Mario Monti nel suo articolo sul Corriere della Sera di sabato scorso, 21 marzo) , (Eurobond, ora si può) offre ai lettori un suo esercizio, lo svolgimento di un compito per casa: come convincerei ad accettarne una prima emissione di eurobond i governi di quei Paesi dell’Unione Economica e Monetaria che sinora sono sempre stati ostili a questa richiesta?
Vorrei esaminare due dei suoi argomenti. Il primo si muove sullo sfondo dell’opinione di quei Paesi, secondo i quali l’Italia manca di serietà fiscale. Se non vogliamo, o non riusciamo, a raccogliere le tasse, perché loro dovrebbero accollarsi una parte dei nostri debiti? Una perplessità -a mio avviso- pienamente giustificata.
Ma, dice Monti, questa volta noi stiamo già pagando una tassa: la tassa dell’obbedienza al governo che paghiamo astenendoci dalle nostre attività abituali, almeno in parte lucrose o redditizie, in cambio di un bene pubblico, la protezione (o quanto meno il tentativo di protezione) dall’epidemia del virus. Così facendo, secondo Monti, dimostriamo di essere seri. Seri, ma non a mio avviso fiscalmente seri. Non ogni comportamento ispirato a lealtà e collaborazione civica, durante qualche calamità, può essere considerato la corresponsione di un’imposta.
E veniamo al secondo argomento. Bisogna ricordare che l’Unione è quasi priva di un’amministrazione fiscale. Né c’è un Commissario europeo alle Finanze. D’altro lato, lo statuto delle Banca Centrale le vieta di finanziare i deficit di bilancio pubblico dei paesi membri. Né sarebbe un compito delle Bce intervenire continuamente sui mercati internazionali dei titoli pubblici dei singoli Paesi, perché questo avrebbe proprio l’effetto indesiderato e vietato. Però Draghi nel 2012 con la sua famosa dichiarazione infranse quel divieto. E molte persone oggi propongono che sia la Bce, nuovamente impegnata sul fronte degli spread, ad acquistare i “coronabond”.
Meglio allora, dice Monti, dotare l’Unione di un abbozzo di ministero delle Finanze, dando il compito al Meccanismo Europeo di Stabilità (il Mes, inventato e voluto dai tedeschi per imbrigliare i paesi troppo indebitati) di emettere i primi titoli europei, che troverebbero facile assorbimento nei mercati internazionali. In questo modo, si alleggerirebbero le forti pressioni sulla Bce a svolgere una supplenza fiscale impropria.
Dunque, conclude Monti, “direi alla Cancelliera: ‘Forse dovete scegliere: lasciar nascere gli eurobond, o lasciar morire la Bce?'”.