Mezzogiorno, le proposte di LeG

23 Settembre 2008

A conclusione del ciclo di lezioni della Summer School di Reggio Calabria, raccogliendo le sollecitazioni di insegnanti e allievi, LeG ha elaborato un documento che fissa in sei punti le proposte per il Mezzogiorno. Ecco il testo.

A conclusione del ciclo di lezioni della Summer School di Reggio Calabria, raccogliendo le sollecitazioni di insegnanti e allievi, LeG ha elaborato un documento che fissa in sei punti le proposte per il Mezzogiorno. Ecco il testo.
Lo sviluppo economico delle regioni del Mezzogiorno, dopo la strategia di Lisbona, deve essere l’obiettivo centrale delle amministrazioni regionali. La politica deve farsi concretamente carico della crescita e la mancanza di sviluppo dovrà imporsi come metro di giudizio negativo per un’amministrazione. Il federalismo fiscale aggiunge preoccupazioni: regioni che non hanno raggiunto l’obiettivo dello sviluppo per esempio con un utilizzo ottimale dei fondi strutturali, dovranno gestirsi da sole. Il federalismo dovrà essere trasparente e solidale altrimenti la perequazione tra cittadini sarà enorme. C’è poi la pubblica amministrazione che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del Mezzogiorno. Competenza e qualità sono necessari per una equa distribuzione dei vantaggi che possono derivare dal federalismo. Infine, la criminalità organizzata rappresenta un ostacolo allo sviluppo e condiziona sia la qualità dell’offerta politica che la qualità della domanda di politica.
PROPOSTE
1. Competitività, coesione e sviluppo.
Programmazione politica e risorse economiche devono essere orientate a migliorare competitività e sviluppo nel Mezzogiorno. La coesione territoriale è funzionale alla crescita ed alla competitività. Perciò è necessario difendere e promuovere la politica di coesione europea, lasciando la responsabilità per l’intervento ordinario delle amministrazioni pubbliche locali e nazionali.

2. Qualità della Pubblica Amministrazione. La qualità è lo strumento principale per perseguire sviluppo e combattere in modo concreto l’infiltrazione mafiosa nell’economia e nella vita sociale. La qualità si ottiene aumentando competenza e responsabilità di amministratori e dirigenti e la loro distinzione del ruolo tra determinazione delle strategie e implementazione dei progetti.

3. Qualità della domanda politica. La società civile e gli interessi organizzati devono esprimere una qualità maggiore della domanda politica preoccupandosi dello sviluppo economico e non di risultati di breve periodo e particolaristici. L’assenza di una visione dello sviluppo di lungo periodo ed il prevalere di interessi specifici determina un peggioramento oggettivo della programmazione e dell’azione amministrativa. Occorre che i cittadini esprimano una domanda di pianificazione strategica e partecipata che esprima la visione di lungo periodo del territorio sullo sviluppo.

4. Accountability della Pubblica Amministrazione. Il rapporto tra società civile e pubblica amministrazione deve basarsi sul principio del “rendere conto” e del “chiedere conto”. Occorre attivare meccanismi trasparenti di monitoraggio e valutazione aperta delle performance della pubblica amministrazione regionale e locale.

5. Criminalità organizzata. La lotta alla criminalità organizzata ha dimensioni globali pur essendo profondamente radicata nei territori di origine e condizionandone lo sviluppo. La lotta alla criminalità organizzata deve trasformarsi in elemento di reputazione per la classe politica e per gli amministratori.

6. Giovani e legalità. Per aumentare la qualità della domanda di politica occorre puntare sui giovani e sulla loro capacità di reclamare legalità, trasparenza e innovazione. La sfida formativa allo sviluppo ed alla legalità e la promozione di un coinvolgimento attivo dei giovani deve connotare anche al Sud la società civile.

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