Andare a votare ai referendum per la cittadinanza e per un lavoro dignitoso ma anche per arginare le «derive autoritarie».
«Un cambiamento delle politiche», sostiene l’appello, «può rovesciare le misure che hanno aggravato insicurezza e precarietà. I cinque referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia. In un mondo segnato da derive autoritarie, lo strumento che abbiamo per fermarle è proprio la pratica della democrazia, a cominciare dalla partecipazione al voto per i referendum».
L’appello ricorda che i quesiti dei cinque referendum chiedono di:
- Ridurre i rischi di incidenti e morti sul lavoro abrogando le norme che impediscono, in caso di infortunio negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
- Ridurre da 10 a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per ottenere la cittadinanza italiana ai maggiorenni stranieri;
- Ridurre la possibilità di usare contratti di lavoro a tempo determinato, limitandone l’utilizzo a esigenze specifiche;
- Ridurre le possibilità di licenziamenti senza giusta causa;
- Ridurre le possibilità di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese;
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