse dei vari Granata. o si fa fuori la questione morale in questo momento, oppure passseranno altri ventanni da incubo come questi ultimi.
Quando si dice l’affidabilità di Berlusconi!Chi non ricorda il suo:chi sfiducia Cosentino è fuori del Pdl?Il giorno dopo Cosentino dimissiona.Ma una coerenza Berlusconi ce l’ha:quella di smantellare lo Stato italiano per prendersi tutte le sue risorse.E’ stato condannato e poi amnistiato per appartenenza alla P2,n.1816.E questo piano lui lo porta avanti.Nella P3 il suo nome,Cesare,non è neppure nascosto.Ma è agghiacciante quello che la P3 ha fatto:nominare un suo giudice alla Presidenza della Procura di Milano.Un piano spaventoso,quello della P2.Per impadronirsi del Paese deve mettere la museruola ai giornalisti e controllare l’informazione,comprarsi i giudici e dividere i sindacati.Quasi fatto.Berlusconi è il più incapace a governare,ma il suo piano golpista procede spaventosamente.Peccato che l’opinione pubblica non sia adeguatamente informata,essendo la Tv pubblica,con Rai1 e Rai2 in mano al padrone di Mediaset
Noto essendo che mille imbecilli non fanno una intelligenza,il problema che si pone riguarda chi e come dovrà sollevare i mille dall’imbecillità se i mezzi di persuasione e di diffusione dell’imbecillità sono nelle mani di un affarista senza scrupoli (per grazia di imbecilli ricevuta e riconfermata negli anni)?.
La nave sta affondando e i topi si preparano a scappare. Un tempo si parlò di un governo del malaffare: la storia si ripete in peggio. Penso che forse finora sia mancata una riflessione profonda sul perché in Italia si affermi regolarmente una gestione illegale della cosa pubblica, con il consenso, purtroppo, della parte meno dotata di spirito civico della popolazione.