Pare che Roberto Benigni abbia, costretto dalla crisi politica, dovuto aggiornare il suo monologo per stasera, la diretta su RaiUno alle 21.10, con “La più bella del mondo”, show dedicato ai primi 12 articoli della Costituzione. Non mancheranno le battute sul ritorno dell’ex premier, e per tutti gli altri. Il premio Oscar ha carta bianca per il suo ritorno su RaiUno, l’evento tv più atteso. Forse ripartirà dalle «più belle dimissioni degli ultimi 150 anni», come disse giusto un anno fa, ospite di Fiorello. Il comico sarà accolto da un pubblico di 500 invitati.
«Questa Costituzione è un sogno – ha detto ieri il comico – ha fatto diventare il desiderio legge». La Costituzione è al centro dell’interesse: su iTunes è appena sbarcato un video di Shapiro intitolato 11 (presentato in anteprima su Repubblica.it) sui primi undici articoli. E la nuova stagione costituzionale, per “Libertà e Giustizia”, è la strada cui fare riferimento, che potrebbe essere scelta sia dalla destra democratica che da centrosinistra e sinistra. Una grande alleanza per salvare il Paese nel nome della Costituzione. «Sull’orlo dell’ennesimo baratro, una roccia cui aggrapparsi. Forse la sola che ci sia concessa oggi, sarebbe infame sottovalutare la forza che da essa ancora sprigiona».
Ho scritto questa nota quando ancora lo show evento che Roberto Benigni si appresta a proporre per due ore in diretta TV su Rai 1 senza pubblicità, deve accadere, dato che è previsto per questa sera, ed invece ho scritto sabato 15, sollecitato a farlo dalla ricorrenza della morte di Giuseppe Pinelli, “ucciso, innocente, nei locali della Questura di Milano” come si legge sulla lapide che lo ricorda. Scrivo perchè dopo 43 anni, lo Stato democratico non è ancora stato capace di dire a noi cittadini sovrani, come, da chi e perché, Pinelli è stato ucciso.
Scrivo convinto che ci sia tanto bisogno di “cantare” la Costituzione come si appresta a fare Benigni, ma non perché come abbiamo sentito negli annunci che hanno lanciato l’evento, sarebbe la “più bella del mondo”, bensì perché, quello che è successo a Pinelli e a tanti altri dopo di lui, e quello che viene ancora tenacemente nascosto a noi cittadini, dimostra che la nostra Costituzione è …….
“PRIGIONIERA”.
E poiché senza tema di smentita credo si possa affermare che la nostra Costituzione è, almeno sulla “Carta”, sinonimo di libertà, mi viene qui di riproporre il ritornello che risuona nel film di Luigi Magni “Nell’anno del Signore” per le musiche di Armando Trovajoli, sostituendo appunto la parola originale ‘libertà’, con la parola ‘Costituzione’.
Propongo anche di sostituire il titolo originale del brano, “I carbonari”, di cui si conosce anche una versione cantata da Fabrizio de Andrè, con la frase: “La bella che fa paura”.
Sono sicuro che Giorgio Calabresi autore delle parole (ma anche l’altro Calabresi, Mario coinvolto nella storia qui citata) mi passerebbero l’arbitrio.
“La bella ch’è prigioniera tra là là tra là là tra là là làlà/ha un nome che fa pauuuraa/Costituzione Costituzione Costituzione/Con tre corone in testa ha comandato il Re/ tenetela nascosta perché perché perché/La bella ch’è prigioniera tra là là tra là là tra là là làlà… ha un nome che fa pauraàààààà ……/Costituzione Costituzione Costituzione.