Ricucire l’Italia, il manifesto

di Gustavo Zagrebelsky

L’anno anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia rischia di concludersi così. Così, come? Con una frattura profonda.

Sempre più e rapidamente, una parte crescente del popolo italiano si allontana da coloro che, in questo momento, sono chiamati a rappresentarlo e governarlo.

I segni del distacco sono inequivocabili, per ora e per fortuna tutti entro i limiti della legalità: elezioni amministrative che premiano candidati subìti dai giri consolidati della politica; referendum vinti, stravinti e da vincere nell’ostilità, nell’indifferenza o nell’ambiguità dei maggiori partiti; movimenti, associazioni, mobilitazioni spontanee espressione di passioni politiche e di esigenze di rinnovamento che chiedono rappresentanza contro l’immobilismo della politica.

Il dilemma è se alla frattura debbano subentrare la frustrazione, l’indifferenza, lo sterile dileggio, o l’insofferenza e la reazione violenta, com’è facile che avvenga in assenza di sbocchi; oppure, com’è più difficile ma necessario, se il bisogno di partecipazione e rappresentanza politica riesca a farsi largo nelle strutture sclerotizzate della politica del nostro Paese, bloccato da poteri autoreferenziali la cui ragion d’essere è il potere per il potere, spesso conquistato, mantenuto e accresciuto al limite o oltre il limite della legalità.

Si dice: il Governo ha pur tuttavia la fiducia del Parlamento e questo, intanto, basta ad assicurare la legalità democratica. Ma oggi avvertiamo che c’è una fiducia più profonda che deve essere ripristinata, la fiducia dei cittadini in un Parlamento in cui possano riconoscersi. Un Parlamento che, di fronte a fatti sotto ogni punto di vista ingiustificabili, alla manifesta incapacità di condurre il Paese in spirito di concordia fuori della presente crisi economica e sociale, al discredito dell’Italia presso le altre nazioni, non revoca la fiducia a questo governo, mentre il Paese è in subbuglio e in sofferenza nelle sue parti più deboli, non è forse esso stesso la prova che il rapporto di rappresentanza si è spezzato? Chi ci governa e chi lo sostiene, così sostenendo anche se stesso, vive ormai in un mondo lontano, anzi in un mondo alla rovescia rispetto a quello che dovrebbe rappresentare.

Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là d’ogni dignità personale dei suoi membri che, per “non mollare” – come dicono –, sono disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti e, con il voto, a trasformare il vero in falso e il falso in vero, e così non esitano a compromettere nel discredito, oltre a se stessi, anche le istituzioni parlamentari e, con esse, la stessa democrazia.

Sono, queste, parole che non avremmo voluto né pensare né dire. Ma non dobbiamo tacerle, consapevoli della gravità di ciò che diciamo. Il nodo da sciogliere per ricomporre la frattura tra il Paese e le sue istituzioni politiche non riguarda solo il Governo e il Presidente del Consiglio, ma anche il Parlamento, che deve essere ciò per cui esiste, il luogo prezioso e insostituibile della rappresentanza.

Dov’è la prudenza? In chi assiste passivamente, aspettando chissà quale deus ex machina e assistendo al degrado come se fossimo nella normalità democratica, oppure in chi, a tutti i livelli, nell’esercizio delle proprie funzioni e nell’adempimento delle proprie responsabilità, dentro e fuori le istituzioni, dentro e fuori i partiti, opera nell’unico modo che la democrazia prevede per sciogliere il nodo che la stringe: ridare al più presto la parola ai cittadini, affinché si esprimano in una leale competizione politica. Non per realizzare rivincite, ma per guardare più lontano, cioè a un Parlamento della Nazione, capace di discutere e dividersi ma anche di concordare e unirsi al di sopra d’interessi di persone, fazioni, giri di potere. Dunque, prima di tutto, ci si dia un onesto sistema elettorale, diverso da quello attuale, fatto apposta per ingannare gli elettori, facendoli credere sovrani, mentre sono sudditi.

Le celebrazioni dei 150 anni di unità hanno visto una straordinaria partecipazione popolare, che certamente ha assunto il significato dell’orgogliosa rivendicazione d’appartenenza a una società che vuole preservare la sua unità e la sua democrazia, secondo la Costituzione. Interrogandoci sui due cardini della vita costituzionale, la libertà e l’uguaglianza, nella nostra scuola di Poppi in Casentino, nel luogo dantesco da cui si è levata 700 anni fa la maledizione contro le corti e i cortigiani che tenevano l’Italia in scacco, nel servaggio, nella viltà e nell’opportunismo, Libertà e Giustizia è stata condotta dalla pesantezza delle cose che avvolgono e paralizzano oggi il nostro Paese a proporsi per il prossimo avvenire una nuova mobilitazione delle proprie forze insieme a quelle di tutti coloro – singole persone, associazioni, movimenti, sindacati, esponenti di partiti – che avvertono la necessità di ri-nobilitare la politica e ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e in coloro che le impersonano. Che vogliono cambiare pagina per ricucire il nostro Paese.

LE FIRME

Giancarla Codrignani, Giovanni Bachelet, Mauro Barberis, Michele Battini, Daria Bonfietti, Sandra Bonsanti,  Michelangelo Bovero, Lorenza Carlassare, Lella Costa, Nando Dalla Chiesa, Roberta De Monticelli, Claudio Fava, Alessandro Ferrara, Aldo Gandolfi, Paul Ginsborg, Olivia Guaraldo, Gad Lerner, Giunio Luzzatto, Gabriele Magrin, Valerio Onida, Fabrizio Onida, Moni Ovadia, Stefano Pareglio, Simona Peverelli, Barbara Pollastrini, Regina Pozzi, Marco Revelli, Onorio Rosati, Elisabetta Rubini, Franco Sbarberi, Michele Serra, Amalia Signorelli, Carlo Smuraglia, Corrado Stajano, Carla Stampa, Marco Travaglio, Giuliano Turone, Nadia Urbinati, Salvatore Veca, Vincenzo Vita, Ermanno Vitale

LE SIGLE

Anpi Nazionale, Arci Milano, Camera del Lavoro di Milano, Circoli LeG, Comitati X Milano, Le Girandole, Articolo21, Arci Provincia Varese, Nuovo Partito D’Azione, Saveria Antiochia Omicron, Segreteria Regionale UilTuCS Milano e Lombardia, SEL Milano, Coordinamento circolo Pd Quarenghi 8 Milano e GIP (democratici contro le mafie), API Milano, Benvenuti in Italia

111 commenti

  • Per completezza di pensiero.
    Ha ragione Gustavo Zagrebelsky, un cristiano non conosce rassegnazione, in quanto rassegnare è dare un messaggio, rassegnarlo ad un’altra persona, non è accettazione dell’immanente,disgregatore e distruttivo che porta la coscienza all’accettazione del male e all’annullamento della personalità. Non vi è cosa più odiosa di Dannunzio e del revanscimo. E’ l’errore più grande di un genere che vuole imporsi umano. Nessuno ha il diritto di tenere in una eterna guerra moltitudini di persone civili. In questo fu Isaia più grande del cosiddetto risorto ariano, mala coscienza dell’eclettismo dell’epoca che univa oriente ed occidente con dottrine antitetiche alla vita, sfociate nell’unico crimine, cancellare dalla faccia della terra le radici del cristianesimo. La chiesa dice che il comunismo, il Nazismo, il marxismo, siano il male assoluto, non gli ho ancora sentito dire del fascismo la stessa cosa, eppura vi sono prove chiare del suo essere male assoluto. Forse perchè non riesce a tagliare il cordone ombellicale con quel cesarismo che è ostinata ierocrazia, che determino,unendo le chiese cristiane nel nazifascismo,la cancellazione di dio dal mondo. Quel pantocratore che non sarà mai nostra pace. Parla tanto, o almeno ci prova, di martiri non violenti all’origine della chiesa, ma non dice del fascismo che è il male assoluto, anche se piego alla tirannide, l’Italia. La democrazia è tra le tirannidi la più accettabile, perche non risolve la libertà in violenza a differenza delle tirannidi che si dicono democrazie, come cercava di dirsi democrazia il fascismo. Il fascismo era contro la democrazia, il liberismo, la libertà di coscienza era quella chiesa cesarista, che come cesare risolveva in tirannide la libertà. Uccidere per libertà è un’ideologia da catastrofi imperdonabili.

  • Ha ragione Gustavo Zagrebelsky, un cristiano non conosce rassegnazione, in quanto rassegnare è dare un messaggio, rassegnarlo ad un’altra persona, non è accettazione dell’immanente,disgregatore e distruttivo che porta la coscienza all’accettazione del male e all’annullamento della personalità. Non vi è cosa più odiosa di Dannunzio e del revanscimo. E’ l’errore più grande di un genere che vuole imporsi umano. Nessuno ha il diritto di tenere in una eterna guerra moltitudini di persone civili. In questo fu Isaia più grande del cosiddetto risorto ariano, mala coscienza dell’eclettismo dell’epoca che univa oriente ed occidente con dottrine antitetiche alla vita, sfociate nell’unico crimine, cancellare dalla faccia della terra le radici del cristianesimo. La chiesa dice che il comunismo, il Nazismo, il marxismo, siano il male assoluto, non gli ho ancora sentito dire del fascismo la stessa cosa, eppura vi sono prove chiare del suo essere male assoluto. Forse perchè non riesce a tagliare il cordone ombellicale con quel cesarismo che è ostinata ierocrazia, che determino,unendo le chiese cristiane nel nazifascismo,la cancellazione di dio dal mondo. Quel pantocratore che non sarà mai nostra pace. Parla tanto, o almeno ci prova, di martiri non violenti all’origine della chiesa, ma non dice del fascismo che è il male assoluto, anche se piego alla tirannide, l’Italia. La democrazia è tra le tirannidi la più accettabile, perche non risolve la libertà in violenza a differenza delle tirannidi che si dicono democrazie, come cercava di dirsi democrazia il fascismo. Il fascismo era contro la democrazia, il liberismo, la libertà di coscienza era quella chiesa cesarista, che come cesare risolveva in tirannide la libertà. Uccidere per libertà è un’ideologia da catastrofi imperdonabili.

  • “…..sono disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti e, con il voto, a trasformare il vero in falso e il falso in vero, e così non esitano a compromettere nel discredito, oltre a se stessi, anche le istituzioni parlamentari e, con esse, la stessa democrazia.”
    Fino a quando, consentire questa situazione come normalità democratica?

  • Uno è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna (George Bernard Shaw)

  • Parole sacrosante, e di semplice buon senso, ma anche questo in questi tempi travagliati manca, e una associazione come la vostra fa bene a dirlo, e a ribadirlo, non so se il prossimo sabato potrò essere presente a questa vostra iniziativa, ma se non ci sarò, con il corpo ci sarò sicuramente con lo spirito, e comunque nel mio piccolo il mio ago e il mio filo sono a vostra disposizione

  • Egregi colleghi, (del Politecnico di Milano e dell’Università italiana)

    chinati sulle sudate carte della conoscenza, le uscite estemporanee della Ministra Gelmini, continano a suscitare in noi tutti commenti ed ilarità. Pensare di dare un futuro progressivo al nostro paese cancellando il carattere pubblico del sistema dell’Istruzione Università inclusa, rivela d’altra parte miopia e mediocrità in chi prende tali decisioni ma anche in chi le asseconda rassegnato. Ben venga dunque l’indignazione.
    Qualcuno ha scritto o detto, che l’unità (d’Italia) è stata resa possibile dai maestri, dalle levatrici e dai parroci senza i quali le enormi differenze sociali e geografiche del paese non avrebbero trovato la strada per risolversi in una sintesi nazionale. Ad essi vanno aggiunti gli emigranti che ne hanno consentito la crescita economica con il generoso sacrificio delle proprie esistenze per un bene comune.
    La generosità è oggi una merce rara e c’è però qualcosa di peggio della mediocrità, e dell’incompetenza, vale a dire l’uso del potere (legittimo) per sradicare i diritti duramente conquistati dai nostri nonni e padri solo al fine di perpetuare i propri privilegi. ed approfittando della crisi economica attaccare strumentalmente i diritti costituzionali. Non si spiegherebbe altrimenti l’inserimento di norme e codicilli trappola in provvedimenti di natura economica e finanziaria con i quali nulla hanno a che vedere. Questo vale per la giustizia, l’informazione, il lavoro e quant’altro volete.
    Rimando dunque due interventi di Repubblica di Luciano Gallino (sull’articolo 8 etc.) e Stefano Rodotà (sulle intercettazioni) che mi sembrano interessanti ed utili per una riflessione in proposito.

    Buona lettura

    Mario Fosso

  • Pingback: 8 ottobre tutti in piazza a Milano « ANPI CATANIA

  • Finalmente parole chiare senza infingimenti ed ipocrisie senza il doppio gioco di chi non intende prendere posizione per paura, per viltà, per convenienza. Pane al pane e vino al vino. Esplicitamente. questa è la nuova strada della verità e schiettezza che è alla base del rapporto leale tra cittadini della stessa comunità. Basta con le liturgie dei partiti che hanno dimenticato la Costituzione e con le sagrestie dell’affarismo che procaccia consensi falsi ed illegali (voto di scambio premessa della proliferazione della corruzione nelle istituzioni: mezzo governo indagato con accuse gravissime, il presidente del consiglio con accuse infamanti intento costantemente a sfuggire alla sue responsabilità, una cinquantina di parlamentari condannati definitivamente)

  • Questo manifesto è stato scritto e sottoscritto da chi non vede bene i segni della realtà o da chi ha tutto l’interesse a mantenere lo ‘status quo’ della situazione italiana

  • Non bisogna far passare il messaggio che la divisione del Paese sia razionale o addirittura conveniente. Le fratture all’interno di un popolo danneggiano tutti.

  • penso che molti cittadini non si siano allontanati dalla politica, ma da questa classe politica, dove la corruzione, interessi personali hanno prevalso sui problemi del nostro paese

  • Ringrazio per l’iniziativa e tutte che le persone che parteciperanno, io non potrò esserci fisicamente, ma il mio cuore è con voi. Non dobbiamo arrenderci MAI.

  • Pag. 264 del compendio della dottrina sociale della chiesa cattolica: La guerra in Iraq ( una guerra cosi condotta), non può che suscitare interrogativi giuridici e morali. Hanno presentato Silvio Berlusconi, come quello che era contro la guerra, in realtà era molto pro guerra e pro affari, tanto da rendere felici i suoi soci americani. Dire bugie è disumano, perseverare distrugge. La Russa in Tv disse che cosi potevamo accendere i termosifoni. Era meglio restare al freddo e al gelo, come nella notte dei tempi moderni. La pace nostra ostinazione. Chissà chi è il teologo di turno, che cerca di assolvere ciò che non può avere assoluzione. Per ciò che è cristiano è il Papa l’unico a poter dire cosa sia cristiano. Giovanni Paolo II , a chi a diverso titolo era coinvolto in quella guerra disse di non usare ne i principi ne i luoghi di culto della sua chiesa. Della verità non può dirsi passato da mettersi dietro le spalle.

  • Aderisco al manifesto e attendo la mobilitazione cui sono pronta per ri-nobilitare la politica, ed anche per parlare ai tanti cittadini che ne sono solo schiacciati e lontani.

  • Gran bella iniziativa “politica” che può restituire a questa parola il suo significato originario e più alto. Purtroppo, abitando a Roma, non sarò presente alla manifestazione.

    maria fausta adriani (insegnante in pensione)

  • Tutti in Piazza!!!!!!! Propongo anche di mettere una bandiera, un lenzuolo, una candela, insomma un simbolo al balcone o alla finestra per dire BASTA con questi cialtroni!!!

  • io sono molto più radicale del contenuto del testo, che in molte parti ovviamente condivido. secondo me si è varcata eccome la soglia della legalità, e da tempo. quando in parlamento siedono degli affiliati a logge massoniche eversive, quando la partitocrazia ha esteso il suo dominio illegalmente, rifornendosi di soldi nostri malgrado gli esiti chiarissimi dei referendum, quando supportiamo guerre dettate da potentati esterni senza il nostro consenso (e talvolta anche senza quello dell’ONU), quando siamo agli ultimi posti del pianeta per qualità dell’informazione, siamo già oltre la frontiera dell’illegalità; che poi questa sia accumunata a impunità, beh forse questa ne è la prova.

  • Gustavo Zagrebelsky for President della R.I.
    Chi altri potrebbero avere un più alto profilo costituzionale?

  • Egregio Prof. Zagrebelsky,
    Da anni vivo e lavoro fuori Italia, però mi mantego costantemente aggiornato sulla politica del nostro paese attraverso la lettura quotidiana dei maggiori giornali. Non potrò partecipare alla manifestazione dell’8 ottobre a Milano, ma dò il mio appoggio all’iniziativa di Libertà e Giustizia.
    Condivido le sue opinioni manifestate nella lettera “Ricucire l’Italia”, ma sono pessimista in merito al risultato.
    Tuttavia fare nulla è peggio.
    Buon lavoro e Viva l’Italia Libera e Giusta.

  • aderisco all’appello del prof. Zagrebelsky, in particolare quando indica i comportamenti che oggi risultano prudenti nel nostro paese. aggiungo che, dopo aver firmato in oltre 1,2 milioni dobbiamo vigilare affinché la casta, che sta tentando di appropriarsi – complici i mezzi di comunicazione – del tema legge elettorale, non blocchi ancora una volta la spinta al cambiamento. cordialità

  • In Italia ci si indigna ancora troppo poco. Ognuno pensa al proprio orticello fregandosene degli altri. Non esiste un progetto comune di solidarietà. Bisognerebbe manifestare molto di più per poter far sentire la nostra voce. Le motivazioni non mancano. Mi rivolgo in particolare ai giovani che avendo una famiglia alle spalle se ne stanno tranquilli, forse non hanno capito la gravità della situazione.

  • Zagrebelsky, lei è un grande uomo perché è un estremo difensore dei principi costituzionali i quali garantiscono alla nostra Italia la libertà. Sono d’accordo quando dice che la costituzione è costituita tale da un popolo sobrio per applicarla nei momenti alticci del paese. Io la vedrei come il prossimo Presidente della Repubblica, chi meglio di lei attualmente può rappresentare al meglio tutti gli Italiani. Aborro al solo pensiero di un Gianni Letta qualsiasi a rappresentare tale organo fondamentale, per un equilibrio del nostro paese.

  • Ricucire il Paese significa restituire al popolo italiano la dignità perduta per il diffondersi di un sistema di potere che ha trovato il massimo della sua espansione e degenerazione in una politica affaristica, prepotente, arrogante, sprezzante di ogni logica e sovvertitrice della normalità.
    Siamo ancora in tempo per tale operazione; solo che per rammendare i pezzi frantumati del tessuto sociale occorre un filo forte e resistente che lo ricostruisca e lo rigeneri.
    Responsabilità individuale, senso del bene comune, partecipazione, controllo sull’operato degli amministratori e dei politici sono il siero rivitalizzante del nostro Paese.
    Siamo in tanti e possiamo farcela a cambiarlo al meglio!

  • Pingback: Ricucire l’Italia « pdmilanocentro

  • Condivido il Manifesto e aderisco all’appello del Prof. ZAGREBELSKY … per un’Italia in cui il diritto di voto dei cittadini non degradi a mero diritto alla nomination …

  • In ASSOLUTO aderisco al manifesto del prof. G. Zagrelbesky e mi domando perchè in queste cose siamo in tanti e poi…….. Vorrei credere che finalmente il popolo italiano avesse capito che i brandelli devono essere sostituiti con una candida, trasparente, unica tela sulla quale sia possibile
    scrivere il senso della partecipazione attiva alla vita del Paese!

  • Condivido il manifesto del prof. Zagrebelsky ma ,sinceramente, non vedo chi potrebbe toglierci da questo scandaloso pantano in cui versa l’Italia.Di sicuro non lo faranno i partiti della cd sinistra,pd in testa, dal momento che,sopratutto il pd ,hanno gia fatto propria la famosa lettera della bce.Quindi rimane la società civile,rimanete voi luminari del diritto.Solo se voi decidete di fare politica attiva forse il popolo italiano vi darà la fiducia.

  • Il primo bene di un popolo come di una persona per se stessa presa è la sua dignità. E la dignità, infine, è fare il Bene a se stessi e agli altri. Inutile invocare, nelle diverse circostanze che possono accadere nella vita, il non essere competenti o lavarsene le mani con l’indifferenza o la neutralità. Si deve dare aiuto a chi ne ha bisogno facendo tutto il possibile. Ciò che pensa e scrive Gustavo Zagrebelsky nei suo libri (dignità, democrazia, dubbio, ricerca continua della verità, morale, spirito, ecc.) è prezioso, molto prezioso. “E poi, qualora anche si riesca ad agire conformemente ai desideri, si tratterà soltanto di una goccia nell’oceano. Sì. Ma cosa d’altro ci è dato di fare? Del resto, l’oceano non è fatto di gocce?”. G. Zagrebelsky. Queste parole esprimono la possibilità individuale di incidere sulla realtà per la libertà, la giustizia, il diritto e il bene di tutti. Un’approssimazione continua alla verità perché nella nostra vita possa abitare la pace. Andrea Ravidà Cividale del Friuli 4 Ottobre 2011

    “La cosa peggiore che possa capitare a chiunque è la perdita della dignità e del rispetto di sé”. Chinua Achebe

    “La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli”. (Aristotele)

    “La nostra dignità di persone deriva dalla nostra capacità di riflettere e di scegliere, cioè dalla nostra capacità di autodeterminazione e dal fatto che quindi siamo responsabili della nostra sorte. Quando si parla di dignità umana, ci si riferisce a questa responsabilità di decidere autonomamente”. Michael Novak

  • ISTITUIAMO UN VERO PARLAMENTO POPOLARE (TIPO LA DUMA RUSSA), AVENTE IL COMPITO DI CONTROLLARE L’OPERATO DEL PARLAMENTO UFFICIALE, CHE POSSA FARE ANCHE PROPOSTE DI LEGGI DI ORIGINE POPOLARE ED INTERFACCIATO CON IL WEB PER DIVULGARE RAPIDAMENTE TUTTO CIO’ CHE VIENE PROPOSTO ED ATTUATO NEL PARLAMENTO UFFICIALE
    - CIOE’ IL VERO INIZIO
    “DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA DEI CITTADINI”

    https://www.facebook.com/notes/movimento-antiberlusconiano-italiano/mobilitazione-del-15-ottobre-a-roma/10150333904689756

  • Condivido al 100% il manifesto del prof. Zagrebelsky, ma, mio malgrado, sto perdendo la fiducia nella possibilità di voltare pagina ed uscire dal pantano in cui il paese sta affondando. I nostri padri hanno liberato l’Italia e le hanno dato la costituzione più bella del mondo. Noi stessi abbiamo tanto combattuto per costruire una società più giusta, ampliare i diritti di cittadinanza, consolidare le istituzioni democratiche e ora siamo a questo punto: in mano ad un sistema si potere che pur di perpetuarsi non esita a calpestare quotidianamente la verità ed ogni minimo senso di giustizia. Gli italiani, ancora una volta, stanno pagando cara la propensione ad affidarsi all’uomo forte e carismatico (?!!) quale scorciatoia per risolvere le problematiche e le contraddizioni dello sviluppo, che richiedono invece ben altri approcci, oltre che lavoro e fatica a tutti i livelli della comunità nazionale. Ma tant’è, l’Italia ha sopportato 20 anni di fascismo e, a parte una minoranza che si è ribellata fin da subito, ha dovuto vedere gli orrori della guerra per liberarsene. Ora stiamo sopportando il ventennio del berlusconismo e non voglio certo fare paragoni, ma l’atteggiamento della maggioranza degli italiani non mi pare di netta e dichiarata volontà di indignarsi e di liberarsi di tale e tanta indecenza, ma piuttosto quello di ritirarsi nel privato, rifiutando la politica tout court. Ma cos’altro deve succedere e cos’altro deve fare ancora un governo allo sbando, tenuto insieme dalla fedeltà acritica ad un capo-padrone, che ancora oggi, in piena crisi economico-finanziaria, pone al primo posto le leggi ad personam (intercettazioni, prescrizione breve ecc.), perchè nel paese sorga un sussulto di dignità e spazzi via questo governo e questa maggioranza parlamentare di irresponsabili? Spero vivamente che le iniziative come quella dell’8 ottobre si moltiplichino e che tutti rialziamo la testa per riappropriarci della nostra dignità e del nostro futuro.

  • Partendo da una totale condivisione del manifesto di Zagrebelsky, vorrei porre l’accento su una questione, a mio avviso, fondamentale. La capacità di ribellione, d’indignazione di una parte sana del Paese non è che non ci sia, o sia debole, in realtà è frammentata. Dispersa in mille comitati civici, in associazioni e gruppi di lavoro sorti spontaneamente per specifici momenti ed obiettivi di lotta, localistici e su temi ambientalisti o di salvaguardia di beni comuni ( acqua pubblica, gestione rifiuti, Tav, ponte sullo stretto e così via) . E alla fine ciò che manca è la capacità organizzativa di collegare questo vasto arcipelago composto da cittadini volenterosi e impegnati in battaglie che hanno comunque come denominatore comune il bene del territorio, della salute collettiva e del mantenimento di spazi di legalità in contrapposizione a corruzione, mafie e sfruttamento.
    Se un soggetto politico atipico, non partitico, come Giustizia e Libertà fosse in grado di creare questa coesione, fondendo e moltiplicando le forze disponibili, scongiurando il rischio sempre presente nella cultura di sinistra delle contrapposizioni ideologiche e delle banali rivalità leaderistiche culminanti spesso in scissioni dolorose, ecco che allora si potrebbe compiere quel salto di qualità, in termini di rapporti di forza nei confronti di un Potere ricco e spregiudicato, che potrebbe portare realmente ad una ricucitura del tessuto di questo Paese sciagurato.

  • Libertà e Giustizia non sono parole ma moti dell’Anima, essi parlano di noi ci raccontano e ci rappresentano. Se stiamo in silenzio riusciamo a sentire la loro voce. Solo così possiamo esserne testimoni e garanti.

  • Condivido pienamente e aderisco, sono almeno tre lustri che aspettiamo che qualcuno decida di parlare chiaramente a tutti, compresa la c.d. opposizione. Un milione e duecentomila firme sono un segnale forte,o no?Andiamo avanti così, organizziamoci, siamo tanti

  • Pingback: Il manifesto di Zagrebelsky, c’è anche Andria | Il Domani Andriese

  • Piu’ che ricucire qui occorre operare profondamente e rimuovere il male. Io ci saro’ sabato. Arrivo da Copenhagen quindi non mi deludete. WIWA la Primavera (Araba) Italiana..

  • Seguo L&G e tutto ciò che scrive Zagrebelsky.
    Credo che ogni persona onesta, civile, giusta, saggia, stia male al pensiero di esser governato da una masnada di Truffatori osannata da un popolino di servi e lacchè.
    Quando il popolo italiano ritroverà la sua dignità smarrita nel 1993 davanti ad un imbonitore da baraccone, sostenuto e imitato da una opposizione SADO-MASO, saremo liberati dal pifferaio. Ma il berlusconismo sarà entrato come una macchia di fango in ogni italiano per bene. Non credo in un dio interventista e se c’è credo che guardi Mediaset. Cambiamo nome all’Italia: chiamiamola Italia 3. Elì, elì, lamma sabachtanì!

  • Naturalmente condivido appieno il contenuto del manifesto e voglio ancora credere che un’Italia migliore di questa sia possibile. Dopo tanto marciume, corruzione, privilegi della casta, inettitudine a governare, prepotenza, ignoranza, incitazione a condividere i “valori” di questi politici che ci governano …. dobbiamo avere il coraggio di alzare la testa , ribellarci a questi soprusi e dire finalmente: “BASTA” !.

  • Sono nato a Poppi e ringrazio Libertà e Giustizia per i 3 giorni della “Scuola di Poppi” a noi regalata nelle belle giornate del 16,17,18 settembre u.s. Il mio grazie si concretizza anche in questo modo:
    http://www.youtube.com/watch?v=WUsr8qmJxCA
    Un caro saluto a tutti i convegnisti e a Enrica di Bassano che qui riporto in voce con la proposta che ha generato la cosa. Brava.

  • Dignità della vita delle persone ed obbligo di riorganizzare la pubblica amministrazione per intervenire sugli sprechi.
    Ma forse è il caso che la mia generazione che ha delegato riprenda a muoversi.

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