LUNEDI’ prossimo alle 20,30 si materializzerà al Puccini la famosa coalizione sociale proposta dalla Fiom di Maurizio Landini su cui si appuntano polemiche e consensi accavallandosi gli uni con gli altri e a volte anche scambiandosi i ruoli. Per il timore che si vada verso la costruzione di un nuovo partito che fa paura ai partiti esistenti, pur di sinistra, e che solleva anche la diffidenza della Cgil, compresa la Camera del Lavoro fiorentina, che vorrebbe eliminare dall’iniziativa di Landini ogni ambiguità. Che pure i rappresentanti della Fiom fiorentina negano esserci, convinti che la coalizione altro non significhi che rispondere in maniera inconsueta a una situazione anomala in cui alle normali iniziative sindacali sono state spuntate tutte le armi. Come che sia lunedì se ne parla.
Mentre la Fiom locale ci tiene a precisare che sia l’incontro del Puccini, che verrà concluso dallo stesso Landini , che la manifestazione nazionale a Roma anti Jobs Act del 28 marzo sono convocate esclusivamente dalla Fiom. Non a caso, la manifestazione di lunedì si intitola «Per una coalizione sociale».
Ovvero in viaggio verso la coalizione. Le altre associazioni, al di là della Fiom, partecipano e basta: Libertà e Giustizia, Arci, Anpi. Per Libera interviene il coordinatore toscano don Andrea Bigalli.
Secondo al Fiom la riunione fiorentina è la più significativa di tutte sia perché Firenze è una città ricca di associazioni e perché il telefono del sindacato, si dichiara, è infuocato dalle chiamate di quanti chiedono notizie. Ma anche perché Arci e Libertà e Giustizia intervengono con rappresentanti nazionali come Francesca Chiavacci e Sandra Bonsanti. Non mancano i veleni. A cominciare dalle porte chiuse della storica casa del popolo, ora circolo, Vie Nuove, alla richiesta del segretario Fiom cittadino, Daniele Calosi, di tenere lì la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
No, spiega a Calosi per scritto e dandogli del lei, il presidente del circolo dove è iscritto Renzi, Gian Carlo Brundi: «Le confermo la nostra indisponibilità a concedere la sala. Le ragioni si sintetizzano nel fatto che l’iniziativa politica di Landini non è condivisa da molti e che inoltre l’Arci non debba essere interessata direttamente all’evento. Saremo ben lieti di ospitare la Fiom per qualsiasi iniziativa connessa alla sua importante rappresentanza dei lavoratori». Scatta la pepata risposta di Calosi che recupera il tu e dopo avere ricordato che l’Arci partecipa all’iniziativa continua: «Le tue motivazioni oltre che infondate sono offensive non solo verso la storia della Fiom ma soprattutto con la storia dell’associazione che tu rappresenti. Le case del popolo come i circoli Arci nascono in seno al movimento operaio, insieme al movimento sindacale. Vie Nuove, inoltre, è un luogo simbolo del tessuto democratico della città, un luogo del discussione politica che non meritava di vedere il sindacato messo alla porta per una scelta politica».
la Repubblica, 20 marzo 2015