Dopo che la Direzione nazionale del Pd, nella serata di lunedì 17 dicembre, ha varato il Regolamento per le candidature al Parlamento, il quadro organizzativo per lo svolgimento delle Primarie per i parlamentari nel modenese si va definendo. In Emilia-Romagna si voterà nella giornata di domenica 30 dicembre. I seggi saranno aperti dalle ore 8 del mattino alle ore 21 della sera, orario continuato. I seggi allestiti sul territorio, visti i tempi molto stretti e il periodo di festività, saranno necessariamente in numero inferiore rispetto alla consultazione per la scelta del candidato premier. Possono partecipare al voto gli elettori che hanno già preso parte ad almeno uno dei turni delle primarie per la scelta del candidato premier e gli iscritti al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione al partito fino al momento stesso del voto.di Davide Berti Quella di ieri è stata una giornata piuttosto scoppiettante in casa Pd, terminata a tarda notte con la direzione regionale dove Stefano Bonaccini ha fatto il punto della situazione su regole e deroghe, come quella accordata a Matteo Richetti per correre alle primarie del 30 dicembre. Il tema della giornata è stato soprattutto uno, quello che vede Davide Baruffi superare al fotofinish Giancarlo Muzzarelli. Tutti e due non potevano starci in lista, si sarebbe aperto un problema politico. Correrà il segretario provinciale. E non era così scontato. Certamente c’è chi ha spinto per questa soluzione, ma è altrettanto vero che la scelta del segretario stesso denota comunque coraggio, sapendo bene che il risultato, per lui, ammette un solo segno: la vittoria. Coraggio perché dall’altra parte, tra gli uomini, ci sarà Matteo Richetti, in rappresentanza di tutto il mondo renziano e di area cattolica. Poi Stefano Vaccari. Una sorta di outsider, che non può essere sottovalutato. Uomo di partito, molto conosciuto in tutta la provincia, avrà dalla sua anche il sostegno di una fetta del mondo sportivo e della città grazie all’assessore Antonino Marino, che in queste ore ha già accordato il suo appoggio ed è molto attivo sul fronte degli incontri “cacciavoti”. Chi cerca preferenze è invece Roberto Adani, che fa un vero e proprio appello: «Faccio fatica a capire la ratio di queste regole ma mi adeguo, anche se siamo in una fase di tale sfiducia nella politica che bisognerebbe fare di tutto per consentire alla gente che lo vuole di votare, bisognerebbe baciare in fronte chi vuol votare non averne paura. Per presentare la candidatura sono necessarie ben 500 firme di iscritti al Pd, faccio quindi un appello accorato a tutti gli iscritti e a tutti i circoli affinchè consentano anche a chi non fa politica di mestiere, di partecipare, al di là di quella che sarà la scelta di chi votare alle primarie». Pensiero condiviso anche dal capogruppo Pd Paolo Trande, che ieri ha fatto polemica su regole e deroghe. Serviranno, infatti, tra le 400 e le 500 firme per entrare in lista, risultato non scontato dal momento che si dovranno presentare entro venerdì sera alle 20. Il giorno successivo la segreteria provinciale metterà tutto nero su bianco. Per questo, fino all’ultimo, non si può mai dire: uno come Muzzarelli, se qualcosa andasse storto in queste ore, non farebbe molta fatica a tornare sui suoi passi. Da vedere se l’operazione Maurizio Torreggiani andrà in porto. Questione anche di firme, oltre che di progetto politico. Lo sanno bene anche le donne che sono entrate in questa partita. Elena Malaguti si è fatta ufficialmente da parte, qualcuno ieri portava avanti il nome di Greta Barbolini, ma solo oggi si scioglieranno le ultime riserve. Quello che è certo è che ci sarà Maria Cecilia Guerra. Con lei anche Manuela Ghizzoni. E Mariangela Bastico? Terrà in ansia fino all’ultimo il partitone, che ha provato a spiegarle come sarebbe meglio farsi da parte. Chi è uscita allo scoperto è Giulia Morini, anche lei a caccia di firme e candidata. E spiega chiaramente la sua posizione: «Più del regolamento assurdo, temo la condizione dei giovani in Italia»
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