Come eravamo e come siamo sotto Berlusconi

11 Ott 2010

Sedici anni da quando Silvio Berlusconi “scese” in politica e molti, molti di più da quando cominciò a conquistare con le sue televisioni mente e cuore di tanti italiani. Come eravamo allora e come siamo oggi, società in cerca di democrazia e giustizia, informazione e uguaglianza, di politica senza ricatti e dossier. A Firenze, dal 15 al 17 ottobre storici e studiosi si riuniscono per fare il punto.

Sedici anni da quando Silvio Berlusconi “scese” in politica e molti, molti di più da quando cominciò a conquistare con le sue televisioni mente e cuore di tanti italiani. Come eravamo allora e come siamo oggi, società in cerca di democrazia e giustizia, informazione e uguaglianza, di politica senza ricatti e dossier; senza l´umiliazione delle donne e il tradimento della laicità.
L´abbiamo vissuta e raccontata di corsa, questa Italia dell´era del “berlusconismo”. Ogni giorno una storia, uno scandalo, una polemica, un caso. Ogni giorno un passo verso una profonda trasformazione del nostro essere italiani. Ognuno di noi è cambiato non solo per il naturale scorrere degli anni, ma per qualcosa di diverso, di unico che ci ha trascinato verso la sponda che molti chiamano “deriva”, culturale, sociale, politica. E´ venuto il momento di fermarsi e pensare. E´ venuto il momento di studiare davvero questa nostra Italia. Non lo aveva mai fatto nessuno, in maniera sistematica e complessiva.

È stato deciso di provare a farlo la settimana prossima a Firenze, con un convegno di tre giorni (dal 15 al 17 ottobre).
È un obiettivo ambizioso, quello di riuscire a cogliere il significato profondo del messaggio berlusconiano e del suo impatto sulla gente, sulle istituzioni, sulla storia del nostro Paese, cercando di scrutare quel tempo che normalmente ci assilla e ci rende schiavi della dittatura della cronaca quotidiana. Così, sotto la saggia regia di Paul Ginsborg, storico ma anche uomo della società civile, si sono incontrate competenze e energie diverse: la rivista di storia contemporanea “Passato e Presente” e Libertà e Giustizia, l´associazione nata nel 2002 e ormai diffusa in tutta Italia. La società civile, abituata alle mobilitazioni improvvise, alle piazze, ai cortei, oltre che alle scuole di formazione politica, insieme a professori e studiosi ed esperti con una visione forse più abituata all´analisi ma certo non meno appassionata.
Insomma, abbiamo detto insieme: fermiamo il tempo di questa vicenda dominata dall´attuale capo del governo e esploriamo il cono d´ombra nel quale siamo finiti. A Firenze verranno dunque le persone più preparate a parlarci di lavoro e di Chiesa, di finanza, di maschilismo e corruzione, di cultura di destra e di televisione, di razzismo, delle parole e del linguaggio che oggi esaltano un “regime”. Parleremo di Berlusconi come lo vede il mondo oltre i nostri confini e di democrazia minata. Parleremo senza eufemismi di povertà della politica e di società civile. Saranno insieme Gustavo Zagrebelsky e Marco Travaglio, Ezio Mauro e Marco Revelli.
Credo che sia molto importante che questo primo tentativo di esaminare con uno sguardo complessivo la società e lo Stato “nell´era del berlusconismo” abbia luogo a Firenze, una città così abituata a distinguere senza ritardi la piega degli avvenimenti, a studiarli, a giudicarli e anche a schierarsi di qua o di là, spesso senza tentennare: generosa e impulsiva. Una città che vide uno straordinario fiorire di proteste e di impegno nei primi anni duemila, e che oggi è ancora all´avanguardia, con il coraggio e l´energia e soprattutto con la preparazione culturale per fermarsi a studiare e riempire il vuoto lasciato dal correre del tempo.
Perché è da qui, da pensieri onesti e da analisi senza pregiudizi come quelli che animeranno la tre giorni su Berlusconi, che potrà nascere l´Italia migliore che tutti vogliamo, più giusta, più libera, più attenta ai diritti di tutti, alla cultura della memoria e al fascino del futuro. Dal “sapere”, anche se scomodo, e dall´aver capito quei tanti passi che tutti abbiamo compiuto in questi decenni.

Questo articolo è stato pubblicato domenica, 10 ottobre 2010 sulle pagine fiorentine di Repubblica

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