Non solo nominano i candidati-governatori con metodi da “politburo” (vedi denuncia dell’altro giorno dell’onorevole Stracquadanio, nientepopodimeno che uno dei ghost writer del Cavaliere), ma ora persino i dirigenti del Pdl si appropriano del tradizionale metodo di convocazione dei parlamentari che usava il Pci!
Leggere, per credere, la lettera (i cui estratti appaiono oggi su Repubblica, pag. 7) con cui la presidenza del gruppo Pdl della Camera, alle viste dei voti sugli emendamenti alla legge pro-berlusconi sul legittimo impedimento, prescrivono che la presenza dei loro parlamentari in aula sia garantita “senza eccezione alcuna”. E’ la classica formula che, ai tempi del Pci, appariva sulle colonne dell’Unità, per avvisare i parlamentari lontani da Roma che nessuna assenza sarebbe stata tollerata in occasione di delicate votazioni.
Dovrebbero, i berluscones, affinare ancor più il metodo. Se ritengono davvero obbligatoria la presenza in aula i deputati andrebbero convocati con la più stringente intimazione che – allora – si usava. Scrivere così, tutto maiuscolo: SENZA ECCEZIONE ALCUNA. E non sarà tollerato alcun…legittimo impedimento.
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