Scuola di formazione sui temi della legalità e della politica:
Libero perché giusto o giusto perché libero?
“La libertà è condizione ineliminabile della legalità; dove non vi è libertà non può esservi legalità.” Piero Calamandrei
Secondo incontro – Sabato 16 febbraio 2013
Libertà vo’ cercando…
Gli aspetti antropologici ed etici della libertà
con Rosa Pinto
Finalità e metodologia:
Le Associazioni “Libertà e Giustizia” (circolo di Bari) e “Cercasi un Fine” hanno nella formazione sociale e politica uno dei loro ambiti privilegiati d’intervento. Elementi comuni alle due associazioni sono la ricerca e la sperimentazione continua su temi quali la democrazia e la cittadinanza attiva, la tutela dei beni comuni, la difesa dei valori fondanti la Costituzione. I percorsi formativi delle due associazioni si prefiggono di costruire, al di là delle appartenenze politiche, una partecipazione consapevole e informata di ogni cittadino alla vita pubblica del Paese e per coloro che già operano nelle Istituzioni centrali e locali. L’occasione di mettere a confronto i modelli formativi delle due associazioni e la necessità di fare rete su temi essenziali per le nostre comunità come quello della partecipazione ha spinto il Circolo di Bari di Libertà e Giustizia e Cercasi un Fine ad organizzare una scuola di formazione Politica.
Questo primo passo di collaborazione vuole concentrarsi sui grandi temi etici della libertà e della giustizia non solo perché si condivide uno stato di crisi generale, rispetto a questi fondamenti etici, ma perché è ferma
opinione degli organizzatori che qualsia riforma sociale e politica debba avere una solida base etica, sinergia di teoria e prassi. La scuola, allora, si pone come uno spazio di riflessione e approfondimento sui temi della libertà e della giustizia, cogliendone i risvolti etici, antropologici, cittadini, istituzionali e politici.
Il percorso di formazione si articolerà su sei incontri, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, suddivisi in tre momenti: in genere ogni sessione è di tre ore, dove la prima ora è affidata al docente, la seconda a piccoli gruppi e la terza
nuovamente in assemblea. Intendiamo così seguire il metodo di Lorenzo Milani, che privilegiava l’apprendimento di parole e concetti, in piccoli gruppi dove tutti si potevano esprimere.
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