Un nemico da battere: la magistratura. Per farlo Silvio Berlusconi “chiama alle armi” l’opposizione. E l’arma è la riforma della giustizia. Se non è una dichiarazione di guerra, ci assomiglia molto. Il leader del Pdl la lancia dai microfoni di Radio 24: “Per risolvere la grande palla al piede del Paese, la giustizia, c’è bisogno di una grande riforma da fare in accordo con l’opposizione, altrimenti non si riuscirà a vincere questo potere dello Stato, che non è più solo un ordine”.
Qualcuno ha ancora dubbi sui veri propositi del Cavaliere? In caso vincesse con grandi numeri, ci penserà da solo a completare l’opera di leggi liberticide e di attacco all’autonomia della magistratura già ben avviato negli anni 2001-2006. In caso di difficoltà al Senato, “offrirebbe” al Pd di dargli una mano per compiere insieme uno scempio. Ad esempio: eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale, prevista dalla Costituzione. Un’operazione verosimile? Chi volesse farlo, “rischierebbe di aprire una guerra civile”, sostiene Anna Finocchiaro, una che di giustizia se ne intende.
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