È severo il giudizio delle tante anime della manifestazione nazionale che sfilerà domani per le vie di Roma, così come quello dei professori di diritto penale: con il provvedimento, dicono i docenti, «vengono introdotti almeno 14 nuove fattispecie incriminatrici e inasprite le pene di almeno altri nove reati. Le condotte oggetto di criminalizzazione appaiono, nella quasi totalità dei casi, espressive di marginalità sociale o di forme di manifestazione del dissenso, con interventi che risultano per diversi profili di dubbia compatibilità con svariati principi costituzionali, compresi quelli di necessaria offensività, sussidiarietà e proporzione». L’Associazione che li riunisce, presieduta da Gian Luigi Gatta, promuove una settimana di iniziative e riflessioni in tutta Italia, con dieci eventi aperti a studenti e cittadinanza.
«Il decreto legge è frutto di uno strappo del governo che ha fotocopiato un esistente disegno di legge incollandone il contenuto all’interno di un decreto, accampando una presunta sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza», come sintetizzato da Lele Liguori nella sua trasmissione “Pubblica”, alla quale hanno preso parte Alessandra Algostino, costituzionalista dell’università di Torino e Daniela Padoan, scrittrice e saggista, presidente di Libertà e Giustizia.
«Un provvedimento che rende la protesta un fatto di ordine pubblico e cancella la differenza tra violenza e conflitto», spiega Padoan.
Ascolta qui l’intera trasmissione andata in onda su Radio Popolare, giovedì 29 maggio 2025.
