Tutti i nodi vengono al pettine. Ovvero: tutti i fiumi portano al mare. La nostra Repubblica sta vivendo le ore più drammatiche dal dopoguerra. Sotto gli occhi del mondo intero. Nell’attesa delle intercettazioni e delle testimonianze che mostreranno a tutti la grande Vergogna.
Non c’è sollievo per averlo indicato per tempo.
Ma sarà difficile dimenticare quanti invece dicevano che non si doveva parlare dei casi giudiziari del premier, che così si perdevano i voti.
Voci di poveracci.
Se il nostro paese in qualche modo si riscatterà (ma chissà quando) lo dovrà alla resistenza che in questi anni ha tenuto insieme cittadini di ogni colore, di sinistra e di centro così come di destra. Anche gente che stava zitta ma sapeva e ora non tace più.
Una minoranza, forse. Ma non sarebbe una novità.
Come ne usciremo, come ne uscirà?
A queste domande per ora nessuno sa rispondere. Siamo nelle mani del presidente della Repubblica e benedetta sia la Costituzione italiana che ce lo consente. Ci pensassero bene prima di proporre riforme che diano più poteri a questo o a quello.
Evviva la nostra Costituzione, che all’estero ci invidiano e da essa imparano.
Ci aiuterà a uscire dalla fossa dei leoni e a cominciare a ricostruire.