Lo speciale: QUESTIONE MORALE // Venerdì 19 dicembre sarà una giornata definitiva. Davanti ai vertici del Pd riuniti per la Direzione, Walter Veltroni dovrà mettere sul tavolo anche la questione morale. Le ferite aperte sono tante, la linea anticipata fin qui è quella del nuovismo. Una strada in salita, per giunta dopo quattro sconfitte elettorali consecutive (Politiche, Regionali siciliane, Roma, Abruzzo). La chiamano Tangentopoli rossa, ecco – in sintesi – le inchieste in tutta Italia.
Il petrolio in BasilicataA ridosso di queste festività natalizie, un’inchiesta per tangenti sugli appalti per l’estrazione del petrolio ha travolto il deputato Pd Salvatore Margiotta, per il quale sono stati chiesti i domiciliari. Secondo l’accusa avrebbe usato la sua influenza per favorire negli appalti una cordata di imprenditori amici, facendo pressioni sulla Total. Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta, corruzione e concussione, i reati ipotizzati dalla procura e che hanno portato in carcere l’ad di Total Italia, Lionel Levha.
Sanitopoli in Abruzzo e tangenti a PescaraIl primato spetta all’Abruzzo, almeno sul tempo. La prima pietra dello scandalo si muove a luglio, per l’inchiesta ribattezzata Sanitopoli che porta in carcere il governatore regionale Ottaviano Del Turco e decapita la giunta.
Le accuse: associazione a delinquere, concussione e corruzione. A puntare il dito su Del Turco è il re delle cliniche Vincenzo Angelini. Secondo l’imprenditore il denaro delle tangenti “doveva servire a Del Turco per portare con sè nel Pd otto senatori”, nel momento in cui si stava costituendo il partito e Del Turco aveva deciso di confluirvi e lasciare lo Sdi, anzi di “spaccare lo Sdi – secondo quanto riferito da Angelini ai magistrati – per mettere in condizioni di particolari difficoltà il segretario del partito Enrico Borselli”. A Pescara è finito agli arresti il sindaco pd Luciano D’Alfonso per corruzione e associazione a delinquere nell’ambito di un’inchiesta sui servizi cimiteriali.
Appalti a NapoliUn comitato d’affari per gestire gli appalti in Comune e Regione. La vicenda che ruota attorno alla Global service di Alfredo Romeo ha travolto assessori comunali della giunta Iervolino e parlamentari di An e Pd. Romeo, secondo le accuse, avrebbe organizzato una sorta di cupola che comprende tecnici e professionisti, ma anche assessori e pubblici funzionari. Questi, in cambio di posti di lavoro, incarichi, consulenze o denaro, gli assicurerebbero l’aggiudicazione di appalti con gare cucite su misura tanto da essere redatte dal suo staff. Per un’altra vicenda, il 29 novembre, si è tolta la vita Giorgio Nugnes, ex assessore del Comune di Napoli, coinvolto nell’inchiesta sugli scontri di Pianura, nel gennaio scorso, durante le manifestazioni antidiscarica.
A febbraio, per l’emergenza rifiuti in Campania era stato rinviato a giudizio Antonio Bassolino. Le ipotesi di reato vanno dalla frode in pubbliche forniture alla truffa ai danni dello stato, abuso d’ufficio, falso e reati ambientali e si riferiscono al periodo in cui l’esponente Pd era Commissario straordinario.
Gli affari di Fondiaria a FirenzeLa bufera si abbatte all’inizio di dicembre, su due assessori comunali, Graziano Cioni e Gianni Biagi. Il caso scoppia quando la procura ipotizza un’attività corruttiva sulla realizzazione del nuovo stadio della Fiorentina. L’opera dovrebbe sorgere nella zona di Castello, su 80 ettari di proprietà della Fondiaria-Sai di Salvatore Ligresti. L’assessore Biagi si dimette a differenza di Cioni che non lascia la giunta e non vuole saperne nemmeno di abbandonare la competizione per le primarie in vista delle amministrative. Il 6 dicembre il sindaco Leonardo Domenici s’incatena davanti alla sede de la Repubblica, per chiedere “un’informazione corretta”.
Tangenti per le mense a GenovaBufera a Genova quando a maggio le fiamme gialle sollevano il velo su un presunto comitato d’affari che gestiva gli appalti per le mense pubbliche. L’imprenditore Roberto Alessio della ditta vercellese Alessio Carni, secondo l’accusa, avrebbe dispensato mazzette in cambio di informazioni sugli appalti per la refezione nelle scuole del comune di Genova e in alcuni ospedali savonesi.
Ipotesi di reato: associazione a delinquere a fini di corruzione e turbativa d’asta. A finire in carcere, oltre ad Alessio, ex consiglieri comunali diessini, l’ex portavoce (poi dimessosi) del sindaco Marta Vincenti. Ma è coinvolto anche Giuseppe Profiti, ex direttore centrale risorse umane, finanziarie e strumentali della Regione Liguria e poi nominato presidente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, di proprietà della Santa Sede (dimissionario dopo la bufera giudiziaria).
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