Questa il testo della lettera che Il Coordinamento vicentino per la difesa della costituzione, recentemente formatosi, si appresta ad inviare ai parlamentari locali (Veneto 1 e Veneto 2) perchè diano conto di come voteranno all’ultimo passaggio della proposta di modifiche alla Carta. Firmata, tra gli altri da: Libertà e Giustizia di Vicenza e Bassano, FIOM Vicenza, Comitato Viva la Costituzione del Veneto,Libera – Coordinamento provinciale vicentino, Legambiente – Parco Retrone Vicenza, SEL, PDCI, PSI, Lavoro e Società CGIL
“Nella prima metà del mese di dicembre alla Camera verrà discusso il ddl n. 1359-B che prevede, oltre alla modifica dell’art. 138 della nostra Costituzione, l’istituzione di un Comitato di 42 Parlamentari che potranno intervenire sugli interi Titoli I, II, III e V della parte II, incluse “le modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale”, ivi compresa, quindi, la I parte. Praticamente, una “delega in bianco”. Siamo qui a chiederle conto e ragione del suo prossimo voto: domandiamo che Lei chiarisca a questo Coordinamento, e agli elettori tutti, i motivi che lo che lei ritiene lo giustifichino. La maggior parte dei costituzionalisti considera illegittima la modifica dell’art. 138 – norma fondamentale per la variazione della Costituzione – così come proposta, in quanto mette in discussione la natura stessa del nostro Ordinamento democratico come insieme coerente di principi inderogabili su cui si fonda la Repubblica. Noi pensiamo che la Costituzione debba essere sottoposta a una “buona manutenzione” e soprattutto debba essere coerentemente applicata. Quello che si sta profilando è, invece, la pressoché totale riscrittura del dettato costituzionale. Sono, infatti, 69 su 139 gli articoli direttamente interessati dal processo di riforma, senza qui considerare, come visto in precedenza, gli altri “strettamente connessi”. Inoltre, con la nuova procedura in deroga all’art. 138, viene praticamente esautorato il ruolo centrale e le prerogative del Parlamento e dei suoi singoli componenti, ai quali è inibita la possibilità di presentare emendamenti ai testi proposti dal governo, concentrando così nell’Esecutivo poteri estranei a quelli conferitigli dalla Costituzione e ai i principi di democrazia sociale previsti e garantiti dalla Carta. In un suo scritto pubblicato nel 2009, Leopoldo Elia metteva in guardia dai rischi di un Potere costituito che si autoproclama Potere costituente, travalicando i limiti di sovranità che appartengono al Popolo e solo ad esso. Ancor più inaccettabile è il fatto che modifiche così importanti vengano votate da un Parlamento eletto con una legge che le forze politiche non si sono decise sin qui, stranamente, a cambiare. Senza considerare il fatto che queste cruciali modifiche al dettato costituzionale vengono attuate senza una adeguata informazione e una effettiva partecipazione dei cittadini al dibattito. In poco tempo sono state raccolte quasi 500 mila firme di cittadini, sono state indette a giugno e ottobre manifestazioni altamente partecipate e centinaia di associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, partiti e movimenti politici, si sono e si stanno mobilitando in tutta Italia, come non si vedeva da tempo nel nostro Paese, a difesa e per l’attuazione delle norme della Carta Costituzionale. Questo “strappo” alle regole volute e previste dalle nostre Madri e dai nostri Padri costituenti appare ingiustificato e inammissibile, risultando in aperta sfida alla volontà popolare e in contrasto con i principi di rappresentanza previsti dal dettato Costituzionale. Poiché il voto che lei esprimerà è di fondamentale importanza per la nostra democrazia e non può trovare giustificazione nell’osservanza della linea imposta dal partito di appartenenza, le chiediamo di inviarci le motivazioni del suo voto, in forma scritta, entro il 6 dicembre 2013, a noi cittadine/i nonché elettrici/elettori che continueremo a impegnarci perché la Costituzione venga attuata e non stravolta“.
In attesa di una sollecita risposta