Walter e l’ombra che genera mostri

16 Giugno 2008

Dilaniato da contrasti interni relativi alla distribuzione del potere (potere ombra), preoccupato di ammorbidire il significato di una spaventosa sconfitta elettorale, il Partito democratico sta rischiando di non vedere quello che gli osservatori più saggi e colti stanno ormai denunciando senza giri di frase: la stagione che stiamo vivendo porta i segni di una forte involuzione antidemocratica. Non importa se accanto alle definizioni di “fascismo”, “dittatura”, o “regime” si aggiungono, quasi per un improvviso pudore, aggettivi come “leggero” o “dolce”. Non importa se si sottolinea che siamo appena ai primi passi. Il fatto è che un ampio arco di personalità non solo di quella sinistra radicale che è fuori dal Parlamento, ma comunque di idee saldamente repubblicane e di centro sinistra come Eugenio Scalfari, invitano a vigilare e, soprattutto, a reagire.
E l’invito è rivolto, come è ovvio, al capo dell’opposizione Walter Veltroni. Si tratta, in sostanza, di un appello affinché si renda conto della pericolosità di una posizione sulla quale egli, un anno fa, ha basato la sua strategia politica ma che oggi rende debole o addirittura inesistente, il contrasto all’involuzione di cui stiamo parlando. L’opposizione, per essere efficace, non può essere “ombra”, nel senso di un luogo fresco nel quale ci si rifugia quando il solleone imperversa.

Se sono minacciate le libertà fondamentali dello stato democratico, quale la libertà di stampa o la giustizia uguale per tutti serve un vero e proprio ciclone antifascista. Fatto, non solo di parole fondamentali a far capire agli italiani quale sia la posta in gioco, ma anche e soprattutto di azioni politiche concrete: in questo clima, sarà davvero il caso di mettere mano alle riforme costituzionali, a un dialogo che dovrebbe proprio riscrivere le “regole” della convivenza politica? Ma di quali regole stiamo parlando con chi non conosce i principi della legalità, ovvero, conoscendoli sceglie di violarli inseguendo ancora una volta il proprio interesse personale?
E’ davvero questa la legislatura costituente di cui si era detto prima delle elezioni? E’ questo Berlusconi lo statista ritrovato, il grande uomo politico che ora ha scelto di volare alto per poi un giorno approdare al Quirinale?
E sono questi i nuovi antifascisti, che dicono di celebrare il 25 aprile e vanno alle Fosse Ardeatine, ma ignorano i principi base dell’antirazzismo, che vogliono impedire ai giornali e ai giornalisti di informare la comunità sui reati gravissimi (anche se sotto i dieci anni di pena prevista), e che pensano di risolvere il problema della “paura” degli italiani consentendo ai ministri dell’Interno e della Difesa di scegliere, con decreto ministeriale, le situazioni “pericolose” in cui militarizzare le città? Infine: è con chi pensa davvero di poter bloccare con un emendamento al decreto sicurezza tutti i processi “che non destino grave allarme sociale” per reati commessi fino al 2001, che vogliamo ridisegnare le norme che regolano lo Stato, le Istituzioni del nostro Paese?
La lunga marcia di Berlusconi e della sua destra eversiva della nostra democrazia sta arrivando al traguardo.

Il silenzio dell’opposizione ombra fa venire i brividi, soprattutto a chi ha creduto sinceramente e fortemente nelle potenzialità del nuovo partito.
Adesso basta. Di “dolce” in questa situazione non c’è assolutamente nulla. Gli aggettivi che io adoprerei sono altri: è da “irresponsabili” tacere. E’ da “vili” far finta di niente. E’ da gente per bene protestare e cercare di fermare fin che si è in tempo questa brutta discesa verso il fascismo.
P.S.Sulla mia scrivania c’è un biglietto che mi ha lasciato Giovanni Ferrara. Dice: “In Italia la libertà è abbastanza vecchia da essere dimenticata e troppo giovane per essere forte”. Un monito che noi di Libertà e Giustizia non scorderemo mai.

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