Ha parlato di “risorgere tra la propria gente” Nando Dalla Chiesa, nel breve discorso tenuto durante il concerto del 17 maggio, in ricordo delle vittime degli attentati mafiosi di 20 e 30 anni fa.
Queste parole che ha citato furono pronunciate da Óscar Romero, vescovo salvadoregno successivamente ucciso perché aveva preso una posizione netta contro la dittatura che vigeva nel suo Paese, quando gli fu chiesto se non avesse paura. Lui, prete, che verrà poi ucciso mentre celebrava la Messa, non rispose semplicemente che si aspettava una ricompensa nell’aldilà, ma che appunto sarebbe risorto tra la propria gente, quella che difendeva e con cui combatteva.
Allo stesso modo, stasera i morti per mafia dell’82 e ’92 sono risorti tra la gente che non solo li ricorda, ma che trae dal loro esempio la forza di unirsi contro la mafia oggi. Anche tra i giovani che nel ’92 non erano nati o erano piccolissimi: quelli che hanno letto alcuni racconti sulle vittime, quelli che hanno prodotto dei video di testimonianza, e Luca Colardo, il bravissimo violoncellista ventidueenne che con Bach ha raccontato la disperazione e la solitudine della morte ma anche la serenità e l’energia delle idee che ancora “camminano sulle nostre gambe“.