La Libertà ha un suono inconfondibile che bisogna imparare a riconoscere e a difendere. Sandra Bonsanti, giornalista e scrittrice, ha fatto di più: ha tradotto la melodia in parola, raccogliendola nel libro “Il canto della libertà” edito Chiarelettere. Un testo che richiama le singole note della democrazia, indagandone l’evoluzione tra le pieghe dei secoli e i versi di poeti e filosofi testimoni del loro tempo.
«La mia è solo una favola ambientata nel 1945, dopo il ventennio della dittatura.Tra i banchi dell’università di Roma un gruppo di studenti ascolta un vecchio professore che ha messo insieme i versi di Omero e la concretezza della vita per spiegare ai giovani i modi in cui la democrazia si può diffondere» ha ricordato ieri Bonsanti, parlando agli studenti del collegio Pio X di Treviso. Non una presentazione letteraria, ma un dialogo alimentato dalla curiosità dei ragazzi. L’autrice ha parlato di sé rispondendo alle loro domande, finendo con il traghettare la platea in un viaggio nel mare della conoscenza.
«Ripongo molta fiducia nelle giovani generazioni e nella loro curiosità di soffermarsi a riflettere su temi molto importanti, quali la libertà di parola e di espressione» ha detto Bonsanti. La sua navigazione letteraria attinge da numerose memorie, la laurea in Etruscologia, la professione di giornalista per grandi testate, di direttrice di quotidiani, parlamentare e presidente dell’associazione Libertà e Giustizia. Bonsanti rema tra le sue esperienze, solca le onde narrate da Omero scivola sui versi di Saffo, cita Socrate, Platone, Fedro, Canino. Parole antiche ma non superate, ideali per vestire di senso il nostro presente carico di incertezze, stragi, terrorismo e propaganda.
La democrazia va difesa? Ha chiesto uno studente del Pio X.
Come possiamo proteggerla? Ha aggiunto un compagno con la mano alzata.
«La democrazia è molto fragile e il rischio che porta con sé è di scomparire. Pensiamo che ciò possa accadere all’improvviso e invece non ci accorgiamo che la democrazia può anche sgretolarsi piano piano. Vedo questo pericolo nell’insofferenza verso l’informazione. E’ un brutto segno e mi ha fatto molto piacere che l’attrice Meryl Streep abbia ricordato pochi giorni fa il primo emendamento della Costituzione americana sulla libertà di parola» ha spiegato l’autrice.
Per lei il canto della democrazia è un pentagramma in continua evoluzione. «Risalendo alle origini la libertà era inizialmente fisica e legata al fatto di non essere schiavi. Nei secoli è diventata l’obiettivo di tutti i popoli. Il punto è che ognuno di noi deve contribuire a costruirla e a preservarla» continua Bonsanti, senza tralasciare le sfide del presente».
«La storia si ripete. Viviamo in un’epoca di grandi migrazioni, come avvenne al tempo di Enea, quando portò la sua gente sulle rive del Lazio. Venne prima combattuto e poi fu lui a far nascere una civiltà. I grandi spostamenti di popoli contemporanei sono un fenomeno che deve essere governato in modo intelligente, poiché rientra nella storia dell’umanità» aggiunge la scrittrice. Più volte durante la mattinata ha sondato la contemporaneità, segnata dalla disoccupazione, dalla violenza e dalla minaccia del terrorismo. Variabili complesse che richiedono un impegno collettivo per essere fronteggiate. Non a caso Bonsanti si rivolge ai giovani lanciando un appello inequivocabile. «Non fatevi acchiappare dalla propaganda. Studiate per opporre una conoscenza a chi vuole convincervi con uno slogan. Siate capaci di ragionare con la vostra testa. Solo cosi sarete davvero liberi».
La Tribuna di Treviso, 11 Gennaio 2017