Egregio Presidente del Consiglio,
fa veramente uno strano effetto sentire il maggior rappresentante istituzionale del nostro datore di lavoro, che è lo Stato, parlare male dei propri sottoposti. Un po’ come un capocantiere edile che confida al cliente che i suoi muratori non sanno tirare su i muri, o un panettiere che insulta i panini appena sfornati.
C’è qualcosa di strano in tutto ciò, una specie di rovesciamento dell’ordine delle cose. All’inizio si ascolta esterrefatti, poi qualcuno è preso dall’indignazione, altri si deprimono, altri ancora fanno finta di non aver sentito e sviluppano una certa insensibilità esistenziale.
Ma, peggio ancora, i genitori i cui pargoli hanno preso un brutto voto si sentono in diritto di criticare, i giovani studenti non ti prendono più sul serio, sui giornali e in televisione ci fanno continuamente la predica.
Egregio Presidente del Consiglio,
la costruzione di un nuovo cittadino è un procedimento delicato. Attraverso il rispetto per l’insegnante il futuro cittadino costruisce il rispetto per l’Istituzione e la convinzione che la società sia anche cosa sua. E come tutte le cose che sente sue, automaticamente cercherà di custodirla e preservarla nel migliore dei modi.
Attentare a questa difficile e importante costruzione, porta nel tempo ad allevarsi le serpi in seno.
Egregio Presidente del Consiglio,
nella nostra scuola ci sono insegnanti che votano a destra, al centro, a sinistra e, ohibò, che non votano per nulla. Sospettiamo sia così in ogni posto di lavoro. Quando ci riuniamo per prendere le decisioni importanti, ognuno dice la sua e poi si vota. Si chiama DEMOCRAZIA.
* Insegnante, socia LeG Trieste
Mi preoccupano tutti coloro, e spero siano la minoranza della minoranza, che possono credere alle bugie e alle diffamazioni del Presidente del Consiglio in merito alle sue dichiarazioni violente, prive di fondamento, sugli insegnanti. VOTIAMO VOTIAMO VOTIAMO alle amministrative e soprattutto al referendum!!!
Facciamo sentire il nostro profondo dissenso!!!!
Concordo e sono preoccupato perché il panettiere che disprezza il pane che produce o è un pazzo o sta tramando cose terrificanti.
E’ sempre più urgente una sana e forte opera di costruzione per una nuova democrazia
ricordate lo slogan di una vecchissima trasmissione radiofonica domenicale di Franco Nebbia? “Avanti col gambero!”