COMUNICATO
Gli scienziati di Bologna che con la loro lettera al governo, alla Regione –senza risposta – e al Comune di Ravenna – con risposta a nostro avviso inadeguata – ci avevano suggerito un primo confronto con il vicesindaco Mingozzi e l’assessore Liverani, avvenuto il 17 luglio scorso, sono stati ricevuti, il 24 luglio, dall’assessora regionale Paola Gazzolo. Inoltre, con un comunicato stampa del 23 luglio, Legambiente Emilia-Romagna chiede alla Regione Emilia Romagna “una posizione chiara a favore dei territori”, e un referendum abrogativo delle norme pro-trivelle.
A Termoli, sempre il 24 luglio, sei regioni si sono ritrovate per dire NO alle trivelle in Adriatico. Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria. Presenti presidenti di Regione – come Michele Emiliano – e assessori all’ambiente. Assente la regione Emilia Romagna, l’unica Regione interessata al problema che sostiene le scelte del governo contenute nello “Sblocca Italia”, rinominato da chi dissente – non a caso – “Rottama Italia”, coerentemente con le valutazioni che anche gli scienziati hanno proposto alla assessora Gazzolo. Le sopracitate Regioni hanno dato vita a un coordinamento permanente per una
azione comune, e hanno auspicato che la Regione Emilia Romagna faccia parte del coordinamento, che avrà un primo confronto con il governo domani, 29 luglio.
Ci uniamo con forza allo stesso auspicio. Stare fuori dai luoghi del confronto non è politica. Con soddisfazione rileviamo che, almeno nel caso di Ravenna e di Bologna, l’incontro è stato possibile e la risposta non è stata solo il silenzio. Una rappresentanza del gruppo di 22 scienziati – docenti e ricercatori dell’Università di Bologna, del CNR, di ARPA, di ENEA – coordinati dal professor Vincenzo Balzani, ha consegnato a Paola Gazzolo un documento di estremo interesse – leggibile a partire dall’allegato comunicato stampa diramato dagli scienziati dopo l’incontro – documento sul quale intendiamo lavorare, per approfondire il tema e per informare la cittadinanza, condizione indispensabile sia per comprendere la complessità del tema “trivellazioni” in Adriatico, sia per alimentare una diffusa e urgente attenzione al tema da parte della cittadinanza. Costituzione in mano.
Ci ha favorevolmente colpito il metodo che gli scienziati propongono a chi governa, l’intreccio di scienza, cultura ed economia per affrontare la grave crisi economica, sociale e ambientale che tocca tutto il pianeta. E’ necessaria – dicono gli scienziati – una rivoluzione culturale ed economica. Le strade per farla sono la responsabilità – della cittadinanza e di chi governa – e la conoscenza obiettiva di dati scientificamente fondati, che sfatano molte “credenze”. Gli scienziati, con il documento consegnato a Gazzolo, propongono – e dimostrano, con dati precisi – che l’estrazione di idrocarburi è un affare per l’industria petrolifera, ma non per lo Stato, le Regioni e i Comuni. Nel documento leggiamo alcune informazioni riguardanti Ravenna: nel 2014 – a proposito di benefici economici (royalties) veramente esigui – al Comune di Ravenna sono arrivati 450 mila euro, cifra inferiore
ai danni subiti dalle coste. Un cane che si mangia la coda, e non basta.
Il comune di Ravenna, dicono gli scienziati, ha siglato con Eni un accordo: sblocco delle attività di trivellazione in cambio di 12 milioni di euro per “interventi a favore dell’ambiente e studi sulla subsidenza”. Il buon senso ci fa pensare a un paradosso. Ma insistiamo e vogliamo capire. E’ una responsabilità che sentiamo di avere nei confronti della Costituzione che chiede alla cittadinanza il dovere della partecipazione. E senza conoscenza la partecipazione è impossibile. Infatti, nell’incontro del 17 luglio scorso, abbiamo chiesto di visionare il 7° accordo fra ENI e il Comune di Ravenna. E il piano di studi del Corso di Laurea in Ingegneria Off Shore. Siamo in attesa di questi documenti, per continuare il lavoro di approfondimento, e della data di convocazione della Commissione Ambiente del Comune su questi temi. Per poi arrivare, in tempi brevi, ad un più ampio e
documentato confronto pubblico, che vorremmo fin d’ora potere mettere in calendario.Il gruppo ROTTAMA ITALIA ( Comitato in Difesa della Costituzione, Comitato per la Legalità e la Democrazia, Libertà e Giustizia, circolo di Ravenna, Legambiente, circolo Matelda di Ravenna).
Ravenna, 28 luglio 2015