La riforma del Senato è oggi uno dei cavalli di battaglia del governo Renzi. Giustificata con la necessità di sveltire procedure legislative e ridurre costi della politica. In realtà la lentezza del Senato è smentita dalle statistiche e dalla realtà: l’emendamento che fissava ieri in Commissione la composizione del futuro Senato è arrivato di notte ai gruppi che hanno avuto tempo per sub emendare solo fino a fine mattinata di oggi. Se si valutassero davvero merito nell’attività legislativa e costi sarebbe più ragionevole declassare la Camera: ha prodotto molte leggi mal scritte, corrette poi dal Senato, e il taglio dello stipendio dei deputati produce un risparmio doppio. Ma l’idea non piacerebbe a Renzi: il suo potere si regge sulla Camera dei nominati, gonfiati dal premio di maggioranza.
Così la sovranità popolare è destinata al macero. I cittadini vengono privati della libertà di votare il Senato e sono obbligati a votare per la Camera con schede bloccate. L’eguaglianza del loro voto è alterata dalle soglie di accesso alla ripartizione dei seggi: tolgono rappresentanza politica a chi vota per partiti non coalizzati (se non superano l’8%) e per quelli coalizzati che non superano il 4. E i fortunati che voteranno per il partito che raggiunge il 37% saranno rappresentati dal 52% dei seggi. Ma è soddisfazione apparente: la pingue maggioranza dei nominati ascolterà solo la voce del capo.
La riforma del Senato è un trucco per dare tutte le potestà alla sola Camera che a sua volta si fa serva del suo leader. Renzi realizza il programma di Berlusconi. Si passa dalla Repubblica parlamentare al dominio del Primo Ministro Assoluto. E’ un delitto contro la democrazia, ridotta a confronto tv, una volta ogni 5 anni, tra i capi dei due partiti maggiori. E il Parlamento ipnotizzato potrebbe votare la riforma con i due terzi dei voti, impedendo così il referendum.
I cittadini che vogliono esercitare il diritto-dovere di custodi della Costituzione devono farsi sentire. Ogni iniziativa è benvenuta e necessaria. Il voto alla Camera è blindato, bisogna lottare ora. Troviamoci tutti davanti al Senato martedì 15 dalle 10, Piazza delle Cinque Lune.