Basta, basta, basta. Non sapendo come uscire dalla crisi, il governo Berlusconi vuole distruggere la nostra Costituzione, questa volta partendo dalla prima parte, quella dei diritti sacri e fondamentali.
Noi non glielo consentiremo, anche a costo di raccogliere le firme per un altro referendum, se la lezione del 2006 non è bastata. Il Consiglio dei ministri ha inserito all’ordine del giorno questa integrazione: “AVVIO DELL’ESAME del disegno di legge sulla segnalazione di avvio attività, nonché del DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE recante modifiche agli articoli 41 e 118, comma quarto, della Costituzione.
A tutti, governo, parlamento, istituzioni, Libertà e Giustizia ricorda Il Testamento di Piero Calamandrei, ultimo scritto pubblicato nell’ottobre del ’56 sulla rivista Il Ponte. In esso, Calamandrei definiva lucidamente i poteri del governo, del parlamento e le garanzie affidate alla Corte costituzionale e al Presidente della Repubblica. Il Testamento di Calamandrei è il nostro Verbo.
“La nostra Costituzione è programmatica, cioè contenente un vero e proprio programma di trasformazione sociale della società, i cui capisaldi sono quelli del diritto al lavoro, della effettiva partecipazione dei lavoratori al governo, del diritto al salario. Questo programma è un proposito di riforme: il governo deve seguire l’indirizzo politico che porta a queste riforme. Vi è dunque una doppia serie di vincoli: non può fare contro la Costituzione; deve fare secondo la Costituzione: deve legiferare e governare.
A garanzia di queste limitazioni ci sono due organi: la Corte costituzionale, che ha il potere di annullare le leggi contrarie; il presidente che ha il potere di garantire la continuità costituzionale: in tre modi: rifiutandosi di firmare i progetti di legge, rimandando le leggi contrarie, rifiutandosi di promulgarle“.