Da qualsiasi parte la si guardi, la sceneggiata andata in onda l’altro giorno a Montecitorio genera sconcerto e, se possibile, getta ancor più discredito sulla politica e sulle Istituzioni. E rende praticamente impossibile distribuire i torti e ragioni. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha pieno diritto di fare ostruzionismo (ovvero il filibustering mutuato dalla tradizione democratica anglosassone) a fronte di un decreto – che mette insieme la ‘privatizzazione’ di Bankitalia e la cancellazione della seconda rata IMU – che non condivide e che contesta alla radice. Così come sicuramente ha sbagliato il Questore D’Ambruoso che mette le mani sul volto della deputata Lupo che protestava. Ma, quando offendono le deputate del Pd con frasi irripetibili, occupano le aule delle Commissioni parlamentari e chiedono l’impeachment per Napolitano, i Grillini finiscono per andare completamente fuori dal seminato.
Tuttavia, quello che merita maggiore attenzione dal punto di vista del diritto e del rispetto delle regole è la cosiddetta ‘ghigliottina’ fatta calare sui tempi di conversione del Decreto IMU-Bankitalia.
Dunque, per ghigliottina (o, anche, tagliola) s’intende la decisione del Presidente dell’Assemblea di mettere comunque ai voti il provvedimento in discussione. Nel Parlamento italiano non è presente una disposizione che attribuisca esplicitamente e letteralmente alle Presidenze la facoltà di far scattare la ghigliottina. E, invece, previsto il contingentamento dei tempi d’esame di un provvedimento, tale per cui – esauriti quei tempi – si passa ai voti rimanenti senza più discussione. Mentre al Senato la regola del contingentamento è generalizzata e quindi incorpora la possibilità di ghigliottinare il dibattito (art. 78, comma 5), alla Camera la vicenda è più tortuosa. Con la riforma del Regolamento del 1997 fu introdotto il contingentamento come regola generale, ma NON sui disegni di legge di conversione dei decreti-legge.
Sotto la presidenza Violante si pose dunque il tema se – sui decreti-legge – potesse configurarsi il tema della ghigliottina distinto dal contingentamento.
In altri termini, ci domandò se – all’approssimarsi della scadenza dei 60 giorni (entro cui da Costituzione il decreto dovrebbe essere convertito) – la Presidenza, a prescindere dal previo contingentamento della discussione (che per definizione non c’è stato), possa mettere ai voti il disegno di legge di conversione. Le Presidenze Violante, Casini e Fini hanno continuato a considerare possibile il taglio dei tempi di discussione, pur senza mai dar seguito pratico a questo intento. Generalmente – fino ad oggi – l’ostruzionismo era stato troncato alternativamente o cumulativamente con la apposizione della questione di fiducia (che elimina dalla discussione gli emendamenti, ma non gli ordini del giorno di indirizzo al Governo) e con la seduta-fiume.
La decisione di Laura Boldrini di troncare il dibattito con la ghigliottina rappresenta, quindi, una prima assoluta nella storia della Repubblica.
E il rischio è che questo possa rappresentare un pericoloso precedente.
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