Passigli: “Meglio il referendum del Mattarellum”

Con questa intervista a Stefano Passigli cerchiamo di dare informazioni a soci e simpatizzanti di LeG e a quanti sono interessati alle proposte per l’abolizione del cosiddetto Porcellum.

“Inizieremo la raccolta delle firme per abrogare la legge elettorale Calderoli, il cosiddetto ‘porcellum’, martedi 28 o mercoledi 29 giugno in tutta Italia” dice Stefano Passigli, 72 anni, docente di Scienza politica all’università di Firenze, ex senatore repubblicano e poi Ds-Ulivo, editore, ed ora promotore del referendum ‘Riprendiamoci il voto (fra gli aderenti finora Giovanni Sartori, Enzo Cheli, Umberto Ambrosoli, Andrea Romano, Domenico Fisichella, Claudio Abbado e tante altre personalità della cultura e della politica).
“Siamo sicuri di raccogliere più di 500 mila firme, che è la soglia minima per richiedere il referendum, entro la fine di settembre” continua Passigli. “Dovremo calcolare un margine di sicurezza e quindi pensiamo di ottenere circa 700 mila sottoscrizioni. Abbiamo già capito che la mobilitazione che sta nascendo attraverso la Rete, nella società civile, per sostenere la nostra proposta, è davvero notevole ed incoraggiante”.
Sono tre i quesiti (molto tecnici) del referendum, per “cancellare al più presto” la legge Calderoli e i suoi principali vizi antidemocratici: liste bloccate, premio di maggioranza abnorme, deroghe alla soglia di sbarramento, obbligo di indicazione del candidato premier. Passigli non dubita che il referendum sarà dichiarato “ammissibile” dalla Consulta, quando si esprimerà (inizio prossimo anno), anche se qualche dubbio è stato sollevato sul quesito che abroga le liste bloccate.
Se la consultazione, che potrebbe tenersi nella primavera 2012, darà un risultato positivo per i proponenti, la Camera sarebbe eletta con il metodo proporzionale, senza premio di maggioranza, con uno sbarramento al 4 per cento. Quindi i parlamentari non sarebbero più nominati dai segretari di partito, ma scelti tra i candidati con la preferenza unica.
A sostenere il suo referendum – chiedo a Passigli – ci sono già organizzazioni di partito o sindacali oltre ai rappresentanti della società civile? Il Pd, per esempio non sembra, per ora, aver preso la decisione di aiutarvi.
“Il Pd non si è dissociato dalla nostra proposta. Il partito ha formulato unitariamente un’ipotesi di nuova legge elettorale (un mix di maggioritario a doppio turno con una quota proporzionale e diritto di tribuna) e cerca di mantenere il massimo di unità al suo interno. Una minoranza di esponenti (tra i veltroniani e alcuni prodiani) pensano di difendere un sistema indifendibile, un maggioritario che ha prodotto un bipolarismo di coalizione che maschera una vasta frammentazione di partiti all’interno dei due schieramenti.
Per Bersani il referendum può essere utile al fine di accelerare un’intesa in Parlamento per una nuova legge elettorale. E anche nel nostro comitato ci auguriamo che nel Parlamento si trovi un accordo: comunque la legge che risulterebbe dal referendum sarebbe migliore del ‘porcellum’, la peggiore delle leggi possibili (e d’altronde dopo la consultazione, il Parlamento potrà migliorare e modificare la legge risultante).
In ogni caso, abbiamo i grandi sindacati che hanno dichiarato di essere favorevoli al referendum (renderanno formale questo orientamento in una prossima occasione), e poi abbiamo numerose adesioni anche dal centrodestra e dai partiti laici e liberali. I partiti di centro sono con noi e anche Sel, i verdi, i socialisti. Il ‘popolo viola’ e mi auguro anche ‘Libertà e Giustizia’. Nella stessa Lega, proprio Calderoli ha ammesso -in un recente dibattito- che forse col premio di maggioranza aveva sbagliato e che quindi non guardava con ostilità al referendum per abrogarlo. Insomma: possiamo contare su adesioni molto trasversali”.
Gli elettori sono davvero così sensibili al tema della riforma elettorale? Il referendum del 2009 Segni-Guzzetta fu un fallimento: non si corre lo stesso rischio?
“Quella consultazione fallì perché proponeva un bipartitismo che non teneva conto della storia del paese. Il nostro referendum ha due obiettivi : l’abolizione delle liste bloccate e del premio di maggioranza. I cittadini sono sensibili e attenti a questi argomenti. Anzitutto la gente vuole scegliere direttamente i propri rappresentanti. La democrazia si fonda su questo principio. Invece un Parlamento di nominati vìola proprio il criterio della democrazia rappresentativa, e non è un contro potere efficace nei confronti dell’esecutivo. Perché il capo del governo è colui che ha nominato la maggioranza dei parlamentari. E così viene meno un cardine democratico, cioè l’equilibrio e la separazione dei poteri.
“E poi il premio di maggioranza com’è concepito oggi concede il 55% dei seggi a chi ha il 35-40% dei voti. Un premio che non esiste da nessuna parte del mondo occidentale. E da noi col 55% dei seggi si può eleggere il Capo dello Stato. Una minoranza di suffragi nel paese si trasforma in maggioranza nelle istituzioni: se si vince col 40% vuol dire che il 60%, pur diviso, è contro quel governo. Non si può governare contro la maggioranza del popolo. È un abuso, è una legge che ritengo sia incostituzionale, profondamente, perché viola l’articolo 48, che prescrive che il voto sia uguale e libero per tutti gli elettori. Uguale: cioè deve avere uguale ‘peso’ nell’urna”.
Non sarebbe più semplice lavorare in Parlamento per approvare una legge di poche righe che riporti in vigore il ‘Mattarellum’ (maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi e rimanente 25% al recupero proporzio-nale, legge del 1993) che non aveva i difetti della Calderoli, pur non essendo perfetta (era l’ipotesi del giurista Zagrebelsky di qualche mese fa). Forse si troverebbe una maggioranza in Parlamento o no?
“Sono contrario a ripristinare per legge il ‘Mattarellum’, che ho sempre criticato, come d’altronde altri politologi (Sartori, Fisichella). Quel sistema aveva il difetto di creare frammentazione, e la causa della moltiplicazione dei partiti non era la quota proporzionale, ma la constatazione che se rappresento un piccolo gruppo non ho convenienza ad entrare in un partito grande, dato che non avrei nessun peso, schiacciato dalle correnti e gruppi di potere, mentre se mantengo l’identità e i miei 100-200 mila voti, posso negoziare la presenza in un collegio uninominale o nel- l’altro. Con effetti negativi sul sistema politico e dei partiti”.
Il ritorno al proporzionale previsto nel vostro referendum non ci riporta indietro nel tempo, a un sistema elettorale che i cittadini hanno già respinto? E anche Segni, Parisi e Barbera sono favorevoli al ripristino della legge ‘Mattarellum”.
“Segni e gli altri sono comprensibilmente legati alle battaglie che hanno fatto nel passato, ma essi si basano su un ragionamento sbagliato, che il maggioritario produce bipolarismo e il proporzionale frammentazione, instabilità dei governi e caos. Ma l’attuale ‘Porcellum’ è già proporzionale, corretto dal premio di maggioranza con effetti di frammentazione. E vorrei osservare che nella gran parte delle democrazie europee al sistema proporzionale corrisponde una competizione bipolare per il governo. In Germania, in Spagna. E in Gran Bretagna, il vero e tipico maggioritario non è più un sistema bipolare ma tripolare. Infatti il governo è stato deciso dopo le elezioni: i cittadini votavano un candidato al governo, ma non per un esecutivo. Quindi, voglio dire che a sistemi proporzionali può benissimo corrispondere una competizione bipolare (come accade in Europa), mentre il maggioritario a un turno (col doppio turno cambia tutto) non garantisce affatto il bipolarismo, anzi in Italia ha provocato frammentazione. Il ritorno al Tatarellum è un errore”.
La proposta di riforma elettorale elaborata del Pd la convince?
“Non ho nessuna difficoltà a sostenerla (l’ho criticata solo su un punto, sul criterio dello scorporo per la ripartizione del 30% dei seggi). Il sistema misto immaginato dal Pd ha il vantaggio di introdurre il doppio turno, che i politologi hanno sempre apprezzato; e poi mantiene una quota proporzionale, che dovrebbe essere accompagnata da primarie regolate per legge”.
Se, nonostante tutto, alle prossime elezioni si dovesse votare ancora con questa legge ‘Porcellum’, quali sarebbero le conseguenze?
“Avremo di nuovo una coalizione di governo disomogenea: quindi potrebbe vincere le elezioni anche con largo margine ma non riuscirebbe a governare. Comunque mi auguro che questo governo cada al più presto, perché non fa gli interessi del paese e un esecutivo che rema contro il ministro dell’Economia non può ragionevolmente continuare a operare. Quando il governo cadrà, mi auguro di non andare subito alle urne; ma spero nella formazione di un esecutivo di larghe intese, che approvi una nuova legge elettorale e prenda misure serie, ormai indilazionabili, in materia economica.”

13 commenti

  • Come fa chi ha buon senso e chiara percezione dei disastri per la democrazia e la libertà di questo Paese prodotti in questi anni dal sistema elettorale padronale imposto dalla destra al potere a legislatura quasi scaduta per impedire il successo elettorale di Prodi,a non essere d’accordo con Stefano Passigli ?.

  • Sì al referendum, con grande convinzione. Se poi in Parlamento approveranno una legge elettorale accettabile, si farà un passo indietro. Ma c’è da dubitarne fortemente: il Porcellum, sotto sotto, piace a molti, non solo nella maggioranza, perché affida di fatto ai partiti l’elezione dei deputati.
    Credo, inoltre, che l’approvazione dei quesiti referendari possa aprire, in sostanza, la strada a uno scenario di tipo “tedesco”, comunque più chiaro dello stesso Mattarellum, e lontano dalle pericolose forzature del premio di maggioranza.

  • Vorrei sapere come aiutarvi per raccogliere le firme.Questa volta sento davvero l’esigenza di partecipare attivamente.

  • Pronto a firmare, anche se nutro seri dubbi sulla reale volontà delle principali forze politiche di sostenere questo referendum.

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    QUINDI I PARLAMENTARI NON SAREBBERO PIÙ NOMINATI DAI SEGRETARI DI PARTITO, MA SCELTI TRA I CANDIDATI CON LA PREFERENZA UNICA
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    Se capisco bene il concetto, si ritornerebbe alla stato esistente prima dell’introduzione del Porcellum. Non c’é dubbio alcuno che sarebbe un sostanziale passo in avanti e che l’Italia – con questo passo indietro – darebbe un altro segno di vita dopo l’ignobile silenzio di quasi un ventennio. Il Porcellum é stato, infatti, un feroce colpo alle spalle alla Democrazia che dovrebbe farci tutti arrossire di vergogna, sia che di questo vile atto siamo stati diretti responsabili, sia che ne siamo stati testimoni omertosi.

    Ma ritornare allo stato antecedente al Porcellum NON basta! Non basta perché ai Partiti verrebbe tolto il potere di “nominare” i Parlamentari, ma NON il potere di “scegliere” – DI FATTO – i candidati al Parlamento.

    Noi dovremmo portare il diritto di “scegliere” i candidati al Parlamento direttamente nelle mani degli Elettori, NON soltanto nelle mani degli Elettori “militanti” del Partiti. Ogni singolo Elettore – militante o indipendente – dovrebbe avere il diritto/dovere di DICHIARARSI DISPONIBILE a “servire in Parlamento”.

    La lezione che abbiamo imparato recentemente sia da Napoli sia dai Referenda é che l’Italia cerca – molto SAGGIAMENTE – la CREDIBILITÀ della Persona a cui affidare la responsabilità della gestione della Cosa Pubblica, e NON più la credibilità dei Partiti polîtici a cui ha invece BOCCIATO, ben quattro Leggi porcata.

    Attenzione a non mancare questo punto assolutamente CRUCIALE: in un’Italia ridottasi ad essere OSTAGGIO dei Partiti – tutti i Partiti, nessuno escluso! – l’Italia pulita, l’Italia sana, l’Italia che si identifica con lo Stato, l’Italia che finalmente si ribella ad essere ancora ‘sanguisugata’ dai parassiti dell’antistato che si annidano e sono un tutt’uno con i Partiti, questa Italia che reagisce CHIEDE il diritto di “SCEGLIERE direttamente” gli Uomini e le Donne da mandare in Parlamento.

    LIBERA dalla ‘monnezza’ putrescente dei Partiti!!!

    jb Mirabile-caruso.

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    LA TV CI ADDORMENTA FINO ALL’IMBECILLITÀ. LA RETE, INVECE, CI SVEGLIA FINO ALLA GENIALITÀ
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  • L’importante è che vengano divulgate le logistiche per le sedi ove si raccoglieranno le firme ed il programma di attività organizzativa. Ove andare a firmare è estremamente importante: per esempio a Modena dove si andrà? Bisogna fare presto perchè si deve cambiare questa “porcata” prima delle prossime elezioni, visto come il berlusca si sta operando in prospettiva a questo evento!…guarda caso, la manovra economica di sudore e sangue, l’hanno scaricata verso il 2013 e 2014 quando probabilmente, me lo auguro fortemente, lui e la sua cricca perderanno, quindi ha avuto l’idea di scaricare sui “vincitori” la piccola bazza di recuperare ed in fretta ben 40 Mld!!!

  • fate presto è necessario sfruttare il vento favorevole, per cambiare questa brutta fotografia che ci rappresenta all’estero e non solo a causa dell’impresentabilità di B e dei suoi servi.

  • Pingback: Pd diviso sulla legge elettorale: due referendum dallo stesso partito | Libertà e Giustizia

  • @salvo
    Veramente Prodi ha vinto grazie al premio di maggioranza, dato che alla Camera aveva il 49,8% dei voti che, com’è noto, non consegna la maggioranza dei seggi.
    La realtà è che in tutti i paesi al mondo con una legge elettorale funzionante le coalizioni che hanno la maggioranza relativa dei voti conquistano la maggioranza assoluta dei seggi. In Spagna il sistema è proporzionato ma con collegi molto piccoli che sostanzialmente fan sì che i seggi siano ripartiti quasi unicamente tra i due più grandi partiti. In Germania il sistema è per metà maggioritario e comunque la quota proporzionale ha una soglia al 5% e con una disposizione che consente a chi ha ottenuto meno seggi nella quota proporzionale di ottenere seggi supplementari (infatti il numero di parlamentari è variabile).
    In Italia con questo referendum si tornerebbe ad un sistema che in nulla incentiverebbe all’alternanza: tant’è che in nessuna delle elezioni degli anni passati, se si fosse votato con il proporzionale, la sinistra sarebbe andata al governo: ne nel 1996 (il Polo prese più voti), ne nel 2008 (L’Unione prese più voti ma non la maggioranza assoluta di essi).

  • Pingback: Castagnetti: Porcellum da abrogare senza se e senza ma | Libertà e Giustizia

  • Pingback: » Castagnetti: Porcellum da abrogare senza se e senza ma » Pierluigi Castagnetti Blog

  • Attenzione al referendum che si firma.

    La raccolta di firme per proporre un referendum che abroghi realmente il Porcellum, e cioè i quesiti Passigli, è stata boicottata dal solito ceto politico che pensa solo ai propri interessi di casta.

    Appropriandosi degli stessi slogan, è stata infatti avviata una diversa iniziativa referendaria, che non cambia la sostanza del Porcellum, ma soltanto il nome della legge, proponendo un inutile ritorno al Mattarellum.

    In molti, purtroppo, stanno cadendo nell’errore, e nella convinzione che si tratti della stessa iniziativa, la stanno promuovendo.

    http://www.riforme.info

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