LIBERTÀ E GIUSTIZIA DENUNCIA LA PRIVATIZZAZIONE DEL POTERE PUBBLICO NEL CASO BANCA ETRURIA

LIBERTÀ E GIUSTIZIA DENUNCIA LA PRIVATIZZAZIONE DEL POTERE PUBBLICO NEL CASO BANCA ETRURIA

Libertà e Giustizia denuncia la privatizzazione del potere pubblico resa icasticamente evidente dalla vicenda di Banca Etruria.

È doloroso dover vedere come la peggiore delle eredità di Silvio Berlusconi – il conflitto di interessi e l’uso privato del potere – sia stata raccolta da un Partito Democratico dominato dalla cerchia di Matteo Renzi.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha reso a tutti chiaro che Ferruccio De Bortoli aveva scritto la verità: Maria Elena Boschi ha usato la propria posizione di ministro della Repubblica per tentare di giocare un ruolo nella vicenda di Banca Etruria.

L’audizione dell’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha poi certificato come in questo affaire, tuttora assai poco chiaro, abbia agito anche la cerchia degli amici privati dell’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Una storia opaca e imbarazzante, da cui emerge con urtante chiarezza come Maria Elena Boschi non abbia agito «nell’interesse esclusivo della nazione» (come aveva giurato di fare assumendo l’incarico di ministro). Le sue dimissioni dal governo e il ritiro dalla prossima competizione elettorale appaiono le conseguenze naturali, e perfino ovvie, di questo ennesimo scandalo italiano.

Il presidente  di Libertà e Giustizia

2 commenti

  • 30anni di denunce hanno accompagnato il declino ed il degrado del Paese, e fatto le fortune massmediatiche ed editoriali dei denunciatori professionali.

    Per non morire di frustrazione, parrarebbe maturo il tempo,, dopo 30anni, di fare un passo avanti per passare al progetto operativo per il Cambiamento qualitativo dell’offerta politica, che non sarebbe il tradimento dello Spirito Originale ed Autentico dello Statuto, ma la sua esaltazione.

    Saluti ed auguri di Buone Feste e soprattutto, di un Paese Migliore…(da richiedere a Babbo Natale).

    Paolo Barbieri

  • “È doloroso dover vedere come la peggiore delle eredità di Silvio Berlusconi – il conflitto di interessi e l’uso privato del potere – sia stata raccolta da un Partito Democratico dominato dalla cerchia di Matteo Renzi.”, dice Tomaso Montanari.

    Non sono d’accordo, mi sembra un’atto di generosità non dovuta. Non bisogna mai dimenticardarsi che l’elezione di Berlusconi fu legittimata dalla giunta per le elezioni del governo D’Alema che sorvolò sull’esistenza del DPR 361/57 che all’art. 10 recitava (e recita!): «Non sono eleggibili […] coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta».

    L’artificio, si disse, fu considerare concessionario Fedele Confalonieri, in quanto presidente di Mediaset e rappresentante legale. Ma se anche così fosse stato, a chi si riferiva (e si riferisce!) il sintagma «in proprio»?

    Sappiamo come sono andate poi le cose: ma Renzi è solo l’ultimo di una serie di collusi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza ETermini di servizio fare domanda a.

The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.