Bari/“I giorni dell’alternativa”, incontro con Tommaso Montanari

08 Novembre 2017

La volontà di cambiare il volto al Paese, di costruire un’altra politica. Questo è stato il tema centrale illustrato dallo storico dell’arte e presidente di Libertà e Giustizia, Tomaso Montanari, all’assemblea di Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza di cui è promotore, insieme ad Anna Falcone, avvocato e già vicepresidente del Comitato del No, tenutasi a Bari lo scorso 27 ottobre.
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La volontà di cambiare il sistema attuando la Costituzione, sull’onda della mobilitazione e del risveglio delle coscienze sociali che si sono espresse nella convocazione referendaria dello scorso 4 dicembre, quando “in gioco -secondo la professoressa Lorenza Carlassarre, costituzionalista- c’era l’esistenza stessa dello spazio di un conflitto, del conflitto sociale, che dà senso alla sinistra”.

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Una sinistra ormai sbiadita dalla lunga commistione con la destra: da ciò nasce l’esigenza della costruzione di un nuovo schieramento in grado di cambiare lo status quo, con la forza e l’entusiasmo di chi si è espresso con un chiaro No al referendum costituzionale, per una sinistra che ancora non c’è.
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Montanari ha sottolineato la necessità e il doveroso impegno di attuare i principi della Costituzione della Repubblica, fondata sul lavoro, e il coraggio di dire la verità su ciò che avrebbe potuto essere ed invece non è.

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La verità sulla necessità di reintrodurre l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sul fallimento del Jobs Act, della Buona Scuola e dell’alternanza scuola/lavoro -che non produce cittadini, ma schiavi imbrigliati in un meccanismo che non genera cultura, come garantito dall’articolo 9 della Costituzione- dell’attuazione dell’articolo 3 e della crescita sociale dell’uomo basata sull’uguaglianza sostanziale, dell’indipendenza della Banca d’Italia dal sistema politico, del ripudio della guerra, dell’accoglienza senza contrapposizione dell’immigrato, che non gode dei nostri stessi diritti nel Paese di provenienza.

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In questa fase della vita politica italiana non è possibile alcun dialogo con il Pd, ha ricordato Montanari- ma è necessario creare un’Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza trasparente con i cittadini, le associazioni, i movimenti, i partiti della sinistra che hanno voglia di cambiare, senza demonizzare i partiti, senza i quali non ci sarebbe democrazia.

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Occorre dialogare con tutte le forze per arrivare al risultato di una proposta forte e unitaria, credibile e fatta di un programma nuovo, coerente, radicale, trasparente, in cui le decisioni siano prese dal basso, con una leadership di tipo innovativo, fortemente connotata fuori dal sistema che si vuole cambiare.

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La governabilità del Paese non deve essere il fine, come per troppo tempo ci hanno fatto credere -spiega ancora Montanari- ma il risultato di un’azione politica che abbia come priorità la ricostruzione della rappresentatività in Parlamento, che può partire solo dal basso. Cambiare il Paese, usando la metafora introduttiva di Anna Falcone, dove “chi è fuori, per strada, possa entrare”, dove si possa costruire una vita felice nel pieno godimento dei diritti inviolabili dell’uomo.

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Presente all’incontro, tra gli altri, il professor Nicola Colaianni, giudice della Suprema Corte e presidente del Comitato Democrazia Costituzionale, che ha rimarcato l’urgenza, dopo l’impegno profuso per la salvaguardia della seconda parte della Costituzione, della “necessaria attuazione dei principi e dei diritti consacrati nella prima parte della stessa”, auspicando che ciò avvenga con la più ampia partecipazione di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, sulle orme di quello che fu l’operare dei Padri Costituenti, per costruire dopo le elezioni un’alternativa per l’Italia.

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Presente, tra le associazioni, il rappresentante del Comitato della legge di iniziativa popolare della scuola della Costituzione, Eliseo Tambone, che profonde il suo impegno per la riforma scolastica:  partendo dalle eredità del passato, occorre costruire la scuola pubblica del futuro, nel rispetto delle prerogative sue proprie e nell’alveo della Costituzione, superando la ‘Buona Scuola’ che l’ha snaturata.

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A difesa del territorio, il rappresentante Arturo Peccioli, dell’Ente Parco Castello Svevo, ha evidenziato l’inerzia istituzionale a difesa del territorio, necessaria in tempo di pace più che in tempo di guerra, contrapposta all’azione di ben 37 associazioni di cittadini contro gli abusi edilizi.

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Evidente è apparsa l’urgenza di riappropriarsi dei propri diritti per costruire una reale alternativa per il futuro. Una necessità avvertita, a tutti i livelli, dalle parti politiche presenti e dalle formazioni sociali.

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(*) L’autrice del report è socia del Circolo di Bari di Libertà e Giustizia.

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