Parisi e Veltroni lanciano il referendum pro-Mattarellum

05 Luglio 2011

Via alla guerra dei referendum sulla legge elettorale. Per abbattere il Porcellum – dopo i quesiti di Passigli e della società civile (su cui è già cominciata la raccolta di firme) – sarà depositato in Cassazione il referendum che punta a resuscitare il Mattarellum. Pier Lugi Castagnetti, Arturo Parisi, Walter Veltroni – i leader democratici che ne sono promotori – hanno tratto il dado. Domani il testo referendario sarà pronto, ma in Cassazione per la prima valutazione sarà portato lunedì prossimo. Le ultime remore sono tutte politiche. Bersani è disposto a impegnarsi sul contro-referendum, offrendo la mobilitazione delle feste di partito per raccogliere le firme?
Di certo il Pd è spaccato. Stefano Ceccanti, senatore e costituzionalista, è esplicito: «Il referendum-Passigli è sbagliato, vuole abbattere il sistema maggioritario, e vuole favorire il progetto di Casini». E di D´Alema – insinuano gli altri veltroniani – di spaccare cioè il bipolarismo che c´è stato fin qua. Giorgio Tonini, un altro dei promotori, braccio destro di Veltroni, sabato e domenica scorsi era al seminario che Rosy Bindi, presidente dei Democratici, organizza annualmente nel monastero di Bose. Si è parlato di riforma elettorale. «Bindi ha dato il suo “endorsement” alla nostra iniziativa, d´altra parte è sempre stata una bipolarista convinta», annuncia Tonini.
Un appoggio giudicato importante. I quesiti del contro-referendum saranno due: il primo abroga del tutto il Porcellum, l´altro interviene in modo chirurgico. A studiarli è stato Andrea Morrone, professore di diritto costituzionale all´università di Bologna e allievo di Augusto Barbera. Le polemiche sono sul punto di esplodere nel centrosinistra. Stefano Passigli si sfoga: «Non ha senso un altro referendum con l´obiettivo solo di interdire il nostro, che nasce come iniziativa della società civile». Il problema però è l´esito dei quesiti-Passigli – attaccano dal fronte del contro-referendum. Arturo Parisi, il “padre” dell´Ulivo, per il maggioritario “senza se e senza ma”, spiega in un´intervista sul sito di “Libertà e Giustizia”, che «al referendum Passigli siamo contrarissimi, abrogare il Porcellum è sacrosanto ma Passigli punta a tornare al proporzionale, affidando di nuovo ai capi partito il potere di fare e disfare i governi in Parlamento». Sempre sul sito di “LeG”, di opposta opinione è Valerio Onida, presidente emerito della Consulta: «I quesiti- Passigli meritano appoggio. C´è l´altra iniziativa per ripristinare il Mattarellum, andrebbe bene anche quello ma credo sia molto più a rischio di inammissibilità che non quella di Passigli». Insomma, qualsiasi cosa pur di evitare di andare alle urne privati dalla scelta di scegliere veramente i parlamentari. E Beppe Fioroni, leader dei Popolari, sta preparando una proposta di legge e un emendamento alle regole interne del Pd. «Il rischio – dice – è puntare a cambiare tutto per non cambiare nulla».

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