Stati generali una passerella? E’ bene avere opinioni informate

16 Giugno 2020

Passerella. Quand’anche gli Stati Generali risultassero “soltanto” una passerella per “singole menti brillanti”, per Colao e i componenti della sua commissione, per imprenditori e sindacati (anche in ordine inverso), per ministri, politici e altri invitati, non meritano di essere criticati pregiudizialmente.

Potrebbero comunque risultare utili da una pluralità di punti di vista. Infatti, come disse il compagno Presidente Mao Tse-tung, vero esperto di passarelle (vedi la Rivoluzione Culturale Proletaria), “le idee camminano sulle gambe degli uomini” (mi affretto ad aggiungere “e delle donne”).

Per chi crede che il pluralismo e il conflitto sono il sale della politica (e della democrazia, sì, anche di quella liberale), più sono le opinioni meglio informate è probabile che saranno le decisioni. I critici sostengono che sappiamo già tutto. Ho molti dubbi esistenziali su coloro che sanno già “tutto”, e ne diffido.

Ritengo, invece, che Conte abbia fatto bene a volere questo format di produzione di idee, anche, se riuscirà a orientarlo, con qualche elemento di spettacolarità. Non ho dubbi sul fatto che gli piaccia esporsi, ma qui sta correndo il rischio che la presenza di troppe personalità produca qualche stecca.

Probabilmente la regia dovrebbe far sapere e imporre a tutti gli intervenuti di non procedere a “racconti” più o meno edificanti, ma di andare al sodo: individuare le priorità, suggerire le soluzioni, magari accompagnandole con tempi di attuazione, costi e profitti.

Penso di avere capito che, da sola, l’Italia non ce la farà e che avrà bisogno di tutti i fondi che le istituzioni europee metteranno a disposizione (e hanno già in parte stanziato). Lo faranno privilegiando la trasformazione “verde” dell’economia e la digitalizzazione in tutte le sue varianti, gli investimenti in ricerca e quelli nelle infrastrutture e, grazie al Mes, senza condizionalità, le spese sanitarie dirette e indirette (qui la fantasia degli operatori ha un grande spazio sul quale esercitarsi).

Sarà, dunque, opportuno che le soluzioni proposte si collochino nel solco europeo anche perché dalle raccomandazioni europee si potranno trarre indicazioni utilissime. Senza la passerella le elaborazioni sarebbero finite direttamente sul tavolo dei singoli ministri e dei burocrati che, nel frattempo, tutti critichiamo in maniera tanto convinta quanto generica, ma la cui legittima difesa mi piacerebbe molto ascoltare. Ce ne sarà qualcuno invitato a “passerellare” o vogliono mantenersi tutti nell’ombra?

Avendo aperto il canale di comunicazione con il governo con una frase accomodante: “Conte è finito, Bisogna andare presto alle elezioni”, le opposizioni hanno poi deciso che non parteciperanno poiché Villa Pamphili non è una sede istituzionale. Loro, è noto da tempo, anche, talvolta, con qualche scivolatina populista, sono austeri difensori delle istituzioni e della loro autonomia.

In particolare, Giorgia Meloni ha seccamente annunciato che il confronto deve avvenire nella sede costituzionalmente più appropriata: il Parlamento. Comunque, il confronto lì arriverà quando il governo dovrà chiedere l’approvazione per legge e/o per decreto dei provvedimenti che conterranno le proposte emerse dagli Stati Generali.

Però, non posso resistere dal ricordare a Meloni, Salvini e Tajani, nonché ai professoroni del “sì”, che criticano il governo per non avere convocato abbastanza spesso il Parlamento, che la soluzione esiste, quasi ready made. Sta nell’articolo 62 della Costituzione che stabilisce che “ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti”.

Gli Stati Generali offrivano/offrono la possibilità di un’anteprima che servirebbe a “limare” anche le proposte concrete delle opposizioni che, evidentemente, non credono nel confronto.

Il Fatto Quotidiano, 12 giugno 2020

 

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