C’è «fastidio», «intolleranza»per il controllo di legalità esercitato dai magistrati soprattutto per quanto riguarda i «settori economicamente più sensibili». Un atteggiamento che spiega gli «attacchi indiscriminati» ai giudici ma anche le riforme che hanno penalizzato la magistratura riducendone il ruolo. La denuncia è di Ciro Riviezzo, presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) e giunge all’indomani dell’accusa rivolta da Berlusconi ai pm di aver compiuto un intervento indebito nella vicenda Antonveneta. Riviezzo parla dal palco del XXVIII congresso dell’Associazione magistrati, alla presenza del capo dello Stato. Ciampi, salutato da un lungo applauso invita i magistrati «non solo ad essere, ma anche ad apparire terzi, dunque imparziali». Ma sulle riforme Riviezzo parte all’attacco: sono volute per «marginalizzare il ruolo del giudice, soprattutto nei settori economicamente più sensibili», convinti «che il controllo di legalità costituisce un intralcio al libero dispiegarsi dell’economia reale nella logica del mercato». Riviezzo cita esempi nel settore civile e nel campo penale, come la riforma del diritto penale tributario e quella del falso in bilancio, la legge sulle rogatorie, la Cirami, la legge sull’immunità delle alte cariche dello Stato, che hanno reso il processo «un percorso a ostacoli» con la prospettiva «dell’inevitabile prescrizione del reato». Il «fastidio» per il controllo di legalità è anche alla base degli interventi «settoriali» che ci sono stati nel settore penale: la legge sulle rogatorie, la Cirami, la legge sull’ immunità delle alte cariche dello Stato, che hanno reso il processo «un percorso ad ostacoli» di fronte alla prospettiva «dell’inevitabile prescrizione del reato».
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