Mancano appena sette giorni alla presentazione ufficiale dei candidati alle primarie pd per il Parlamento che andranno in scena molto probabilmente domenica 30, e continuano ad accavallarsi i boatos. L’ultimo riguarda Alessandro Emiliano, 50 anni (nella foto), imprenditore, fratello del sindaco di Bari: figurerebbe nel gruppo degli aspiranti deputati e senatori da sottoporre al giudizio del popolo progressista. Potrebbe essere questa almeno una delle spiegazioni per cui Michele il Gladiatore ripete un giorno sì e l’altro pure di non avere la benché minima intenzione di abbandonare Palazzo di città e staccare il biglietto di sola andata alla volta di Roma.
Difficile saperne di più dal «chiacchierone» Alessandro, come lo apostrofa Simone Degennaro con il padre Vito, anche loro imprenditori, a dicembre del 2007. Ieri vanno a vuoto tre tentativi per parlargli: il cellulare squilla, ma nessuno risponde. Non è la prima volta che ci si occupa di un’eventuale discesa in pista di Emiliano jr. Sembrava che volesse correre sempre nelle file del Pd, alle regionali del 2010. Poi lui stesso si sfila dalla gara con una lettera al segretario Sergio Blasi: «Ringrazio, ma sono indisponibile ». Nel 2009 nel frattempo un altro parente di era stato eletto consigliere comunale: Marco Emiliano, 40 anni, cugino di Michele e Alessandro, con mille preferenze risulta il più votato nella squadra che il primo cittadino aveva messo in piedi per riconquistare il municipio.
Ma non si vive solo di Alessandro nell’arcipelago riformista, dove competitori di peso e non, fanno a spallate per essere della partita. Vorrebbe provarci, a quanto pare, Giuseppe “Peppino” Simone, presidente pugliese dell’Unione italiana ciechi, non fosse altro perché il mondo dei disabili lungo il corridoio dei passi perduti o tra i velluti rossi di Palazzo Madama non esiste da mai.
L’economista Francesco Boccia, braccio destro di Enrico Letta e originario di Bisceglie, scioglie la riserva e racconta che tra i collegi elettorali di Bari (otto anni fa il giovane professore universitario era stato assessore al Bilancio nella prima giunta Emiliano) e della Bat, sceglierà quello natio. Le bocce, per tutti, comunque si fermeranno domani o al massimo martedì della prossima settimana, quando la direzione nazionale dei democrat partorirà le regole del gioco. Immediatamente dopo, ognuno per sé e i votanti per chi riuscirà a essere più convincente o ammaliante.
Sarà una campagna elettorale brevissima, ma si annuncia tempestosa. Già scambiano Dario Ginefra — ex segretario dei giovani comunisti, ex capogruppo dei Ds al Comune, ex segretario provinciale dei Ds e del Pd — per un seguace di Beppe Fioroni, ex democristiano traghettato nello stesso partito dell’onorevole barese: «Pura fantasia». Come credere che gli scogli si possano asciugare con il fon. Sì, insomma, Ginefra bersaniano era e bersaniano resta. «Né mi appassiona» spiega «il dibattito su una possibile candidatura di Monti». E conclude: «Sono tranquillo sul fatto che chi mi conosce non può aver avuto il minimo dubbio sull’infondatezza della notizia, con tutto il rispetto per Fioroni. Ma certe ricostruzioni avventate, soprattutto in una fase come questa, in cui il dibattito politico ha subìto un’oggettiva accelerazione, rischiano di generare confusione e incertezza».
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