Per inaugurare la sua nascita, il circolo di Libertà e Giustizia Alto Lazio ha avuto il privilegio di poter ospitare una figura di particolare rilievo nel panorama attuale della cultura italiana: Gennaro Sasso.
“Conversando” intorno al laicismo – tema tanto centrale per la vita politica e civile del Paese quanto troppo spesso assente dal dibattito pubblico – Sasso, filosofo teoretico e specialista di più specialità, ha affrontato l’argomento con acutezza e con rigore, e con quella chiarezza mai sconfinante nella banalità che costituisce la cifra peculiare del suo stile. Quella del laicismo si presentava infatti come una questione che è in realtà un nodo di molte questioni – dalla filosofia alla politica, dal diritto all’etica, dalla cultura alla storia – e richiedeva quindi un’analisi che tenesse conto di questa complessità.
Affiancato e stimolato con intelligenza dal nostro coordinatore, Daniel Catte, Sasso, partendo dal problema teorico legato alla definizione filosofica del laicismo, e alternando con sapienza lo strumento dell’analisi teoretica e quello dell’interpretazione storico-culturale e del ricordo personale, lo ha svolto e approfondito in diverse direzioni. Da un lato, e sulla base di alcuni passi tratti dalla Apologia dell’uomo laico di Giovanni Ferrara, ha tratteggiato i lineamenti esistenziali che caratterizzano la coscienza dell’uomo laico di fronte alle concrete sfide ad essa lanciate dalla politica e dalla storia. Da un altro, attraverso la critica di alcune tesi del giurista tedesco di cultura cattolica Böckenförde, ha delineato lo spazio ideale dello stato liberale fondato sul diritto, affrontando il problema del suo difficile rapporto con la chiesa; fino a spingersi a toccare temi di estrema delicatezza ed attualità, quali sono quelli connessi al testamento biologico e all’utilizzo di cellule staminali per la ricerca scientifica.
Ne è risultato un discorso complesso, a tratti difficile, ma proficuo, e che inoltre – ed è cosa importante, che siamo orgogliosi di poter sottolineare – si è infine trasformato in un autentico dialogo, con l’attiva partecipazione di molti fra il pubblico dei presenti. I quali, nonostante il disorientamento provocato dai passaggi più esposti delle analisi filosofiche di Sasso (ma del resto la “meraviglia”, causa della filosofia, può a volte presentarsi come suo effetto), non hanno mancato, con le loro domande e i loro interventi, di offrire spunti e stimoli per l’ulteriore approfondimento delle questioni. Spunti, domande, e interventi, che il professor Sasso ha saputo accogliere e discutere senza risparmiarsi, e sempre con estrema liberalità.
Di ciò, come neonato circolo di Libertà e Giustizia Alto Lazio, teniamo a ringraziarlo, nell’atto stesso in cui, prendendone a modello la spregiudicatezza e il rigore nell’analisi delle “cose d’Italia”, ci accingiamo ad entrare nel dibattito pubblico di questo nostro Paese, non sempre animato, è vero, da quello stesso rigore e da quella stessa spregiudicatezza, ma di cui, nonostante ciò, continuiamo a sentirci parte.
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