Una riflessione sul ruolo critico dell’intellettuale e sulla sua voce fuori dal coro: questo è il tema principale di “Cassandra muta”, l’ultimo libro di Tomaso Montanari, docente dell’Università per stranieri di Siena e presidente di Libertà e Giustizia. Montanari, che è intervenuto al centro culturale Le Creste di Rosignano in un’iniziativa organizzata dall’associazione Giustizia e libertà e dall’Anpi, ha portato davanti a un nutrito pubblico la sua visione del rapporto conflittuale tra cultura e potere, della funzione storica e critica dell’intellettuale e di come essi siano svincolati dal rapporto con l’autorità vigente.
L’intellettuale è visto come un ospite ingrato perché dà una lettura diversa delle cose, insinua il dubbio, la critica. Paragonando il ruolo del pensatore al mito di Cassandra, come la profetessa greca, neanche l’intellettuale è creduto e anzi messo a tacere.
«Questo libro è nato da un’idea condivisa con Don Ciotti sul tradimento degli intellettuali in questo Paese», commenta Montanari. Il ricavato dell’opera verrà devoluto alla onlus Gruppo Abele, un’associazione con fini sociali che aiuta persone in difficoltà tramite percorsi di recupero.
Il Tirreno, 13 novembre 2018