Landini, coalizione sociale “Politica fuori dai partiti. Qualcuno già ci teme”

15 Marzo 2015

l dado è tratto, Maurizio Landini ha rotto gli indugi. Lanciando il suo progetto: «Una coalizione per difendere i diritti di tutti». Non sarà un partito, «ma una coalizione sociale». Che resterà fuori dalle istituzioni per portare avanti le sue battaglie e fare politica direttamente nel Paese. L’incontro con le associazioni organizzato dal leader della Fiom è stata «un’occasione per guardarsi in faccia», racconta chi a quella riunione ha preso parte. Dalle associazioni (Libera, Arci, Emergency, Articolo 21 e Libertà e Giustizia) ai singoli (come gli ex del M5S Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini). Più o meno tutti positivamente colpiti e interessati dall’iniziativa di Landini.

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Il dado è tratto, Maurizio Landini ha rotto gli indugi. Lanciando il suo progetto: «Una coalizione per difendere i diritti di tutti». Non sarà un partito, «ma una coalizione sociale». Che resterà fuori dalle istituzioni per portare avanti le sue battaglie e fare politica direttamente nel Paese. L’incontro con le associazioni organizzato dal leader della Fiom è stata «un’occasione per guardarsi in faccia», racconta chi a quella riunione ha preso parte. Dalle associazioni (Libera, Arci, Emergency, Articolo 21 e Libertà e Giustizia) ai singoli (come gli ex del M5S Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini). Più o meno tutti positivamente colpiti e interessati dall’iniziativa di Landini.

Non sarà un partito – «E’ andata molto bene», assicura a ilfattoquotidiano.it il vice presidente dell’Arci Filippo Miraglia. «L’obiettivo è quello di avviare il percorso proposto dalla Fiom per rianimare la democrazia italiana dando vita ad una coalizione di associazioni che restituisca un’opportunità alla politica. Una politica sempre più distante dai cittadini a loro volta sempre più esclusi dalla partecipazione. Un progetto interessante, insomma, rispetto al quale ho chiesto tempo per discuterne al nostro interno». Un interesse che ruota intorno alla fondamentale premessa partenza. «Non c’è alcuna intenzione di fondare l’ennesimo partitino di sinistra, su questo Landini è stato chiaro – continua Miraglia –. Ad un’ipotesi del genere l’Arci non sarebbe assolutamente interessata, mentre è molto interessata all’idea della coalizione sociale che porti avanti le sue battaglie sui temi del lavoro, dei diritti, della scuola e della lotta alla povertà». Esclusa la formazione di liste e, di conseguenza, la partecipazione a competizioni elettorali, come si pensa di far valere le rivendicazioni della coalizione nelle sedi istituzionali? «L’obiettivo è fare politica nella società rapportandoci con i partiti, ma rimanendone distinti – osserva il vice presidente dell’Arci –. Strumenti come ilreferendum abrogativo o la legge di iniziativa popolare possono essere, ad esempio, delle strade percorribili». E alla manifestazione del 18, a Francoforte, contro l’austerity, anche l’associazione di Miraglia si farà vedere. «Qualcuno dell’Arci sicuramente ci sarà – continua –. Per dire basta a questa politica economica che, a livello comunitario, sta solo aggravando il divario tra ricchi e poveri». Temi per la verità che richiamano molto quelli cavalcati in Grecia da Syriza, il partito dall’attuale premier Tsipras. «Una convergenza che al massimo si può scorgere su singoli temi condivisi – conclude Miraglia –. Ma loro sono un partito, noi no».

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Qualcuno già ci teme – «Il progetto è di fare politica fuori dai partiti – spiega a ilfattoquotidiano.it la presidente nazionale di Libertà e Giustizia, Sandra Bonsanti –. Già in passato era accaduto una cosa del genere, ma questa iniziativa è molto diversa perché è scesa in campo la Fiom nel suo insieme. Non è solo l’impegno di Maurizio Landini». Il tratto distintivo dell’incontro era «l’entusiasmo delle associazioni presenti». Sulla natura del progetto, la presidente di Libertà e Giustizia esprime un giudizio netto: nessuna vicinanza con gli attuali partiti presenti in Parlamento. «L’obiettivo è di mettere in piedi una massa critica, ma soprattutto capace di elaborare delle proposte», ribadisce. In merito ai commenti polemici provenienti dal Pd, Bonsanti replica: «La coalizione sociale è una novità che spaventa qualcuno, specie chi ci definisce un partitino perdente di sinistra. Forse le nostra urla potranno rompere questa cappa di silenzio. Mi dispiace per l’udito di Speranza, ma si dovrà abituare a sentirle». Infine Libertà e Giustizia illustra cosa bolle in pentola: «Noi vogliamo elaborare proposte. Ci sono già incontri in agenda nelle prossime settimane e il 28 marzo c’è la grande manifestazione della Fiom». In conclusione l’annuncio di una mobilitazione tra le persone: «Metteremo insieme delle pratiche di aiuto sociale sul territorio per parlare con disoccupati, studenti e cittadini comuni per riprendere contatto con le persone. Si tratta di studiare un modello per il Paese contro il partito unico. Per questo è evidente che non abbiamo alcun collegamento con i partiti».

Referenti parlamentari – All’incontro non solo le associazioni, ma anche i singoli. Come i senatori ex Movimento 5 Stelle, Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini. E’ quest’ultima a tirare le somme della riunione. «Non si è trattato in alcun modo di una pre-costituente di un nuovo partito, ma di un confronto per capire se e come portare avanti battaglie sui diritti, a cominciare dai temi del Welfare e del lavoro – spiega la parlamentare –. Per quanto mi riguarda la mia adesione è sia diretta che indiretta: essendo una senatrice posso farmi carico di tramutare in atti parlamentari le istanze di questa coalizione sociale, traghettandole in sede istituzionale». Adesione convinta e condivisa, assicura la Bencini, anche dai colleghi Mussari e Romani. «Il metodo? Lavorare affinché le parti sociali siano sempre più radicate sul territorio per dare vita ad una forma di democrazia il più possibile partecipata – prosegue –. Inoltre, relazionarsi con quei partiti, come ad esempio Sel, disposti a portare avanti le istanze della coalizione sociale in sede parlamentare». Il primo collaudo potrebbe arrivare con l’eventuale referendum sulle riforme costituzionali. «Sì, potrebbe essere un banco di prova – conclude –. Fermo restando che, per quanto mi riguarda, non sono contraria alle riforme ma a questo tipo di riforme».

Informazione e uguaglianza – Presente, in rappresentanza di Articolo 21, anche Elio Matarazzo. E’ però Vincenzo Vita, contattato dal fattoquotidiano.it a chiarire i termini della partecipazione della sua associazione all’incontro con Landini. «Ci battiamo, come noto, per la difesa del diritto all’informazione – spiega –. E in questo contesto guardiamo al progetto di Landini con attenzione per capire se, nell’ambito della difesa dei diritti, che è l’obiettivo prefissato dal segretario della Fiom, può esserci spazio anche per quello all’informazione». Il fondatore di Emergency,Gino Strada, non poteva far mancare il suo sostegno all’iniziativa di Landini pur non potendo partecipare in prima persona all’incontro. Il medico, attualmente impegnato in Sierra Leone, ha manifestato la sua vicinanza con un collegamento audio in cui ha salutato i presenti. Peraltro, già a fine febbraio, aveva pubblicamente sposato il progetto di Landini: «Io ci sono per sostenere un polo di aggregazione impegnato sui diritti, la pace, l’uguaglianza». Strada farà comunque un punto sulla situazione al rientro in Italia: prima di esprimere un giudizio completo vuole avere un quadro chiaro del contesto in cui opera la coalizione sociale.

ilfattoquotidiano.it, 15 marzo 2015

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