Il giovane caudillo Renzi, che “disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche”( come dice De Bortoli nel suo saluto al Corriere) ha vinto grazie ai seggi in più regalati dal “premio” previsto dal porcellum, una legge elettorale dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. E’ bello vincere così, con maggioranze truccate , vigliaccamente compatte per attaccamento al potere; è bello vincere senza confrontarsi con le opinioni altrui, impedendo addirittura , ponendo il voto di fiducia, ogni dibattito nell’unica sede competente a decidere di riforme. E’ il suo metodo , è la sua concezione di democrazia, ben espressa dalla frase ripetuta ad ogni vittoria ”abbiamo portato a casa” la riforma, non importa quale. A casa? A casa di chi? Non certo del popolo sovrano ( art.1 della Costituzione).
Forte della sentenza della Corte costituzionale che sottolinea il valore della rappresentanza anche rispetto alle esigenze della governabilità ,e si richiama al principio di eguaglianza del voto (che non consente che i voti di alcuni ‘pesino’ assai di più di quelli di altri) il Capo dello Stato, che per ora giustamente tace, potrà rinviare la legge alle Camere per una nuova votazione. E poi c’è sempre la Corte costituzionale , oltre al referendum abrogativo!
Io sono sempre ottimista. Non dobbiamo rassegnarci a subire “ una trasformazione strutturale che rende l’esecutivo padrone dell’intera vita politica del paese. Ovvero: il berlusconismo realizzato” ( Micromega) .
“Abbiamo il compito di cambiare l’Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo”, dice Renzi a Bologna: il verbo non ci piace, richiama una parola d’ordine di uno spiacevole passato. Quindi ne usiamo un altro per esprimere un analogo intento : noi “resisteremo”.
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