Lessico del populismo e della volgarità

Apriamo ai navigatori la rubrica ideata dal professor Zagrebelsky. L’intenzione è quella di raccogliere parole, espressioni, modi di dire usati in maniera difforme, a volte persino contraria al loro significato. Vi proproniamo dunque un’analisi di quelle espressioni che una volta significavano una cosa, o niente, ma che nell’attuale temperie politica vengono usate con tutt’altra connotazione. La raccolta darà come risultato il Dizionario del populismo.

Ecco, di seguito, le voci raccolte fin qui. Affidate ai commenti a questo articolo le vostre proposte. Oppure mandatele alla mail redazione@libertaegiustizia.it

Mettere (non mettere) le mani nelle tasche degli italiani di Gustavo Zagrebelsky

Condividere la memoria storica, di Sandra Bonsanti

Essere radicati nel territorio di Giuseppe Volpe

Esporre alla gogna mediatica di Giuseppe Volpe

Scendere in campo di Maria Grimaldi

La magistratura vuole sovvertire il voto di Elisabetta Rubini

Il presidente del Consiglio non ha poteri di Filippo di Robilant

Gli italiani non sono così cretini da non capire... di Valentino Casali

Vogliono sovvertire il voto degli italiani di Andrea Spanu

Siamo contrastati dai poteri forti di Andrea Spanu

Ghe pensi mì, lunedì di Citizen Journalist

Parlare il linguaggio della gente di Franco Bertini

Si è dimesso per senso di responsabilità di Filippo di Robilant

Non fare una macelleria sociale di Fernando Fratta

Teatrino della politica – basta con il di Santi Di Bella

291 commenti

  • silvia ricordy scrive:
    5 luglio 2010 alle 02:01

    Gioanni Caporale scrive:
    5 luglio 2010 alle 12:08

    se sfogliate i commenti, fin dall’inzio molti di noi si sono espressi su quel lessico

  • “senza se e senza ma”:

    espressione utilizzata spesso dai politici italiani dal glossario delle frasi fatte
    (http://it.wikipedia.org/wiki/Glossario_delle_frasi_fatte_(S))
    (ultimo tentativo di applicazione dei dettami derivanti da questa frase fatta: “chi vota contro Brancher se ne va dal Pdl”, attribuibile al presidente del consiglio contrario alla richiesta di dimissioni di Brancher, avanzata dai componenti finiani della sua coalizione di Governo e dall’opposizione).
    In realtà la politica (http://it.wikipedia.org/wiki/Politica) non è un enunciato apodittico kantiano.

    Esempio: “Chi ruba è un ladro”. Compito della politica è determinare, di concerto con la società civile e le altre rappresentanze democratiche, quali siano state le condizioni materiali che hanno spinto l’individuo a rubare.
    Un disoccupato che ruba tre euro, quando abbia agito tutto il possibile lecito per uscire dal suo stato d’indigenza, e non vi è riuscito, non deve essere giudicato colpevole come un Ministro che ruba tre euro. Si prendano tre euro come cifra simbolica dell’esempio.

  • “senza se e senza ma”

    L’attribuzione di questa frase, fatta populismo, è incerta: alcuni sostengono sia stata pronunciata, per la prima volta, da Fausto Bertinotti, altri da Sergio Cofferati. Incontrovertibile la sua applicazione estrema: il presidente del consiglio Silvio Berlusconi emanò il suo implacabile dictat “o con me e Brancher ministro o fuori dal Pdl” il 2 luglio 2010, e sappiamo poi tutti come andò a finire (Aldo Brancher, “ministro dei diciotto giorni”).
    La politica ( http://it.wikipedia.org/wiki/Politica ) non è un enunciato apodittico kantiano.
    In un Paese dove i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge perchè “qualcuno è più uguale di altri” (vedi scudo e superscudo per ministri ed alte cariche), l’applicazione della legge dev’essere davvero “uguale per tutti”?
    Può un disoccupato che ruba tre euro, nonostante abbia agito tutto il lecito possibile per uscire dalla sua condizione di indigenza, e non essendovi riuscito a causa dell’assenza di lavoro, essere giudicato colpevole come un Ministro che ruba tre euro? Può un cittadino costretto a rubare da una mala politica che, arricchendosi a titolo personale, ha frantumato la classe sociale media e non ha saputo creare le condizioni di prosperità, costituirsi parte civile in un giudizio contro la stessa mala politica?
    Si prendano tre euro come cifra brechtiana politica, simbolica dell’esempio.

  • Effettivamente l’elenco possibile risulterebbe pletorico. Provo a ricordare solo alcuni dei modi in cui normalmente si esprime il lessico populista.

    “Non accettiamo lezioni di … da … “, per dire: Tizio ci ha presi in castagna, ma avrà a pentirsene.

    “Occorre abbassare i toni”, detto puntualmente dopo che chi si è beccato un ignobile affronto abbia reagito sdegnosamente, e mai tra l’affronto e la reazione.

    “Questo è uno sciopero politico”, frase tipica di chi lo sciopero lo abolirebbe tout court, col consenso della famigerata “maggioranza silenziosa” cui di norma si rivolge quando manda simili messaggi. La considerazione poi che un fenomeno o una questione che coinvolgan più soggetti sociali assuma di per sé un connotato eminentemente politico non li sfiora nemmeno, per il semplice fatto che la politica loro la vedono sempre come fumo negli occhi e la concepiscono appunto come l’insieme di ogni cosa suscettibile di ostacolare l’interesse autocrate di pochi, che – chissà mai perché, ma sono molti ad esserne convinti – dovrebbe invece rappresentare il faro di tutti.

  • “Ho troppa stima dell’intelligenza degli Italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possono votare facendo il proprio disinteresse.”
    Democrazia!

  • “Non ho scelto io la politica: mi è stata imposta dalla storia.”
    Già la Storia! Vorrei vivere tanto per leggere come, nel futuro, verrà raccontato questo periodo storico.

  • blindatura
    Le espressioni ‘manovra blindata’ o ‘provvedimento blindato’ o simili evocano, disgraziatamente, la sensazione di una presa di posizione forte del governo per imporre a parlamentari indecisi o riottosi decisioni impopolari ma indispensabili per il bene del paese.
    La ‘blindatura’ può consistere in una pesante catechizzazione degli appartenenti allo schieramento di maggioranza ovvero nell’utilizzo della vera e propria ‘arma letale’ del ricorso al voto di fiducia.
    Si vorrebbe, in tal modo, far passare l’idea della priorità del ‘decisionismo’ o del ‘governo del fare ’ sulla presunta vacuità del dibattere e sui ritardi intollerabili che il ‘perdersi in chiacchiere’ comporterebbe.
    Molto raramente ciò è vero. Certamente non lo è quando le ‘blindature’ siano reiterate e riguardino non provvedimenti urgenti che comportino ‘lacrime e sangue’ bensì bizze o priorità personali del capo del governo o, da questi fatte proprie, esigenze di questo o quel membro del suo più stretto entourage o dei suoi alleati di coalizione.
    Nella maggior parte dei casi la ‘blindatura’ è una confessione di debolezza, l’ammissione di una mancanza di condivisione all’interno della maggioranza. Zittire, o cercare di zittire, il dissenso con la ‘blindatura’ è, più spesso che no, rivelatore di un atteggiamento autoritario/aziendalistico che, come talune proteste cercano a volte di sottolineare, vuol svuotare il parlamento delle sue funzioni.
    Chi senta puzza di ‘regime’ quando si ‘blinda’ troppo, avrà magari il naso un po’ troppo delicatino. Poiché, tuttavia, non si riesce ormai più a pensare abbastanza male (la realtà supera sempre l’immaginazione), meglio un naso delicato che un naso otturato (e la bocca, gli occhi e le orecchie coperti delle proverbiali tre scimmiette ‘sagge’).

  • Pingback: libertaegiustizia.it : Il Lessico Del Populismo | Vieni Da Zio

  • “Fini fuori dalle palle”
    Anche qualche cantante ( Iva Zanicchi) si tuffa nell’arena politica usando un linguaggio” forbito” e accampando il diritto di poter dire qualunque cosa in quanto legittimati dalla vittoria al Festival di San Remo: insomma la politica cantata!

  • “lenzuolata”
    “Ogni giorno, da molti anni, seguo direttamente la stampa straniera, in particolare quella inglese e americana: mai mi e’ capitato di imbattermi in ‘lenzuolate’ di intercettazioni”
    Dichiarazione di Capezzone che si appropria di un termine ricollegabile alle “lenzuolate ” di BERSANI.
    Insomma la politica delle lenzuola o sotto le lenzuola!

  • “Creiamo un esercito del bene contro l’esercito del male, una forza popolare, un vero e proprio esercito di difensori e di promotori della libertà.”
    Dichiarazione da cui traspare una visione manichea della politica con l’aggravante, a mio parere, che l’attuale Premier voglia essere lui stesso a stabilire ciò che è bene e ciò che è male. Anche il nostro progenitore ,Adamo, si fece prendere da questa tentazione ed ancora oggi ne paghiamo le conseguenze (mi riferisco ai Cristiani).

  • A proposito di amore:
    “Non esistono scontentezze interne. I contrasti dipinti dai giornali sono pura fantasia. Tra di noi c’è grande stima, motivazione e affetto reciproco. ”
    Chissà perché poi qualcuno grida”Fini fuori dalle palle!”

  • “Abbassiamo i fucili”:

    il guerrafondaio Umberto Bossi declina, a modo suo, il dibattito politico. Dopo l’arresto di Piergianni Prosperini, assessore milanese della Lega Nord, accusato di traffico d’armi con l’Eritrea, e nonostante in questi giorni stiano emergendo infiltrazioni malavitose e collusioni politiche, a tutti i livelli delle istituzioni democratiche italiane, soprattutto nell’area politica di centrodestra, il leghista Umberto Bossi persevera nella scelta di utilizzare il linguaggio della violenza militare, in questo caso quella nei confronti di un condannato agita dal plotone militare durante l’esecuzione della sentenza di morte.

  • Giacobini da una parte e 4 sfigati in pensione dall’altra ( lo statista il 13 luglio 2010)

    Cosa dire di quest’ultima uscita, espressione, grammatica ?

    che è un film stile i mostri anni 60?

    che è una grammatica antiUomo, stile Mangano è un eroe ?

    il tutto, a ripetizione bombardamento, in onda direttamente dalla bocca della verità della neolingua condivisa con il corpo del paese, dalle labbra dello statista,per la plateacatodica degli scaffali dei consumatori elettori di quest’ultimo ventennio, ben radicato nel decennio precedente, il mostruoso decennio degli anni 80, compreso il parto del piano di rinascita democratica con il benestare di tutti,tranne qualche commissione ribelle stile anselmi
    ———————-
    si pensava di aver toccato il fondo con altre grammatiche antiUomo , ma non c’è limite , così come non c’è nel linguaggio delle storie di ordinaria follia dei dialoghi di tuti i gironi infernali dei giorni…la parola sfigato è entrata moltissimo nel vocabolario di tutti i giorni, lo può sapere solo chi è rimasto alquanto plebeo,frequentando tessuti umani di ogni tipo,

    ormai i parametri del modello unico di vivere e pensare ,ha contaminato sotto ,sopra, sinistra e destra e solo se sei rimasto plebeo come loro,ma essere pensante con la tua testa , li vedi e li piangi, dagli abissi e le altezze della libertà dell’essere nella propria solitudine…gli asociali sarebbero loro, ma paghi il prezzo di essere tu l’asociale, pur di noncondividere il loro “gergo”, generato dentro quegli ambienti popolari per primi piu vicini ai modelli di successo sempre in auge nel nostro paese, drive-in,scherzi e amici miei, italiani e il loro apparire, tutti gli ingredienti eros e priapo,”calcio figa e motori”, fallocrazia,

    sfigato , in questo caso del 13 luglio , usata al contrario, proprio per annacquare l’evidente marcio del sistemap2aese, stile scajola ” amia insaputa” , ma molto molto più efficace

    giacobini invece è una bella(?) espressione dei sinonimi alla più nota già usata dei “terroristi”, quella che venne introdotta con forza al noto attentato del 13 dicembre 2009, già passato di moda,cosa troppo ridicola e grottesca compreso lo show dei cerrotti e don verzè, eterno eroe e tutore

    c’è da dire che mettendosi nei panni dello statista, forse la parola giacobini non rende come la parola terroristi,

    lo stato di ignoranza della videocrazia, ha già dimostrato ampiamente che un po’ a tutti hanno fatto comodo gli italiani ignoranti, quindi di sfigato tutti sanno dire ogni abc, mentre di giacobino potrebbe pensare di tutto e di più ,inventadosi ogni significato, un po’ come quelli che intervistano nelle selezioni del grande fratello e da cui escono le barzellette,

    barzellette come quelle dello statista, con l’unica differenza che le sue sono tutte studiate,mentre quelle dei “fratelli” sono tutte spontanee ,allo stato brado di totale incoscienza del p2aese in cui sono stati abbandonati come in un carcere senza un libro,senza storia, buttando via ogni chiave.

  • sfigati (quattro pensionati – “P3”)
    C’erano un tempo, nei mercati settimanali di paese, i venditori di stoviglie che si esibivano in vere e proprie vette di abilità nel far volare i piatti, sbatterli l’un contro l’altro per dimostrarne l’ infrangibilità , accompagnando l’esibizione con un torrente semi-ipnotico di parole in libertà inframmezzato dal ritornello: “Non sono qui per vendere, ma per regalare.” In tempi in cui la televisione nelle case non c’era, era questo uno spettacolo che attirava, divertiva e, tutto sommato, forse neppure danneggiava. Nessuno credeva a una parola del venditore; se ne ammirava però l’arte oratoria e mimica e, quanto ad acquistare, la diffidenza era somma.
    Dicono che Mr B sia un grandissimo venditore. Può darsi. Ma venditore, appunto, da mercatino di paese. Ha successo solo perché gli acquirenti si sono fatti, per varie ragioni, meno avvertiti. Dovrebbe, tuttavia, esserci un limite morale al livello di ‘fregatura’ che si gioca a tirare al pubblico.
    L’affermazione “sono solo quattro sfigati pensionati” a proposito della cosiddetta vicenda “P3” che vede, tra gli altri, coinvolto il coordinatore del suo partito, supera di gran lunga tale limite. A parte che dovrebbe essere spiegato cosa ci sia di risibile nella condizione di ‘pensionato’, l’affermazione suona pressappoco come se un medico dicesse a un paziente: “Non si preoccupi, lei ha solo quattro cellule tumorali sfigate.” Intanto ‘ sfigate’ perché? Perché sono state scoperte in tempo? Perché il medico è in grado di annientarle? Siamo sicuri? Ma ‘sfigate’ o non ‘sfigate’ sono, prima di tutto, cellule tumorali e nessun paziente si sentirà particolarmente rassicurato dalla minimizzazione umoristica del medico. Anzi, probabilmente si rivolgerà a qualche altro specialista perché chi minimizza la diagnosi, si può legittimamente sospettare, minimizzerà anche l’urgenza e le risorse della cura.
    Hitler fu anche definito l’”imbianchino di Vienna”. Chi prese per buona, alla lettera, quell’ironia fu tra quelli che pagarono il prezzo di tanta leggerezza nel giudizio. Chi aggiunse quell’espressione a giudizi molto più appropriati, rafforzò semplicemente la sua condanna. Prima, dunque, la condanna senza mezzi termini e poi, come ciliegina sulla torta, l’ironia.
    Mr B avrebbe anche potuto permettersi di fare dell’umorismo sulla vicenda “P3” se all’umorismo avesse fatto precedere la doverosa condanna: “Sono dei criminali pericolosi.” Ma non lo poteva fare. E’ gente del suo giro, del suo sistema di potere.
    E’ lo stesso meccanismo che gli ha fatto dire dello stalliere/fattore Mangano: “E’ stato un eroe” omettendo ciò che la giustizia ha dimostrato oltre ogni ombra di dubbio. Che era un criminale.
    E’ lo stesso meccanismo che gli ha fatto dire che “Mussolini, gli oppositori li mandava in villeggiatura nelle isole”. Il resto del ventennio fascista non conta.
    E’ lo stesso meccanismo che gli fa fare dello spirito su coloro che furono gettati fuori dagli aerei in Sudamerica e su coloro che muoiono di AIDS. Sdrammatizziamo!
    E’ lo stesso meccanismo che gli fa opporre alle critiche dell’europarlamentare Schulz l’offerta di un ruolo come Kapò in un film. Non argomenti, battute.
    L’elenco sarebbe sterminato.
    Fare dello spirito, minimizzare, ridurre tutto all’avanspettacolo. E’ questo essere statisti? E’ questo il senso di responsabilità istituzionale e politica che il popolo italiano trova giusto plaudire? Purtroppo sembra di sì. Diversamente dai nostri vecchi, ci piace evidentemente l’idea di avere qualcuno che non è qui “per vendere, ma per regalare”. Come si fa a non credere a uno con la lingua così sciolta? E poi ce le dimostra le cose, con i piatti che volano, che sbatacchiano gli uni contro gli altri senza rompersi.
    Si romperanno a casa nostra, la prima volta che proveremo a lavarli. E non avremo nemmeno più i soldi per comprarne altri da un venditore più onesto.
    Povera Italia. Poveri noi.

  • Campioni del mondo 2010

    Riferisce la stampa che il nostro Presidente del Consiglio, il 12 luglio a Milano, nel corso del Forum Euromediterraneo, ha pronunciato, tra altre facezie anche la seguente: (Adnkronos) – ”La Spagna ha vinto il campionato del mondo di calcio, la Spagna e’ un Paese del Mediterraneo come noi e quindi abbiamo vinto anche tutti noi”.
    Parrebbe che qui ci sia l’applicazione di un concetto filosofico di nome ‘sillogismo’ che, seguendo l’esempio così autorevolmente propostoci, potrebbe anche essere riformulato come segue:
    - il signor Berlusconi possiede molte ville e un mucchio di quattrini
    - il signor Berlusconi è italiano
    - ogni italiano possiede molte ville e molti quattrini
    Ora, a prescindere da questa logica stringente, è ragionevole ritenere che se uno qualsiasi di noi, italiani qualunque, si presentasse a Villa Certosa, in Sardegna, a reclamare, ad esempio, il ‘proprio’ cactus, la delusione sarebbe cocente e il seguito forse anche sgradevole.
    Meglio non insistere in questa direzione anche perché, si sa, la filosofia spesso non ha i piedi per terra e non è sempre politicamente opportuno attenersi alla fredda logica.
    Restando terra terra verrebbe da chiedersi perché, visto che la Spagna è un paese europeo, debbano essere escluse dalla rosa dei ‘co-vincitori’ del campionato del mondo di calcio le nazioni non mediterranee dell’Unione, come il Regno Unito, la Germania, l’Olanda e … la Slovacchia, che pure ci ha eliminato dal torneo. C’è il caso che qualcuno se la prenda a male? Mah.
    Comunque, prendendo per buona l’affermazione del nostro premier, va ricordato che, secondo Wikipedia, sul Mar Mediterraneo si affacciano 23 paesi ed esattamente:
    Spagna, ovviamente, e Italia ma anche: Gibilterra (Regno Unito), Francia, Principato di Monaco, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Montenegro, Albania, Cipro, Malta, Grecia, Turchia, Libano, Territori Autonomi Palestinesi (Territorio conteso), Siria, Israele, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco.
    Si presume che tutti questi paesi, mediterranei al pari della nostra bella Italia, abbiano vinto pure loro anche se ci sarà forse qualche problemuccio a riunirli tutti intorno a una tavola per festeggiare insieme, considerato che taluni hanno certi loro privati motivi per guardarsi in cagnesco. Senza trascurare il dettaglio (non vorremmo, tuttavia, essere eccessivamente pedanti) che in realtà non tutti hanno partecipato alla competizione calcistica.
    Insomma, considerate tutte queste difficoltà, se ad averci dichiarati vincitori del mondiale fosse stata una persona diversa dal nostro Presidente del Consiglio non avremmo esitato a ricorre al termine che il dizionario definisce come: atteggiamento, manifestazione di vanagloria sfacciata ed esagerata ovvero vanteria ingiustificata ed esagerata i cui sinonimi sono: fanfaronata, smargiassata, spacconata . Ma, poiché non è possibile che la maggioranza del popolo italiano abbia dato la sua fiducia a una persona dedita alla millanteria ci limitiamo ad accettare il dato di fatto che “ci son più cose in cielo e in terra di quante ce ne siano nella nostra filosofia” ( e nei risultati dei campionati mondiali di calcio). Roba per menti elette. E noi, purtroppo siamo solo (de)menti votanti. Stiamo al nostro posto e non interroghiamoci su ciò che “ vuolsi colà dove si puote”. Vuolsi o farneticasi.

  • Spesso in molti blog , leggiamo che alla voce “Razzismo” va attribuito il seguente significato:
    Razzismo è Chiamare “nano” Berlusconi che equivale a dire “negro” ad un nero.

  • “Questa legge è una porcata”
    Giudizio espresso dallo stesso estensore della Legge Elettorale- Calderoli- che , nella trasmissione Matrix del 2006, afferma pubblicamente che trattasi di” porcata” voluta e non di un errore.

  • “Meno male che Silvio c’é”
    Invocazione scaramantica cui una parte degli italiani ricorre per superare i momenti di crisi: mi meraviglio che qualcuno non abbia già pensato di proporlo come nuovo inno nazionale!

  • “VEDO BELLE RAGAZZE E ANCHE LAUREATE , CHE NON ASSOMIGLIANO CERTO A ROSY BINDI”

    mettetegli la museruola e il bavaglioooooooo!
    BASTAAAAAAAA!!!!!
    io sono no comment , mi sento come nel libro uomini che odiano le donne
    —————

    dall’unità 19 luglio 2010

    «Qui belle laureate, non come la Bindi»
    Ironico sulla laurea di Antonio Di Pietro, e ancora una battuta greve su Rosi Bindi: «belle ragazze laureate con il massimo dei voti, che non assomigliano certo a Rosy Bindi…». Il premier Silvio Berlusconi, in visita all’università telematica E-Campus di Novedrate, in provincia di Como, si sarebbe espresso così secondo il racconto di alcuni studenti che hanno partecipato all’incontro. «Quando studiavo io lo sapeva tutto il condominio – avrebbe detto il premier, secondo quanto riferito sempre dagli studenti – quando si è laureato Di Pietro, invece, nessuno ne sapeva niente».

    Berlusconi ha poi fatto una battuta greve sull’esponente del Pd, Rosy Bindi, facendo riferimento ad alcune ex allieve dell’università presenti alla cerimonia: «Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello – avrebbe detto il premier, sempre secondo quanto riportato dagli studenti – ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi…».
    19 luglio 2010

  • bellezza (bindi – laurea)

    Le più recenti sparate del nostro (purtroppo) presidente del Consiglio. comprendono un paio di perle d’infantilismo che, più che irritare, rattristano.
    Avrebbe detto l’eletto dal popolo, unto dal Signore, rinfoltito dal tricologo e de-rugato dal chirurgo plastico che: «Quando studiavo io lo sapeva tutto il condominio, quando si è laureato Di Pietro, invece, nessuno ne sapeva niente». Ora, che l’omarino sia sempre stato coerente nel suo pavoneggiarsi borioso, vanitoso, vanaglorioso, tronfio, superbo e megalomane è solo una conferma. Che cosa ci sia, in ciò, di cui andar fieri, Mr B avrebbe forse fatto bene a spiegarlo agli studenti dell’università telematica E-Campus di Novedrate che hanno (si spera loro malgrado) ascoltato il suo ennesimo eccesso di autoesaltazione e, ovviamente, di denigrazione del ‘nemico’ (che pure un tempo avrebbe voluto ministro della Giustizia).
    Non contento, la pustoletta della nostra democrazia avrebbe aggiunto, facendo riferimento ad alcune ex allieve dell’università presenti alla cerimonia «Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello […] ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi…».
    La battutaccia, per chi si fosse perso la prima puntata, fa il paio con la precedente ‘carineria’ rivolta, chez Porta a Porta, alla vicepresidente della Camera: “Lei è più bella che intelligente.”
    Cavarsela, in mancanza di argomenti, con battute grevi non è certo monopolio del nostro (ahimè) predellinista imbellettato ma affezionarsi alla propria grevità tanto da reiterarla alla prima occasione utile, ricorda tanto quei bambinetti dispettosi che, scoperto come irritare un adulto, insistono nelle loro scempiaggini contando, agili come sono, di riuscire sempre a schivare il ceffone che si meritano. Pazienza, uno dice, cresceranno. Ma a settant’anni e passa, anche con le specialissime aspettative di vita dell’individuo in discorso, c’è poco da sperare che l’impunito raggiunga l’età della ragione.
    Che l’orator scortese sia affetto da irrecuperabile infantilismo (insieme con i suoi plaudenti) è però specialmente testimoniato dal suo prender di mira la ‘bellezza’ altrui. Ogni bambino, dopo aver imparato le parole ‘mamma’, ‘popò’, ‘vòio’ e poche altre, impara anche le sue prime invettive che consistono, se i tempi non sono cambiati, nei due aggettivi “brutto/a” e “cattivo/a”. Crescendo, il vocabolario un po’ si affina. Crescendo.
    I meno fortunati restano appiccicati a quelle espressioni puerili magari, dietro suggerimento, ‘migliorate’ un pochetto. Ad esempio i ‘cattivi’ diventano il ‘partito dell’odio’. Ma ‘brutto/a’ è un aggettivo così intimamente e affettivamente legato a un’infanzia che non si vuole (non si riesce ad) abbandonare che gli eterni fanciulli se lo portano nel cuore per tutta la vita e non vedono l’ora di poterlo sputar fuori, magari soffrendo un po’ di dover ricorrere a giri di frase come, appunto, ‘più bello/a che intelligente’ ovvero ‘ questa sì che è uno splendore, mica come X’. Bambinate. Tristissime in un anzianotto. Perché, sempre per via del ‘crescere’, un po’ tutti impariamo ad apprezzare tanti tipi di bellezza tra cui, non certo ultima, il fascino dei capelli d’argento, della pelle segnata da nobili rughe, del sorriso buono e dello sguardo intelligente. Roba che non si trova, risulterebbe, sotto gli indumenti intimi femminili dove i maschietti non cresciuti continuano a immaginare di poter sbirciare e frugare per soddisfare le loro, chiamiamole così, ansie estetiche.
    Per finire, e scender a un livello che forse l’aficionado delle miss può comprendere, ci sorge un dubbio. C’è quella vecchia storia di Narciso che a forza di compiacersi della sua immagine rispecchiata dall’acqua c’è finito dentro ed è morto annegato. Considerato che quanto a compiacersi del proprio aspetto e della propria prestanza il divo d’Arcore non è secondo a nessuno, com’è che è ancora in circolazione e non giace in qualche fondale subacqueo? La risposta, dicono, è in quelle orecchie da Dumbo che si porta dietro e che non ha mai pensato di correggere. Perché? Pare nascondano le branchie.

  • “Non è proprio necessario e indispensabile per tutte le donne che vogliono entrare in politica di assomigliare alla Sig.ra Bindi, non ho detto nel bene o nel male- ho cit…quindi non credo che sia stata una battuta volgare. Quindi preferiamo che assomiglino alla Madonnina, sì!Questo non è blasfemo”
    Il nostro Premier ha cooptato anche la Madonnina o almeno ci ha provato facendo recitare alla Sig.ra Moratti, a guisa di marionetta del Teatro dei Pupi di Palermo, la canzoncina “O mia bela Madonnina….”
    E mentre una parte del popolo ameno si diletta assistendo al cabaret del Premier, il Ministro dell’economia , sempre più creativo, ha chiuso le finestre pensionistiche di migliaia di persone, ha tagliato a destra e a manca ( forse un pò più a manca – tanto a sinistra sbraitano ma quasi nessuno li ascolta a differenza della sensibilità prestata ai lamenti della Lega) nella rassegnazione quasi generale.

  • “…io ho molta attenzione soprattutto in campagna elettorale, raggiungo una virtù….
    vuole sentire? ( rivolto a Vespa)…senta, senta…(sempre rivolto a Vespa).. senta col naso…..( Vespa annusa) è odore di santità!”

    Aprile 2008 (tratto da porta a porta).
    Adesso ho capito perché una parte degli italiani preferisce Berlusconi: non si può competere con i santi!

  • “Sono uno che è stato povero, che si è costruito da solo, che ha gli stessi sentimenti, s’interessa delle stesse cose di cui si interessano tutti gli Italiani: si interessa di calcio,ama la vita, ama divertirsi, sa sorridere, ama gli altri, degli altri ama soprattutto le belle donne, come tutti gli Italiani che si rispettano.”
    Il Premier attuale fa un ritratto degli Italiani, o almeno di quelli che si rispettano, a suo parere.

  • Vi prego di aggiungere:
    “Ma la pazienza degli italiani ha un limite”
    E ancora:
    “Tramano nel chiuso dei palazzi”

    Buon lavoro

  • “La maggioranza o la grande maggioranza dei giudici non appartengono a questa…stavo per dire banda.. e dico banda di magistrati talebani, però che questi magistrati esistano, che siano molto forti e che intervengano con propositi eversivi nella vita democratica, questa è una realtà incontrovertibile.”
    Dichiarazioni di una delle più alte cariche istituzionali dello Stato ( Lingotto di Torino durante l’apertura della campagna elettorale Regionali 2010 -presentazione del candidato della Lega : COTA).

  • FRUTTO DEI MIEI SACRIFICI

    questa è favolosa come a mia insaputa .

    mi spiego:

    se ci fosse una parte politica diversa(non direi piu neanche chiamata sinistra, basterebbe dire diversa) si sarebbe gia affrontato e risolto il padre di tutti i mali, cioè l’ingiustizia fiscale di non aver trasformato il sistema delle tassazioni basato sui redditi ad uno sui patrimoni ( come anche i conservatori ormai fanno in tutto il mondo)

    se ci fosse un’anagrafica patrimoniale, nel pieno rispetto liberale della proprietà privata , tasserei cittadini onesti ma pure o anche mafiosi, criminali e paracriminali politici, tutto solo per il fatto di avere a dosposizione, direttamente o con società finanziarie, beni mobili e immobili , barche auto e tutto compreso …ben al di la di €1 ero o più di reddito dichiarato o non dichiarato, tassato o non tassato alla fonte e redditometri vari.

    avrei risolto direttamente alle radici , come tanti ormai sanno sulle cure sicure all’evasione, ma anche di ogni soluzione ad un sistema più snello e pratico delle tasse dirette e indirette.
    i 30.000 eur che abbiamo a testa di debtio pubblico , sarebbero presto risolti.

    veniamo dunque al punto del lessico , stile “a mia insaputa”:
    come cittadina tonta,onesta e anche impotente, so che non potrà mai capitarmi ( così ai milioni come me) di accumulare tesoretti …

    arriva però un signore e dice che un forziere pari a € 2.600.000 è FRUTTO DEI SUOI SACRIFICI…

    cosa devo fare? come Totò? un pernacchio?

  • sacrifici economici (verdini et al.)

    A pagina 9 il Corriere della Sera dà oggi, 22 luglio 2010, notizia di indagini sulle disponibilità economiche del Coordinatore del PdL Denis Verdini. Si tratterebbe di 2,6 milioni di Euro. L’interessato dichiara: “Questo denaro è stato esclusivamente utilizzato per l’attività del ‘Giornale della Toscana’ e delle aziende collegate” . E’ rilevante? Mah! Come la gente spenda il proprio denaro può essere, sì, motivo di lode o di biasimo, ma prima di tutto crediamo interessi, quando si tratti di somme di una certa consistenza, da dove quel denaro provenga.
    Il signor Verdini ( che si arrabbia perché “le notizie relative alla mia persona vengono distillate giorno dopo giorno, quasi vi fosse una regia”) chiarisce che quei soldi sono “ risorse personali, frutto di enormi sacrifici economici fatti da me, dalla mia famiglia e dai miei soci.”
    Ora, è vero che in calce alla stessa pagina il Corriere della Sera dà notizia che la magistratura è riuscita a “
    rintracciare e sequestrare il “tesoro” di Lorenzo Cola, il consulente di Finmeccanica arrestato per riciclaggio. Si tratta di circa dieci milioni di euro ….”. Al confronto, dunque, il signor Verdini può legittimamente dichiarare di essere un indigente. Al confronto.
    Il guaio è che gli italiani, con i miliardi di lire e i milioni o miliardi di euro, ormai non ci si raccapezzano più. Sarà forse allora il caso di proporre almeno un ulteriore ‘confronto’.
    Due milioni e seicentomila euro sono, all’incirca, 5 miliardi delle vecchie lire. Alla faccia dei sudati risparmi! Diventa un po’ più interessante, tuttavia, fare quattro conti su cosa rappresenti quella somma rispetto al reddito di un lavoratore dipendente ‘medio’. Per semplificare diciamo che il nostro ‘campione’ abbia un reddito netto di 2600 Euro al mese (altro che “medio”, protesteranno in molti; e avranno ragione, ma è giusto per non dover usare troppo la calcolatrice). Questo nostro ‘campione di riferimento’ gode, non si capisce bene perché, di una condizione particolarmente privilegiata e di quei 2600 Euro mensili è in grado di non toccarne nessuno. Come mai? Boh! Facciamo finta che la casa in cui vive l’abbia ereditata e che per quel che riguarda le spese correnti basti lo stipendio della moglie (figli, ovviamente, non ce ne sono). La matematica pretenderebbe di dirci che 2.600.000 diviso 2.600 fa 1.000. Mille cosa? Mille mesi di ‘risparmi’. Poi verrebbe fuori che 1.000 diviso 12 fa 83 e spiccioli. Ottantatre cosa? Anni. Ottantatre anni di taccagneria paperonesca perché un improbabilissimo percettore di reddito medio (!!!???) possa mettere insieme il gruzzoletto di cui dispone a 59 anni il signor Denis Verdini (certo, insieme con familiari e soci. Dice.) Sì, se confrontato con il suo principale, il cui patrimonio si conta in miliardi di euro, bisogna riconoscere che è davvero un pidocchietto ma è tutta questione di cosa o chi si confronta con cosa e con chi.
    Disgraziatamente alcuni confronti non si fanno più, chè ci si avvilirebbe troppo o non si sarebbe in grado di dominare l’impulso alla ribellione. C’è qualcosa di marcio nel nostro sistema economico. O in quello fiscale. O, è dire troppo?, nel novello feudalesimo. A quando l’abolizione della servitù della gleba? A quando, almeno, il giorno in cui la gleba non sia più sbeffeggiata dai vari vassalli, valvassini e valvassori sempre a lì a piangere il morto per gli enormi sacrifici economici cui si dichiarano costretti per aver da parte due spiccioli?

  • CONTRO IL PDL , FURIBONDE CAMPAGNE MEDIATICHE
    SB , oggi 22 luglio 2010

    mah!
    semplicissimo commento fatto di una sola domanda:
    da quando il presidente del consiglio ha smesso di essere proprietario dei Media?
    e se non ha smesso, paga i suoi dipendenti o agisce su quelli di RaiSet, per masochismo furibondo contro sè e il suo partito?

  • “Secchiate di fango, non ci sono reati che emergono con certezza. Noi vogliamo restare liberi, amiamo la libertà. Siamo già tutti sottoposti al controllo dei telefoni e oggi è già uno stato di polizia. E’ un sistema barbaro.”

    Ancora una volta “tutti” utilizzata in modo improprio per non parlare della parola”libertà”.
    Il sommo poeta diceva “Libertà va cercando ch’è si cara come sa chi per lei vita rifiuta”. Chissà come la pensa il Nostro in proposito?

  • “L’acqua è del popolo
    referendum è un falso ideologico”
    Visto che il Ministro Tremonti accusa i referendari di “falso ideologico”-reato previsto dal codice penale italiano agli art.479 e 493-, non starà pensando, per caso, di mettere a pane e “acqua”, quest’ultima a pagamento, oltre un milione di persone?

  • che bello l’articolo di Ezio Mauro su quel bond bondi abbondio de suono CAMPAGNE MEDIATICHE FURIBONDE che rilevavo ieri e che è veramente il must del conflitto lessicale di interessi.

    proposta :
    inserite Ezio Mauro, articolo di oggi, nel dizionario che state costruendo

  • “..P3: quattro sfigati pensionati che si mettono insieme per cambiare le cose in Italia.”

    Così dice il Premier in occasione dei trant’anni del mensile Capital

  • stalking (repressione – intercettazioni – campagna pubblicitaria – anglicismi)

    L’incalzare della pubblicità che sollecita alla denuncia dello ‘stalking’ offre il destro ad alcune annotazioni, probabilmente pedanti, e sollecita una domanda formulata, si prega di credere, con assoluto candore.
    Premesso che non c’è nulla di più odioso e più vile del comportamento persecutorio, in particolare nei confronti delle rappresentanti del gentil senso, di chi approfitta dell’impunità offerta dai mezzi di comunicazione e dalle varie occasioni di intrusione, non fisicamente violente, nella vita privata altrui, passiamo alle pignolerie forse sterili dello scrivente criticone-a-prescindere.
    Disponevamo, un tempo, di una lingua bella e ricca che, evidentemente, non si è saputa mettere al passo con i tempi e si trova costretta a mutuare termini da culture più evolute (o involute). ‘Molestie’ era, evidentemente, termine troppo blando per identificare i comportamenti oggetto di riprovazione sociale che ora si vogliono perseguire con speciali sanzioni penali. Quello di ‘molestie’, peraltro, bisogna riconoscere che è un reato specificamente previsto dall’articolo 660 del codice penale e, dunque, poteva ingenerarsi qualche confusione se lo stesso termine fosse stato usato per una casistica diversa. Senza entrare in faccende troppo complesse per chi scrive (se vi fosse effettiva necessità di prevedere un nuovo reato e se fosse indispensabile intervenire per decreto) notiamo comunque che la nuova norma così si intitola: “Art. 612- bis (atti persecutori) … “. In luogo di ‘stalking’, allora, si sarebbe potuto parlare, a fini di comunicazione mediatica, appunto di ‘atti persecutori’ o semplicemente di ‘persecuzione’. Ma forse il termine italiano non faceva abbastanza ‘fico’, chissà? E forse, anche, questa è critica da puristi perditempo da Accademia della Crusca. Così come è certamente pignolesco notare che la pubblicità contiene l’espressione: lo stalking è un reato punibile fino a 4 anni di reclusione che magari sarà anche buon italiano, chi lo sa?, ma sembrerebbe più corretto dire lo stalking è un reato punibile con la reclusione fino a 4 anni . Finezze, d’accordo. Forse anche quisquilie e pinzellacchere. Passiamo oltre.
    Il messaggio pubblicitario spiega che “ se qualcuno ti perseguita con telefonate, sms, e-mail, appostamenti e pedinamenti commette reato” (virgole aggiunte dallo scrivente). Qui la cosa comincia a farsi interessante.
    La mamma che telefona quotidianamente al figliolo per sapere se la donnetta che si è scelto per moglie si comporta passabilmente mette in atto una ‘persecuzione’? Tutta quella gente (poveri ragazzi precari) che ti telefona ad ogni ora del giorno per proporti questo o quel servizio/prodotto, ti sta ‘perseguitando’? E quelli che in campagna elettorale (non facciamo nomi) ti mandano sms e e-mail non sollecitate? E, allargandoci un poco, tutta la pubblicità televisiva, ‘appostata’ nei momenti topici dei film più belli per prenderti di sorpresa e ‘perseguitarti’ con le sue sollecitazioni all’acquisto? E tutti quei politici, uno in particolare, che imperversano nei telegiornali un giorno sì e l’altro anche? La norma di legge prevede come reato “ condotte reiterate, [di minaccia o molestia tali da] cagionare un perdurante e grave stato d’ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere ad alterare le proprie abitudini di vita.” Pare ce ne sia proprio per tutti. In particolare per certi politici quando si esagitano a ‘denunciare’ il sovvertimento dello stato democratico da parte di certa magistratura ovvero la minaccia alla sicurezza costituita dagli immigrati o ancora l’arrivo della nuova influenza che sterminerà mezzo pianeta ovvero … chi più ne ha più ne metta.
    Per fortuna (?) il reato è perseguibile (salvo il caso di coinvolgimento di minori o persone disabili come vittime) solo a querela di parte. Se la magistratura dovesse procedere d’ufficio ci sarebbe di che divertirsi (?).
    Non è, poi, chiarissimo perché in un cittadino non possa determinarsi un perdurante stato d’ansia o di paura quando gli atti persecutori siano diretti a persone diverse da lui, da un suo congiunto o da persona a lui legata da relazione affettiva. Ma, evidentemente, si tratterà di altri reati. La legge è tanta e c’è posto per tutti. Lasciamo la cosa agli esperti.
    L’ultima annotazione formale ( ma ce ne sarebbero altre ) circa la pubblicità sullo ‘Stalking’ riguarda la ‘firma’ di essa e cioè “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per le Pari Opportunità”. Sembra si voglia rendere ben chiaro che qui il Parlamento non c’entra un bel nulla. Se ci è messo a disposizione questo nuovo e bello strumento di tutela è per merito del presidente del governo e del ministro (non del ministero, attenzione!). Perché non ‘firmare’ direttamente Silvio Berlusconi e Mara Carfagna? Mah! I tempi sono questi. I problemi, diranno molti (e anche non del tutto a torto) sono tutt’altri.
    All’inizio di questo commento avevamo annunciato una domanda assolutamente candida a chi ne capisce di più ed è una domanda che, forse, può meritare un’attenzione diversa dal rifiuto comprensibile delle pedanterie proposte sin qui.
    La domanda è la seguente. Nel caso venga denunciato un persecutore telefonico pare, a buon senso, logico attendersi che il telefono della vittima ( en passant non necessariamente una donna) venga messo sotto controllo per identificare il molestatore. La cosa avverrà con il consenso dell’interessata e, fin qui, nessun problema. Tuttavia questo tipo di molestatori, specialmente quelli motivati da ardori sessuali, è spesso seriale nel suo attivismo e potrebbe essere opportuno mettere sotto controllo il suo di telefono, per scoprire se si dedica a molestare (altri/e) minorenni o disabili, ad esempio. La normativa attualmente in discussione sulle intercettazioni lo consente? Chi sa parli o taccia per sempre. (No, beh, parli, insomma, quando ne avrà il tempo e l’occasione; magari parli con la signorina Carfagna che, chissà, magari potrebbe anche desiderare (non si può escludere nulla) che la sua legge funzioni non solo come mera propaganda a fini di consenso elettorale.

  • innocenza (presunzione di)

    Su ogni tema, e per ogni contingenza, la nostra politica piccina si inventa i suoi mantra che ripete ossessivamente per guadagnare consenso o, il che è più squallido, per contrastare il legittimo dissenso ovvero le vere e proprie, meritatissime, censure.
    E’ un po’ come, cambiando le mutande, quando una classe di birbantelli viene ripresa dall’insegnante con la minaccia di punizione collettiva per qualche malefatta il solito Pierino si mette a frignottare: “Ma non sono stato io! Sono stati gli altri! Non è giusto! Tu ce l’hai con me!” (Pare oggi agli insegnanti si dia del ‘tu’). A quel punto il maestro o la maestra si lascia sfuggire l’improvvida affermazione: “Si, lo so che non sei stato tu, non ce l’ho con te”. E’ matematico che, dopo che Pierino sarà stato in qualche modo punito o dileggiato dai compagni per essere un ‘cocco di mamma’, alla prossima reprimenda l’intera classe in coro intonerà il “Non sono stato io!” eccetera.
    Constatare che con l’età e con le alte responsabilità istituzionali (almeno in teoria) tanti nostri politici non sono riusciti a inventarsi qualche escamotage più dignitoso fa davvero cadere le braccia. O dovrebbe farle cadere perché, a quanto pare, il ‘maestro’ (ovvero il corpo elettorale) pare caderci sistematicamente, a dar credito a simili bambinate. In fondo, per una certa parte del nostro popolo, gli eletti sono piezz’e core e, per quanto scarrafoni, belli a mamma soja.
    Ieri, 23 luglio 2010, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (accusato dalla maggioranza di essere comunista e dall’opposizione di essere troppo morbido con la maggioranza) si è lasciato andare ed ha alzato un poco i toni dichiarando: “Ci indigna ed allarma l’emergere di fenomeni di corruzione e di trame inquinanti, anche ad opera di squallide consorterie, ma la nostra democrazia, e vorrei dire la collettività nazionale, dispone di validi anticorpi.”
    Sarebbe bello poter condividere la fiducia del Presidente sugli ‘anticorpi’ e lascia un po’ perplessi quel ‘vorrei dire’ riguardo alla collettività nazionale. Forse intendeva: “Mi piacerebbe poter dire che la collettività nazionale dispone di anticorpi ma purtroppo, così come stanno le cose, non posso dirlo, sarebbe una bugia.” Mah? Teniamoci il dubbio amletico perché quel che qui ci interessa e il rimbrotto contro la corruzione e le ‘squallide consorterie’. E le relative reazioni.
    La solita gallina ovaiola (di cui non ci viene riferito il nome ma solo la razza: ‘un assiduo di palazzo Grazioli’) si è messa subito a cantare il mantra bambinesco attualmente di moda, prendendosela in particolare con l’espressione ‘squallide consorterie’ usata dal Presidente: “Ma come è possibile definire “squallidi” figuri delle persone che, fino a prova del contrario, sono innocenti e non sottoposte ancora al vaglio di un tribunale? Non dovrebbe Napolitano […] usare maggior prudenza e rispetto del principio di presunzione d’innocenza?”
    Eccallà! Il garantista compulsivo pro verminaio suo Codadipaglia ha colpito ancora.
    Sarà il caso di ricordare a lui e agli altri pierini che una cosa è il giudizio morale su un fenomeno (ma anche sui presunti responsabili di esso) e un’altra cosa è la sentenza civile o penale (di condanna o assoluzione)?
    Fiato sprecato. Una volta di più. Superfluo, ad esempio, dubitare che, se il Presidente Napolitano se la fosse presa con la mafia come cancro del tessuto civile, il nostro super-esperto di Pandette si sarebbe sentito preso da sacro furore e avrebbe rivendicato il diritto di persone ‘presunte innocenti’ a non essere considerate, tout court, dei criminali. Anche perché avrebbe dovuto giustificare a chi, individualmente, pensava il Presidente si riferisse e per quali ragioni e per quali ragioni egli si sentisse in dovere di difenderne l’onorabilità. Nel caso delle ‘squallide consorterie’ si può ritenere che il Presidente abbia preso spunto da notizie di cronaca che vedono protagonista, tra gli altri, un certo signor Flavio Carboni, piuttosto pregiudicatiello, risulterebbe agli atti, e coinvolto, pur se assolto per il reato specifico, in faccenduole come l’omicidio Calvi. E’ a questo gentil signore che il garantista a prescindere si riferiva nella sua protesta contro l’esternazione presidenziale? Non si sa.
    Ma, in astratto, assumerebbe il nostro anti-giustizialista e antigiacobino una signora condannata ‘solo’ in primo grado per infanticidio come tata dei suoi figli? Giudizio morale, normale prudenza, vicende giudiziarie non sono sinonimi. Se non per chi insiste a dichiarare assolto un prescritto, tanto per non far nomi. Vaglielo tu a spiegare, a certa gente, che un intossicato dal gioco d’azzardo (che non pare sia reato) non è il candidato migliore per un posto da cassiere in banca! Occorre proseguire?
    Purtroppo a Bisanzio o nell’Isola di Tortuga, che il professor Cordero ama evocare così a proposito riguardo allo stato della nostra penisola, la ragione è un optional. Per di più ingombrante.
    E, come abbiamo già avuto occasione di ricordare altrove, da noi i bambini impertinenti e faccia tosta non crescono mai. Anzi, fanno carriera. E l’hanno sempre vinta.
    Fin che la corda non è troppo tesa per resistere ulteriormente.

  • AMICO ( l’amico Granata ..) e LA QUESTIONE MORALE

    mi scuso per la brevità e la superficialità, ma vi chiedo:
    ma la parola “Amico” , questi Lupi e animaletti diversi , come la usano?
    se ci fosse Borges e Calvino, che romanzi ci farebbero su queste bestioline?

    ho capito che noi si arriva e si ritorna sempre alla logica dei festival dell’amicizia ( dell’orrore ,insieme a tutte le altre feste da prima repubblica)..ma perchè fare la festa, così, a una parola sacrosanta?

    alla parola “amico”, una volta detta come incipit obbligatorio, stile appunto propaganda dell’ammmmore, dai vari esponenti in ogni loro intervista pubblica da secoli e di quanto sono bbbbuoni, seguono certe legnate e mazzate, certi insulti, che non sarebbe meglio non usarla ?

    ora non dico per logica ,di sostituirla con la parola nemico, no, questo no..ma siamo seri! non si può usare la parola Amico, in un contesto dove si nega l’esistenza di ciò che è in ciò che ha detto l’altro da me , stile:
    la mafia non esiste, la questione morale nemmeno, le constatazione della realtà orrenda neppure e tutto quanto dici, è una baggianata pazzesca

    macchè amico e amico!

  • voto (validità del – Piemonte)

    Di buono, in questa disastrata Italia, c’è che quotidianamente i nostri maggiori (sarebbero i capoccia e capetti della politica de noantri) ci raccontano, con una serietà che neppure Buster Keaton sarebbe riuscito a mantenere, delle barzellette da sganassarsi.
    Il presidente del Consiglio e il presidente (ancora per quanto?) della Regione Piemonte hanno oggi superato sé stessi argomentando contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta di sospensiva … beh, facciamola corta, … che non ha trovato necessario sospendere la verifica dei voti contestati dalla presidente battuta alle ultime elezioni di quella regione, Mercedes Bresso, sconfitta per circa 9.000 voti.
    La stampa riferisce che il presidente del Consiglio si sarebbe così pronunciato: “ Mi auguro per il rispetto dovuto alla sovranità popolare che non si voglia ribaltare per via giudiziaria la scelta dei cittadini piemontesi. Ha altresì fornito un’interpretazione ‘autentica’ della legge elettorale: “ chi vota una lista con una croce sola dà due voti, uno alla lista e uno al candidato presidente.
    Roberto Cota, il neo presidente piemontese avrebbe definito il riconteggio: “ un’operazione inutile, uno spreco di denaro pubblico … sempre a motivo della già citata chiarezza della norma elettorale.
    Ora è presumibile che chi legge, e non abbia (più) presenti i fatti, non comprenda il motivo dell’ilarità che queste affermazioni suscitano in chi qui scrive.
    Come si è detto, Roberto Cota ha vinto con uno scarto di circa 9.000 voti sull’avversaria. A concorrere alla sua vittoria ci sono stati 12.154 voti assegnati alla lista “Al centro con Scanderebech” e i 2.826 voti assegnati alla lista “Forza consumatori”.
    Queste liste hanno in comune una particolarità: il loro “collegamento” alla coalizione dichiarata vincente risulta, a giudizio del TAR (le cui motivazioni si attendono), viziato da irregolarità tali per cui il voto alla lista non sarebbe attribuibile automaticamente al candidato Cota ma avrebbe dovuto essere espresso separatamente. La materia si presta a discussioni ma è, chiaramente, molto meno semplice di quanto vuol fare apparire chi si oppone al riconteggio. Il Consiglio di Stato, al momento, ha sostanzialmente detto: “Intanto si riconta, che non fa male a nessuno. Poi si vedrà”. Niente più di questo e dunque l’attentato alla sovranità popolare inteso a ribaltare la scelta dei cittadini proprio non si vede dove stia, quanto alla sentenza del Consiglio di Stato. Ma siamo in un paese libero e ognuno vaneggia come gli scappa (e quando scappa, come sa ogni incontinente, scappa).
    Ancora, però, il lettore si chiederà dove sia il lato umoristico della vicenda.
    Il lato umoristico sta qui.
    Se non sono intervenute svolte nuove, di cui chi scrive sarebbe colpevolmente ignorante, sul risultato del voto piemontese pende anche la vicenda di quasi 27.000 voti che l’attuale presidente Cota ha ricevuto grazie al Partito dei Pensionati di Michele Giovine. Anche riguardo a questi voti è stato presentato, e ammesso, ricorso.
    Cos’ha di speciale questo partito? Che il promotore della lista è indagato penalmente per aver raccolto firme false per la candidatura. Le solite toghe rosse che vogliono ribaltare il voto dei cittadini ecc. ecc.? Le indagini risulterebbero aver acquisito molti elementi a sostegno dell’ipotesi di falso. E, per quel che vale, il Giovine fu indagato per la stessa ipotesi di reato nelle elezioni del 2005 e in quell’occasione le firme false risultarono essere circa l’ottanta per cento! Perché non successe nulla? Perché il centrodestra perse quelle elezioni e, dunque, nessuno propose ricorso sulla lista farlocca e, non male ricordare anche questa simpatica circostanza, il reato di firme false era allora sancito con semplice contravvenzione che, non pagata, finì pure prescritta. Non proprio dei precedenti commendevoli.
    Purtroppo la decisione definitiva su questa vicenda richiederà tempi lunghi in quanto il TAR ha chiesto ai ricorrenti di querelare il Giovine per falso dopodiché la sentenza nella relativa causa civile produrrà i suoi effetti sulla validità o meno dei voti raccolti da tale lista (e sul risultato delle elezioni; ricordiamo che sono 27.000 voti).
    In mezzo a tanta tristezza il motivo per la risata preventiva sta nell’ipotesi, tutt’altro che campata in aria visti i precedenti, che superati i vari gradi di giudizio il Giovine venga condannato per falso ed i voti raccolti dal suo partito siano annullati.
    A quel punto come potrebbero, gli attuali bercianti contro il ‘ribaltone giudiziario’ e lo ‘spreco di denaro pubblico’, sostenere la legittimità di quei voti?
    Non resterebbe che sostenere che i votanti hanno comunque votato in buona fede e che tutto il resto sono quisquilie e cavilli di avvocaticchi del partito dell’odio. Abbasso le formalità! Il voto, quando assegnato a un certo schieramento, vale anche per alzata di mano! Anche de relato : Tizio afferma che Caio gli ha detto che sostiene Sempronio: è un voto valido! (Sempre che Sempronio sia del non nominato schieramento). Il voto dato all’opposizione (se è, si fa per dire, di sinistra) deve essere inteso come incitamento alla maggioranza a fare meglio e, dunque, va contato tra i voti per la maggioranza (se è, si fa per dire, di destra). Le schede falsificate contano doppio perché, visto il rischio e l’impegno necessario per la falsificazione, appalesano un evidente forte sostegno popolare al partito destinatario (se è quello giusto). I voti assegnati all’opposizione (vedi più sopra) sono chiara manifestazione di una volontà viziata da disinformazione e vanno quindi annullati.
    Che altro? La nostra fantasia si esaurisce qui, ma siamo certi che, quando verrà il momento, il signor Berlusconi, il signor Cota e la compagine che li sostiene riusciranno a stupirci mirabilmente.
    Godiamo e ci spanciamo dalle risate già nell’attesa dello show. Speriamo di sopravvivere quando si alzerà il sipario. “Morir dal ridere”, afferma la letteratura medica, non è solo un modo di dire.

  • “Siamo a Natale e l’ineludibile bonomia lombarda mi fa soltanto esprimere un invito: ‘ma va a ciapà i ratt’».
    La bonomia lombarda di Castelli nei confronti di Roberto Saviano. Tipico interloquire di chi ritiene a priori inutile approfondire le tesi della controparte e stigmatizza il tutto con una frase ad effetto per di più in dialetto, così solo alcuni ne potranno capire il senso.

  • “Siamo in uno stato di Polizia!”
    Tipica affermazione di chi si ritiene perseguitato ingiustamente, anche se venisse pescato con le mani nella marmellata.

  • “Andate e diffondete la verità”
    Messaggio del Premier ai promotori della libertà.
    C’è da osservare che io avrei aggiunto l’aggettivo possessivo prima della parola verità ossia avrei detto” Andate e diffondete la mia verità”, perché nessuno a questo mondo è depositario di verità assolute; inoltre, sempre a mio parere, accostare la parola promotori alla parola libertà, svilisce quest’ultima riducendola ad uno dei tanti prodotti di consumo pubblicizzati sulle varie reti televisive e non solo.
    La libertà non è un sapone da barba, un profumo, uno yogurt lassativo né tanto meno un prodotto finanziario: la libertà è un valore che merita rispetto e tutti dovremmo prestare maggiore attenzione per non parlarne a sproposito o con fini strumentali.

  • cristiano (linguaggio)

    “la Repubblica” di oggi, 4 agosto 2010, riferisce a pag. 9 che il ministro Gianfranco Rotondi ha affermato:

    Il settimanale insulto di Famiglia Cristiana al governo è un pregiudizio e un atto di arroganza che la mette fuori dalla dottrina sociale della chiesa. Un giornale cristiano non può chiamare i ministri con disprezzo servitori, perchè un cristiano non usa questo linguaggio ne con gli ultimi nè con i primi.

    Ci sarebbe da scriverci un simpatico elzeviro sulle pretese del ministro di essere interprete autentico del messaggio cristiano. Laciamo perdere e limitiamoci a citare:
    “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità”.
    Pare siano nei Vangeli canonici, queste parole. Pare le abbia pronunciate Gesù Cristo. Ma deve essere stato frainteso. Un cristiano non usa un simile linguaggio. O forse Gesù non era cristiano.

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