Un nuovo entusiasmo, mosso dalle adesioni all’associazione e tanta voglia di riflettere – a tutto campo – sul futuro e sul ruolo della società civile. L’assemblea annuale di Libertà e Giustizia che si è svolta a Milano, il 4 giugno, riunisce soci e coordinatori di circoli. All’ordine del giorno c’è l’approvazione del bilancio e la discussione sull’associazione dopo il manifesto che, promosso dai garanti e firmato da Gustavo Zagrebelsky, ha raccolto a febbraio oltre 200 mila adesioni. Sulla scia di quella che Sandra Bonsanti definisce “la più decisa e accorata radiografia di un’epoca, quella che stiamo vivendo, così caratterizzata da una sorta di storica preoccupazione per i segni premonitori di una ‘nuova legittimità'”, sono aumentati i circoli di LeG, in tutta Italia (attualmente sono 28 e molti ancora se ne stanno aggiungendo), sono cresciuti e continuano a crescere soci e simpatizzanti.Ma a pochi mesi da quel testo, la situazione italiana è già cambiata, fortemente peggiorata addirittura rispetto alla fotografia scattata nel manifesto. La pigrizia intellettuale dell’Italia che ha mosso LeG a rompere il silenzio, a reagire con la denuncia di fronte alle forzature berlusconiane, agli attacchi alle istituzioni, alla difesa di privilegi per pochi, al sonno dell’opposizione è oggi rappresentata nel bilancio di un anno di governo Berlusconi: delle 78 leggi approvate dalle due Camere nei primi dodici mesi della legislatura solo 7 (appena l’11 per cento) sono di iniziativa parlamentare.
Non era mai accaduto nella storia del nostro Parlamento, sottolinea Sandra Bonsanti, che propone una proroga fino all’autunno degli attuali organi direttivi dell’associazione, in vista di una sorta di “rifondazione” di Libertà e Giustizia che dovrebbe concretizzarsi in due tempi: “primo, un seminario di due giorni per riflettere sul nostro futuro, aperti alle proposte dei soci, per capire se c’è qualcosa in più o di diverso che l’associazione può fare per sollecitare il ricambio generazionale della classe politica, per formare e sostenere eventualmente personalità pronte a spendersi per il bene comune, per il pubblico interesse, senza che l’associazione si trasformi in uno sgabello per chi avesse ambizioni politiche, basate sull’amore per il potere. Poi, alla fine di novembre un’assemblea che sancisca anche nel rinnovamento degli organismi dirigenti la nuova fase di LeG“. Porte aperte al futuro, dunque, in una situazione politicamente così grave, senza rimpianti: è l’invito della presidenza che viene accolto all’unanimità. Il successo delle scuole di formazione politica si consolida: Pavia, Modena, Poggibonsi, Reggio Calabria e forse anche Genova in una rete di proposte che passa dall’Europa e dai temi più istituzionali alle politiche di genere e alla storia della democrazia. Il dossier che registra incontri e convegni è alto, fitto di appuntamenti tenuti nel corso del 2008 in quasi tutte le città italiane e poi a Londra e New York.
Sandra Bonsanti rivendica con forza il ruolo e il peso politico dell’associazione che spesso non viene riconosciuto, ma che che nei fatti incide più di quanto non se ne dia atto. “Gli spazi che oggi una parte della sinistra, finalmente dice di voler occupare, sono gli stessi che noi segnaliamo da molto tempo”. Consapevoli del lavoro fatto in tutti questi anni, i soci non risparmiano energie. Piovono proposte. Gli interventi da Roma, Napoli, Lecco, Bologna, Mantova, Padova, Torino, Reggio Calabria, Varese e dalla Toscana, incrociano esperienze e nuove linee operative, come quella delle “azioni di rilevanza pubblica” arrivata dal circolo romano o della rete europea fra associazioni vicine a LeG che operino oltre i confini nazionali. Ci sono le voci dei giovani che premono per ottenere spazi di discussione su temi quali la riforma universitaria, la scuola. C’è chi insiste sulla necessità di rafforzare gruppi di LeG che vadano a parlare di legalità agli studenti e chi propone di incidere sull’opinione pubblica, schiacciata da una “informazione piatta e prevalentemente televisiva”. L’appuntamento per tutti è per l’autunno, quando un nuovo manifesto raccoglierà le voci di LeG e di quanti, ancora una volta, vi si riconosceranno. Approvazione all’unanimità sia del bilancio che della proposta politica; la strada è tracciata, sostenuta da tutta l’associazione, condivisa da tutto l’ufficio di presidenza e dal presidente onorario Gustavo Zagrebelsky.
Umberto Eco e Claudio Magris, tra i garanti di LeG, hanno fatto arrivare ai soci messaggi di sostegno.
Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo