Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla Trimestrale di cassa e Berlusconi spinge il pedale dell’ottimismo. Le previsioni sulla nostra economia sono tutte al ribasso: il deficit italiano per il 2005 si attesterà non entro il 2,7% come previsto, ma in un intervallo compreso tra il 2,9 e il 3,5%, con una crescita reale del Pil non del 2,1% ma del l’1,2%.
Però, dice Berlusconi, “è ora di finirla con i catastrofismi, con il pessimismo che deprime il Paese, basta fasciarsi la testa per mali che non esistono, concentriamoci invece sulla crescita che è troppo lenta”. I dati della Trimestrale e le stime sull’andamento dei conti pubblici nel 2005 confortano il governo. Tanto che Berlusconi si spinge a dire che “i conti sono sotto controllo come del resto accade da quattro anni”. Il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, al suo fianco, conferma: i risultati raggiunti con il contenimento della spesa sono “di primissimo ordine, lo dico gelidamente, da tecnico”. Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi non sono ammesse domande, perché il premier no è “nel mood per rispondere ai giornalisti”.
“La solita danza macabra sulla pelle degli italiani”, commenta Laura Pennacchi, deputata diessina Componente della V Commissione permanente Bilancio, tesoro e programmazione economica. E spiega: “A saperla leggere, la Trimestrale è la certificazione del disastro che peraltro già traspare nei comunicati ufficiali. Il deficit italiano è già ben oltre il 3%”.
I dati dell’economia italiana sarebbero appesi al filo di alcune variabili, secondo Berlusconi e Siniscalco, per esempio a quelle di Eurostat. Difficoltà legate a decisioni poco comprensibili, a detta del premier, come quella di riclassificare gli investimenti per le Fs, e spiegabili solo con il fatto che i funzionari di Eurostat, “nominati durante la precedente presidenza della commissione Ue”, si basano “su vecchi e burocratici calcoli contabili”. Tuttavia, con la Ue le cose stanno “cominciando a funzionare”, grazie ad “un ottimo commissario europeo e a un presidente non ostile”. Tanto che si spinge persino ad anticipare l’ok dell’Ue all’operazione Alitalia. Ma non passa nemmeno un’ora che da Bruxelles arriva la smentita: “Nessuna decisione è stata presa su Alitalia”, dice il portavoce del commissario Ue ai Trasporti, Jacques Barrot.
“A fine mese Eurostat avrà terminato il lavoro di analisi – spiega ancora Laura Pennacchi – ma le conclusioni si conoscono già. Non c’è da restare appesi a nessun filo: sappiamo già che Eurostat chiede di riclassificare gli investimenti per le ferrovie oltre che per l’Anas, e per quello perderemo già uno 0,4%; chiede che vengano conteggiati come deficit per esempio anche le entrare non ottenute delle cartolarizzazioni. Insomma, se si somma tutto, qui siamo ben oltre il 5% di deficit”.
Invece, secondo i dati presentati dal ministro Siniscalco il calo è di un solo punto di pil della spesa e della pressione fiscale.
Quindi il tetto del 2% all’incremento della spesa ha avuto effetti positivi, la cura funziona, dice Berlusconi e Siniscalco aggiunge che a Bruxelles sarà presentata una situazione sotto controllo. “Abbiamo i conti in mano”, insistono, e se “continuasse questa tendenza, ovvero la diminuzione di un punto l’anno della spesa e della pressione fiscale, alla fine il Paese sarà molto più efficiente”. Tuttavia, anche per Siniscalco, non si può nascondere il problema “di una crescita troppo lenta”. Per il 2005 l’ampia forchetta della stima per l’andamento del deficit (2,9%-3,5%) si spiega con tutta una serie di incognite, dice Siniscalco, che vanno dai contenziosi con Eurostat al rinnovo dei contratti, ai minori dividendi Enel derivanti dalla privatizzazione della terza tranche. Ma “se chiedete il mio parere credo che si collocherà a metà del range”. Peccato, aggiunge ancora Laura Pennacchi, che la Trimestrale “suggerisca di spostare i contratti del pubblico impiego per risparmiare. A fine mese sarà tutto più chiaro: Eurostat dirà che le misure applicate fin qui da questo governo di fatto non tengono. Alcune, sempre secondo Eurostat, sono anche giudicate bene, solo che non hanno portato i risultati sperati; altre proprio sono el tutto inefficaci. Il risultato è comunque inequivocabile: non sono riusciti a contenere il deficit”. Invece per Siniscalco non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi per quanto riguarda lo sfondamento dei parametri di Maastricht perché anche “se si parlasse di sfondamento nel 2005 sarebbe small and temporary, piccolo e temporaneo, come previsto nelle categorie del nuovo patto di stabilità”.
Resta comunque da affrontare quello che viene indicato come il primo problema e cioè la crescita bassa. “Per il 2005 prevediamo una crescita del pil dell’1,2%”, cosa che sul deficit, spiega il ministro, “ha un effetto negativo: si sale dal 2,7% al 2,9%”. Poi ci sono “una serie di incognite, dal trattamento contabile delle Fs, al minor dividendo Enel per la vendita della quarta tranche, ad altre poste minori”. E dunque, “mettendo in fila questi, con la massima trasparenza, arriviamo fino ad un massimo del 3,5%”. Berlusconi invita il ministro dell”Economia a indicare le tappe dei prossimi interventi: decreto sulla competitività (che sarà approvata con la doppia fiducia nei tempi previsti), Dpef, intervento sull”Irap in finanziaria o anche prima; quindi la finanziaria e un nuovo intervento per lo sviluppo. Quanto all’occupazione, va bene anche quella, con “una costante positiva che è l’incremento continuativo del numero degli occupati e una discesa della disoccupazione all’8,1%”, dice Berlusconi.