Pd: quel vizio di dividere tra buoni e cattivi

Non è una bella aria quella che si respira nel Pd. Il gruppo dirigente è sicuro della vittoria alle prossime elezioni politiche. D’Alema ha già spiegato a uno dei principali giornali tedeschi come sarà il governo che uscirà dalle urne: “imperniato sul Pd, che ne è la garanzia, in alleanza con la sinistra di Vendola e i moderati di Casini”. Però, la sinistra è capace come nessun altro di farsi del male, soprattutto se le cose sembrano andare a suo vantaggio. E’ bastato l’annuncio della candidatura di Matteo Renzi, col conseguente dibattito sulle primarie, a provocare le convulsioni ai democratici. Un’incancellabile attitudine all’autolesionismo. Che sta portando i big del partito a trovare il comune denominatore nell’anti-renzismo. Un  martellamento senza soste. Un concentrato di accuse e di ostilità.

Debbo dire di non avere particolare simpatia per il sindaco fiorentino. Non apprezzo una certa violenza verbale, gli slogan continui sulla “rottamazione”. Le dispute sull’età non mi appassionano. Né mi appassiona la sfida tra vecchio e nuovo al posto di quella sulle diverse opzioni politiche. Trovo in alcune sue prese di posizione, e anche in certi comportamenti, un’opacità che non mi convince. Ma non mi convincono neppure i modi e i toni dei suoi avversari. Ha cominciato D’Alema trattandolo come un incapace, buono a dividere e non a unire. Poi, le battute al vetriolo della Bindi. Infine, ci ha pensato il cattolico Fioroni, anima mite, a collocare la ciliegina sulla torta, invitandolo a “sistemare” il traffico di Firenze oppure a dimettersi da sindaco se vuole presentare la sua candidatura alla premiership. Un fuoco concentrico. Una sorta di santa alleanza tra persone e gruppi che fin qui avevano manifestato, il più delle volte, intenti opposti. Gli ex ds da una parte, gli ex Margherita dall’altra, ma tutti ora sotto la stessa bandiera. A combattere l’estraneo, il diverso, l’alieno.

Intendiamoci: se di vere primarie questa volta si tratta, e non di una mobilitazione di partito per consacrare le scelte già fatte, come è accaduto in passato, è chiaro che vera battaglia deve essere.Un duello con veri sfidanti, e non con professionisti della mediazione. Ma questo non può voler dire la delegittimazione, il tentativo di demonizzare i concorrenti, fino a fare dell’avversario uno sfasciacarrozze, un po’ bullo e molto furbo. Questa linea di condotta alla fine si rivelerebbe un boomerang. Dando ragione a chi pensa, senza sposare per questo le posizioni di Renzi, che siano tornate in campo le vecchie compagnie di giro. Che ci sia il ricompattamento della nomenclatura. La concezione della politica come posto fisso.

Eppure, ci sarebbe la necessità di una sfida seria, aperta, senza trucchi. Da condurre su un terreno meno propizio ai colpi di mano. C’è la crisi dell’euro. Ci sono le crisi industriali che minacciano migliaia di lavoratori. C’è da governare il mondo della flessibilità, il rischio d’impresa, la precarietà. C’è il grande campo dei diritti civili. Qui dovrebbero misurarsi le diverse opzioni. Il Pd non può rinchiudersi a riccio, nell’attesa della vittoria elettorale. Deve aprirsi e rinnovare la politica. Era lo scopo dichiarato, quando mosse i primi passi. L’incontro e la sintesi dei diversi riformismi: non solo quello socialista, non solo quello dei cattolici democratici, ma anche l’apporto dell’ambientalismo,  anche l’ispirazione liberaldemocratica. Sembrava una scena notevolmente affollata. Ma oggi pare occupata soprattutto dagli eredi del vecchio Pci e della vecchia Dc. Quasi un  ricordo del compromesso storico. Questa volta in versione bonsai. Ne mancano le ragioni perché siamo lontani anni luce da quel progetto. Ma permangono i vizi culturali prima che politici. La diffidenza verso una certa idea laica. La pretesa di assegnare il campo, facendo la cernita dei buoni e dei cattivi. La tendenza a demonizzare chi dissente. Non c’è da meravigliarsi, a questo punto, se c’è chi vuole collocare Togliatti, accanto a De Gasperi, nella galleria dei padri nobili. Ma, stando così  le cose, è inutile lamentarsi dello scarso appeal del partito. E sarà sempre più difficile riportare in linea i tanti che se ne sono allontanati.

9 commenti

  • A Casini si preferisce senz’altro Renzi almeno lui ci ha messo la faccia e vuole essere del PD ed e’ piu’ a Sinistra di Casini.
    Se il PD deve essere il partito di Veltroni e’ meglio che cambia nome perche’ appena vince Veltroni stesso cerchera’ di giocare un ruolo importante cosi’ come D’Alema e tutti quelli che ora sono nel sottobosco.
    Non si rinnovera’ mai!!!

  • Ho letto l’intervista di D’Alema al Corriere: c’è poco da dire, al momento dei fatti, i “capi” del Pd pesano solo a tutelare il proprio potere, altro che spazio ai giovani!!!

    http://www.corriere.it/politica/12_settembre_06/zuccolini-ora-solo-alleanze-per-governare_e1ef519e-f7e5-11e1-a29d-c7eff3c66a96.shtml

    Per quanto riguarda l’autolesionismo del Pd, mica lo scopriamo oggi che i dirigenti del partito amano il “masochismo” politico….

  • Leggendo questo articolo ho avuto una brutta sensazione, indipendentemente dall’analisi di Arturo Meli che è in gran parte condivisibile.
    E’ che non me ne frega niente: ormai le vicende interne del Partito Democratico sono talmente noiose, banali e ripetitive che non interessano più.

  • patetici, non so se provare disgusto, rabbia, o semplicemente indifferenza.
    e pensare che li votavo pure…. che pena che provo (per me)

  • la tendenza a demonizzare chi non la pensa come te…..ma è da sempre che non solo il PD ma soprattutto , con i grandi opinionisti illuminati e progressisti guardano ( alla D’Alema ) con estremo disprezzo coloro che antropologicamente la pensano in maniera diversa .
    Oggi c’è Renzi nel mirino e sentire D’Alema che di grande ha fatto poco , è stato al governo ( governi incerti e ballerini ) senza lasciare traccia , ma impostando tutto con sorriso beffardo di sufficienza.
    Renzi è da vedere , studiare e poi provare ma quelli che oggi lo guardano dall’alto e scuotono la testa essendo solamente vecchi politicanti ( da oltre 40 anni sono in pista ) e senza aver scritto pagine di storia ma chiacchere.
    Il PD proponga progetti chiari e certi, uomini affidabili e non vecchi tromboni , le esperienze governative di questi ultimi anni ( ben sette anni di governi uno più ballerino dell’altro ) non hanno dato certezze di essere i migliori . Quindi ….! RF

  • Ieri (10-15 anni fa? ho perso il conto) Nanni Moretti diceva: con questi politici ( di centrosinistra) non andiamo da nessuna parte. E fu solo l’inizio. Oggi Grillo dice: basta con questi politici, sono degli zombie ( a dire il vero ce l’ha con tutti i politici anche se, la replica a Bersani sul “linguaggio fassista”, gli dà modo di specificare bene che il discorso riguarda anche la leadership del Pd . Ma si sa, lui è il nemico esterno della politica . Sul versante interno però, e non da ieri, Renzi dice: basta con il segretario e D’Alema, sono dei nonni . Intanto, dopo le voci (smentite da Bersani) sulla grande coalizione, si parla adesso di grande patto a sinistra. Anche qui arrivano smentite ma, ormai, il danno é fatto. Insomma, ogni giorno ne salta fuori una. Ma cosa deve pensare , un bravo e onesto elettore democratico di centrosinistra di fronte a tutto questo ? Certo, non é il mondo dei nani e delle ballerine ma comunque, anche fatte le debite differenze, non c’é da stare allegri. E’ normale che questo elettore diffidi, normale anche che cerchi altri riferimenti, sbocchi politici ( attraverso il voto, sia chiaro, non la rivoluzione). Il comportamento dei partiti di centrosinistra risulta rissoso, arrogante, poco trasparente e , soprattutto, incomprensibile perchè imprevedibile. Ultimo caso, poco dopo l’accordo Bersani-Vendola a garanzia di uno stabile polo di sinistra, Vendola subito chiede di sposarsi . Ma che serietà è questa? Nulla da eccepire,ovvio, sul suo desiderio. Molto da dire invece sul “tempismo” per mettere in difficoltà Bersani. Ultima chance ( per essere credibili) , le Primarie. Ma con questi chiari di luna… gli stessi protagonisti rischiano l’autolesionismo. Ecco, é inutile prendersela con Grillo e tacciare di populista mezza Italia. Occorrono subito dei segnali forti e inequivocabili sulla volontà di cambiare questo aspetto miserando dei comportamenti e dei linguaggi . Senza questo non c’é leader che tenga, e non c’é possibilità di pensare per il prossimo futuro ad altri premier che a Monti ( e , infatti, Renzi che tutto è fuorché sciocco, dalle sue posizioni moderate, già gli offre il bis in caso di vittoria) . Non interessa sapere dunque, ovvio, solo l’età anagrafica di chi parteciperà al ricambio. Perché solo questo non dà garanzia dei cambiamenti necessari a sinistra dello schieramento politico ( vedi Renzi) . Ma é indispensabile però che il ricambio vi sia e sia tangibile, perché la scelta del personale politico è fondamentale per dare sostanza al programma ( che non sarà,come detto da Bersani, di 281 pagine ) del centrosinistra .

  • Mi sembra che siamo alle solite i democratici ex pci si spaccano in gruppi per dimostrare chi e piu puro dell’altro i democratici ex dc continuano a portare avanti le loro tesi che sanno di vecchiume ormai sorpassate persino dal comportamento del clero, e evidente che così se non si perde non si può certamente governare, mi sembra strano che in Italia anche con una destra a dir poco ridicola non capace di farsi rappresentare che da Berlusconi e la russa la sinistra non possa prendere in mano le redini di questo paese.

  • Secondo il piano berlosconiano Rosa Tricolore Renzi deve diventare premier per garantire la continuità politica di berlusconi.Di sicuro tutto il PDL voterà per Renzi alle primarie e non dovrebbe poterlo fare .Così le primarie sono falsate

  • Un pirla che va a cena da Berlusconi, chiama vecchi gli anziani più intelligenti di lui, approfitta del suo ruolo in provincia per grandi sprechi e nomine di cui oggi è indagato dalla corte dei conti, fa una campagna elettorale di cui non si capisce nessuna idea (se non che viaggia in camper come grillo ma con l’autista personale che lo accompagna in suv)….. solo a parlare di un tipo simile occorre tapparsi il naso.

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