C’è come una sorta di entusiasmo trattenuto, nella sala dello Stensen, dove il circolo fiorentino di LeG ospita Laura Puppato, unica donna candidata alle primarie del centrosinistra. Pochi la conoscono, a parte in Veneto, dove è stata sindaco per due mandati a Montebelluna, nella tana dei leghisti, dal 2002 al 2009, e dove ricopre ora la carica di consigliere regionale. Del Veneto operoso, terra di migrazione è figlia Laura Puppato, schietta, solida, concreta. Se non facesse lei stessa un cenno alla conterranea Anselmi, il paragone con la staffetta partigiana di Castelfranco Veneto, verrebbe spontaneo. Se Tina fosse diventata presidente della Repubblica, dice Laura, il mio Veneto sarebbe stato diverso. E ricorda di quando Tina, per onorare l’impegno preso con lei l’anno prima di recarsi a Montebelluna per celebrare insieme il 25 aprile, ci sarebbe andata pur se già molto malata, se lei stessa non l’avesse dissuasa. Abbiamo bisogno di partigiani e, sopraffatta dall’emozione, la parola le rimane in gola. Ma poi, incalzata da Sandra Bonsanti e dal pubblico in sala racconta della sua vicenda di amministratore locale, delle difficoltà ma anche delle piccole vittorie e di come vorrebbe trasferire la sua esperienza a livello nazionale.
Ambiente (l’Italia è un paese cementificato), smaltimento dei rifiuti, lavoro (politiche scriteriate per 15 anni), centralità della scuola pubblica, politiche famigliari, rappresentanza femminile, opportunità per i giovani. A Montebelluna il comune ha messo a disposizione degli under 35 case in affitto a 100/200 Euro al mese, per permettergli di uscire di casa, di avere uno spazio proprio. Sempre nel comune da lei amministrato, dopo una lunga battaglia hanno varato una legge che consentisse alle donne un ingresso paritario a quello degli uomini nelle istituzioni.
Sui temi etici, salvaguardia della 194, registro dei testamenti biologici, e ricorda, da cristiana, la testimonianza del Cardinal Martini. Pieno riconoscimento dei diritti civili per persone dello stesso sesso che convivono. Sul rinnovamento della politica eliminare gli sprechi, bilanci trasparenti, legge sul finanziamento ai partiti da rivedere, due mandati per i parlamentari. Legge elettorale, meglio tornare al Mattarellum piuttosto che tenersi il Porcellum, anche se i collegi uninominali sarebbero la soluzione ideale. Il mio partito, il Pd, dovrebbe essere il traino del paese, ma per vincere le elezioni occorre aumentare i consensi, indicare delle priorità, di metodo, di progetto, se vogliamo riconciliarci con gli italiani. Appena mi sono candidata, racconta, sono partiti i fuochi incrociati, le finte lusinghe. Da una parte giuravano su un posto da Ministro dell’Ambiente nel prossimo governo dall’altra sulla guida della regione Veneto nel 2015. L’outsider venuta da Montebelluna intimorisce i due sfidanti più noti, che si spartiscono in egual misura l’attenzione dei media.
L’entusiasmo in sala si fa sempre meno trattenuto, si moltiplicano gli applausi e gli interventi al microfono, tutti dello stesso tenore. Che sembrano raccogliere l’invito iniziale della presidente di LeG, di vincere la delusione e andare, nonostante tutto, a votare. Gente che non perde un appuntamento con le urne da cinquanta, sessant’anni e che pure alle prossime elezioni sarebbe rimasta a casa, per il disgusto nei confronti di questa classe dirigente sempre uguale a se stessa e che trova nelle parole semplici e al tempo stesso rivoluzionarie di Laura Puppato un motivo per recuperare fiducia.
“Riparare l’Italia” lo slogan della sua campagna elettorale. Ci vorrà tempo, tanta pazienza, lavoro infinito ma per il Paese più bello del mondo, così l’ha definito la consigliera della regione Veneto, forse vale la pena provarci.
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