In queste ore di grande incertezza, in cui si inseguono progetti di governo falsamente “responsabili”, invettive e ultimatum destinati a durare lo spazio di un giorno, penso che il M5S farebbe bene a meditare sulla recente e disastrosa esperienza delle elezioni regionali lombarde. Pare superfluo ricordare che la Lombardia usciva da molti anni di governo regionale opaco e autoritario, in cui un grande potere era concentrato nelle mani di una ristretta cerchia di persone, e aveva dato luogo a condotte illegali diffuse e ripetute, a dissipazioni di denaro pubblico, a corruzione e persino legami con la criminalità organizzata. Tanto che Formigoni si era dimesso a furor di popolo poche settimane prima del voto.
Orbene, al candidato proposto dal centro-sinistra per il governo della Lombardia sono state fatte molte critiche: si è detto che non era di sinistra, che era inesperto, che non sapeva comunicare. Ma certamente non che fosse uomo di apparato o di partito; non che fosse men che onesto e trasparente; non che si potessero avanzare dubbi sulla onestà e sincerità della sua motivazione.
E dunque, ancora mi chiedo quale obnubilamento della mente abbia indotto i votanti del M5S a rifugiarsi in una inutile conta, votando una candidata destinata a sconfitta certa e determinando così la riconsegna della Lombardia nelle mani della Lega, ovvero di un partito ormai putrefatto, corresponsabile del malgoverno degli ultimi diciotto anni. Perché la verità è che se il M5S avesse votato per Ambrosoli, come era logico aspettarsi date le tematiche tipiche del Movimento e le caratteristiche proprie del candidato del centro-sinistra, oggi la Lombardia potrebbe guardare avanti verso un’amministrazione più trasparente e onesta, verso quel cambiamento tanto auspicato dal M5S, anziché indietro.
Si può sperare almeno che il disastro lombardo induca il M5S a riflettere sulle conseguenze delle proprie scelte, e a non trincerarsi dietro una irrealistica illusione di “autosufficienza” nel governo del paese, destinata anch’essa a infrangersi contro una realtà complessa e problematica come quella dell’Italia di oggi.
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