Nell’ambito del ciclo: Partecipare attiva(la)mente
Incontro con:
Franco Fichera, docente di diritto tributario e preside della facoltà di Giurisprudenza a Napoli
Se il fanciullino scopre le tasse
Il bello del fisco: un gioco con 100 bambini
di Andrea Resti, professore associato presso il Dipartimento di finanza della Bocconi
Non credo si possa insegnare ai nostri studenti l’etica, sostanza delicata e volatile che sopravvive in noi nutrita solo dall’esempio dei nostri genitori e dalle minacce del codice penale; mi dà fastidio il proliferare di codici e convegni, talvolta popolati da relatori a cui non presterei la bicicletta. Ma ho dovuto ricredermi di fronte a un volumetto verde incontrato per caso in libreria. Il titolo riportava alla mente un grande bocconiano che pochi mesi fa ha avuto la pessima idea di lasciarci: uno capace di dire, senza abbassare gli occhi, che “le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire a beni indispensabili”. Così il libretto verde è evaso dalla libreria con me. Le belle tasse, di Franco Fichera (Einaudi, 2011), racconta uno straordinario esperimento educativo: un gioco nato per spiegare a un gruppo di scolari delle elementari il significato di “tasse”, “governo” e “spesa”. Si legge d’un fiato e ci insegna a guardare da un’angolazione diversa uno snodo cruciale delle politiche economiche di un Paese: il fisco. Le tasse finanziano servizi collettivi contemperando interesse del singolo e solidarietà. Comportano una delega all’autorità che stride con l’istinto individualistico dell’homo oeconomicus, eppure risponde a un bisogno primordiale di creare vincoli e legami.
I cento bambini di Fichera, procedendo nel loro gioco con matite e monete di cioccolata, apprendono le regole del mondo adulto e insieme scoprono dentro di sé i sentimenti innati di speranza, diffidenza, giustizia a cui quelle regole dovrebbero dare risposta. Se ne L’attimo fuggente il professor Keating chiedeva ai suoi studenti di salire sui banchi per vedere il mondo da una prospettiva nuova, Le belle tasse ci invita a accovacciarci e a riprenderci lo sguardo dei nostri nove anni. Ci guida in un viaggio di riscoperta interiore, ci costringe ad ammettere la profonda bellezza delle tasse, con la logica ingenua e inflessibile dell’infanzia.