Roma – “E tutti questi giovani?..” chiede con meraviglia compiaciuta Rodotà appena lo portiamo in auto vicino al palco per non farlo camminare troppo (ma guai aiutarlo a scendere, perché ci tiene a far capire che sta molto meglio con la gamba).
Alla Città dell’Altra Economia di Testaccio, sono tanti (e incuranti dei 30 gradi al sole!) i ragazzi rappresentanti delle scuole di Lazio, Lombardia e Campania coinvolti nel progetto di Beatrice Ravaglioli “Piccolo Atlante della corruzione” adottato anche dal Miur, ANM, Repubblica e Agenzia Anti-corruzione, in collaborazione con il Dipartimento per il contrasto alle mafie e alla corruzione, guidato dal Prof. Alberto Vannucci dell’Università di Pisa e neo-presidente di LeG.
Suonano le loro canzoni di denuncia per il concorso musicale (vincerà Tony Marcone di Napoli), in apertura dell’incontro del 2 Giugno della “Festa della Repubblica e della Costituzione” organizzato da anni da Libertà e Giustizia in varie città d’Italia.
L’edizione romana “Il Diritto alla libertà – Il Dovere della libertà” è un richiamo, come sottolinea Sandra Bonsanti nel suo saluto, alla nostra responsabilità come cittadini in un momento di forte erosione democratica e di attacco ai diritti della Costituzione. Che “rimane un pezzo di carta – declama l’attrice Sandra Del Maro dando la sua voce a Calamandrei – se non sarete voi a farla vivere”.
Arriva Landini, saluta le persone presenti nello stand di Libertà e Giustizia, della Campagna 005 contro la speculazione finanziaria e della Onlus Kim, alla quale sarà devoluto parte dell’incasso per la vendita delle magliette LeG.
Giovanni Cocchi entra giù duro nelle cifre fasulle del provvedimento governativo sulla Scuola. Un “cavallo di Troia” lo chiama, perché si presenta per migliorare le cose, ma le peggiora di molto. “E le ostentate elargizioni di fondi – che snocciola con precisione – sono soldi spesso venduti più volte, oppure partite di giro di somme tolte da una parte e messe da un’altra. Ma di fondi aggiuntivi c’è pochissimo”
Paul Ginsborg rinforza la denuncia per la scarsa attenzione del governo verso l’istruzione ed estende il discorso all’Università, criticando la difficile adozione dei criteri di valutazione dei docenti, rivelatisi nel tempo del tutto inattendibili.
Tornano i giovani sul palco.
Quelli del progetto “Maratona per l’Europa”, realizzato da Maurizio Olivieri per LeG insieme a Virgilio Dastoli del Movimento Europeo (CIME), nonché a docenti e presidi motivati e lungimiranti. E quelli del progetto di Beatrice Ravaglioli per LeG “Piccolo Atlante della corruzione”, che illustrano e consegnano i loro documenti a tutti i relatori seduti sul palco ad ascoltarli (Bonsanti, Cocchi, Ginsborg, Landini e Rodotà). Ricerche vere perché svolte sul campo dagli studenti, con questionari anonimi e successive elaborazione dei dati, sviluppate con l’aiuto di generosi docenti, che hanno donato il loro tempo e la loro passione sociale.
Una nuvola copre il sole implacabile, abbassa la temperatura e dà un po’ di sollievo.
La corruzione è anche il centro del messaggio di Gustavo Zagrebelsky, impossibilitato ad essere presente. “Corruzione – dice Zagrebelsky – non è semplicemente: violazione di regole, comportamenti illegali, “malaffare”. La corruzione è un sistema. I corrotti stabiliscono rapporti tra di loro; questi rapporti tendono a espandersi, secondo la logica della connivenza, dell’omertà. E mira al potere e al danaro. Questa ricerca spasmodica di potere e danaro, alleati l’uno con l’altro, crea disuguaglianza. Crea disuguaglianza tra chi si approfitta del potere del danaro per averne sempre di più, a danno di chi ha sempre di meno”.
Quando prende la parola Rodotà, le 500 sedie disposte in platea sono quasi tutte occupate e molte persone sono radunate nei fazzoletti d’ombra laterali. Il professore va dritto all’analisi. “I temi di cui stiamo parlando – dice – hanno una causa politica. E lo dico con chiarezza: il governo Renzi non è emendabile (scatta il primo dei tanti applausi). Non si può pensare di fermare tutte le sue scelte dannose a suon di emendamenti…” Rodotà insiste su una reazione dal basso, già invocata da Ginsorg, che non può venire dall’assemblaggio di pezzi di sinistra, ma da un progetto ampio di partecipazione”.
Un assist perfetto all’intervento di Landini.
“Se il problema di una categoria – dice arrivando all’epicentro del suo ragionamento – non diventa il problema di tutti, non ne usciamo. Questo significa la “coalizione sociale”. E non abbiamo tanto tempo, ecco perché ci vediamo a Roma già la settimana prossima. Perché quando metà degli elettori si astengono, vuol dire che sta passando la pericolosa idea dell’inutilità dei processi democratici di cambiamento. Cioè della necessità dell’uomo forte. In un momento di aumento della povertà. Il paradosso di questa situazione è che ora è povero anche chi lavora. E con meno tutele. Se c’è qualcosa che non va, deve star zitto, altrimenti si trova fuori il giorno dopo. Con un’indennità, ma fuori. (applausi) La libertà di un lavoratore è la stessa del cittadini. Si è cittadini liberi anche sul posto del lavoro. O non lo si è mai (applausi)”.
L’ampliamento della povertà e la concentrazione della ricchezza sono i temi affrontati da Giuseppe De Marzo, della campagna “Miseria ladra” per l’istituzione di un reddito di dignità, lanciata da Libera. E da Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna 005, per l’istituzione di una micro-tassa alle frenetiche compra-vendite di titoli finanziari, operate dagli speculatori.
Chiude il presidente di Libertà e Giustizia, Alberto Vannuci. “La nostra associazione ha posto al centro del suo operare la legalità, perché fino a quando c’è ambiguità su questo tema, saremo sempre una società in bilico tra criminalità e sviluppo. C’è allora un dovere che dobbiamo assumerci in solido, come cittadini: adottare noi per primi comportamenti di correttezza costituzionale per contrastare le insopportabili zone d’ombra della politica. Su questo tema, elaboreremo una “Carta dei doveri del cittadino”, alla quale ognuno potrà aderire liberamente non per chiedere, ma per dare qualcosa alla collettività. Proprio come richiede la Costituzione all’articolo 2, che c’impegna all’inderogabile dovere di solidarietà economica, politica e sociale”.