La volontà di cambiare il volto al Paese, di costruire un’altra politica. Questo è stato il tema centrale illustrato dallo storico dell’arte e presidente di Libertà e Giustizia, Tomaso Montanari, all’assemblea di Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza di cui è promotore, insieme ad Anna Falcone, avvocato e già vicepresidente del Comitato del No, tenutasi a Bari lo scorso 27 ottobre.
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La volontà di cambiare il sistema attuando la Costituzione, sull’onda della mobilitazione e del risveglio delle coscienze sociali che si sono espresse nella convocazione referendaria dello scorso 4 dicembre, quando “in gioco -secondo la professoressa Lorenza Carlassarre, costituzionalista- c’era l’esistenza stessa dello spazio di un conflitto, del conflitto sociale, che dà senso alla sinistra”.
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Una sinistra ormai sbiadita dalla lunga commistione con la destra: da ciò nasce l’esigenza della costruzione di un nuovo schieramento in grado di cambiare lo status quo, con la forza e l’entusiasmo di chi si è espresso con un chiaro No al referendum costituzionale, per una sinistra che ancora non c’è.
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Montanari ha sottolineato la necessità e il doveroso impegno di attuare i principi della Costituzione della Repubblica, fondata sul lavoro, e il coraggio di dire la verità su ciò che avrebbe potuto essere ed invece non è.
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La verità sulla necessità di reintrodurre l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sul fallimento del Jobs Act, della Buona Scuola e dell’alternanza scuola/lavoro -che non produce cittadini, ma schiavi imbrigliati in un meccanismo che non genera cultura, come garantito dall’articolo 9 della Costituzione- dell’attuazione dell’articolo 3 e della crescita sociale dell’uomo basata sull’uguaglianza sostanziale, dell’indipendenza della Banca d’Italia dal sistema politico, del ripudio della guerra, dell’accoglienza senza contrapposizione dell’immigrato, che non gode dei nostri stessi diritti nel Paese di provenienza.