Già nello scorso dicembre Libertà e Giustizia aveva chiesto le dimissioni del governatore lombardo Roberto Formigoni, della giunta e del consiglio regionale – si legge in una nota – “a fronte dei gravissimi fatti commessi da esponenti di rilievo. A partire da Filippo Penati, che ancora siede nei banchi del consiglio regionale, all’ex vicepresidente Franco Nicoli Cristiani, sorpreso con la mazzetta in casa per una vicenda legata a cave di amianto e a pezzi di autostrada costruiti con rifiuti proibiti. Per arrivare a Nicole Minetti, indagata per induzione alla prostituzione, senza dimenticare le pericolose commistioni nel crac del San Raffaele”.
“L’ultimo caso dell’ex assessore, componente dell’ufficio di presidenza Massimo Ponzoni, arrestato per bancarotta, corruzione, concussione e finanziamento illecito è la goccia che fa traboccare il vaso. Sullo sfondo legami con la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta del Nord – si legge ancora nella nota – Libertà e Giustizia chiede nuovamente, con forza, che si torni alle elezioni, per ridare la parola ai cittadini. Formigoni non può continuare a trincerarsi dietro il ‘io non sapevo’ gridando al complotto politico. Lui è il responsabile della Regione Lombardia e di tutta la ciurma. Si assuma le sue responsabilità, invece di cercare una penosa via d’uscita sulla scialuppa di salvataggio”.