Tutta Libertà e Giustizia ha partecipato alla manifestazione del 12 marzo nelle piazze italiane, A difesa della Costituzione. A Roma, la piazza principale è stata affollatissima; il corteo colorato e allo stesso tempo molto consapevole della Storia italiana, fiero di difenderla. In tutte le cento piazze i circoli hanno organizzato presidi e manifestazioni. Ecco le testimonianze e le fotografie.
QUI MILANO (Armando Tempesta) (FOTO)
Affollata manifestazione a Milano il 12 marzo in Piazza Cairoli in difesa della costituzione, della scuola pubblica e per il lavoro.
Il Circolo di Milano, tra i promotori della manifestazione, era presente in piazza con il tricolore e con la costituzione in mano.
Sul palco due giovani e promettenti allievi della scuola di arte drammatica Paolo Grassi di Milano, Emilia Scarpati e Graziano Sirressi, sotto la guida della loro insegnante e socia di LeG Serenella Hugony, hanno letto alcuni passi di due famosi discorsi di Piero Calamandrei: il discorso sulla Costituzione pronunciato nel salone degli affreschi della Società Umanitaria nel 1955 e rivolto agli studenti medi ed universitari e il discorso sulla scuola pubblica e privata pronunciato a Roma nel 1950.
L’attualità dei due discorsi ha sorpreso il pubblico che ha lungamente applaudito i passi più significativi.
Sul palco anche numerosi esponenti del mondo del lavoro, della scuola, delle professioni, della cultura, dell’informazione, degli immigrati, dei comitati e personaggi noti per il loro impegno civile e sociale: Salvatore Borsellino, Nando dalla Chiesa, Dario Fo, Moni Ovadia e molti altri.
Una bella giornata in difesa della legalità, della democrazia e dell’unità nazionale.
QUI BRESCIA (LE FOTO)
Il discorso pronunciato dal palco da Gisella Bottoli
Perché oggi siamo qui come tanti in altre piazze d’Italia?
Siamo qui perché sappiamo che la nostra democrazia sta rischiando di diventare una parola vuota, un’illusione;
perché oggi più che mai sotto, una forma apparentemente democratica del potere, si nascondono oligarchie, corpi separati che gestiscono la res publica come cosa privata
oligarchie finalizzate all´accaparramento di ricchezza, che proprio per questo tendono all´illegalità e alla corruzione
oligarchie che hanno bisogno di privilegi, di leggi che valgono solo per loro, diverse da quelle che valgono per tutti gli altri. Troppo spesso assistiamo addirittura a leggi ad personam, costruite solo per chi ben sappiamo.
Sappiamo che chi detiene il potere, se non incontra limiti, è portato ad abusarne. Ne abbiamo avuto un esempio tra le due grandi guerre. Stiamo avendone un altro esempio concreto da quasi 20 anni.
E allora siamo qui a ricordare che la costituzione afferma l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, e non che i potenti hanno diritto di cucirsi le leggi su misura e di voler essere giudicati da una giustizia dei pari, un foro speciale composto da giudici amici.
Siamo qui per ricordare che chi ci rappresenta, in questo momento
grazie ad una legge che è una porcata (definita così proprio dal suo autore), dovrebbe farlo con onore e disciplina, come sta scritto nella nostra Costituzione, e non mosso da meschini interessi personali per i quali si sacrifica la dignità al carro del potente che distribuisce vantaggi e protezione, con parte del parlamento ridotto a un mercato delle vacche, di cui sensali trattano il prezzo.
Siamo qui a ricordare che la nostra è una repubblica fondata sul lavoro, che il lavoro è un diritto, non un privilegio, non elargizione di posti in cambio di fedeltà, in cambio di sottomissione e servizi. Siamo cittadini, non clienti e non ne possiamo più di vederci scavalcati, nella politica, negli affari, nelle professioni, nelle università, a ogni livello, dal dirigente all’usciere, non da chi merita di più ma da chi gode di maggiori appoggi e tutele. Chiediamo diritti e non favori, legalità e non connivenza, sicurezza e non protezione. Non accettiamo di doverci legare a qualcuno, chiunque sia, per ottenere quello che è dovuto. Questo purtroppo già succede nelle zone controllate dalle mafie: non vogliamo che l’Italia diventi tutta una mafia istituzionalizzata.
Siamo qui per ricordare che la scuola pubblica è palestra di democrazia, l’unico momento e l’unico vero luogo di incontro tra opinioni, culture, sensibilità diverse, in cui si impara a ragionare, si impara che la convivenza è fatta di rispetto reciproco, di ascolto,
di condivisione di valori, luogo in cui si formano i futuri cittadini.
Siamo qui per ricordare che l’Italia è una e indivisibile, che al suo progresso economico/sociale contribuiscono oggi non braccia ma persone provenienti da altri paesi e che è urgente rivedere la legge sulla cittadinanza per concederla ai bambini figli di stranieri nati in Italia, tra cui le diverse centinaia di bambini rom i cui genitori sono fuggiti dalla guerra, dalla Bosnia, dal Kossovo negli anni 90 e che tuttora sono apolidi, privi di qualunque cittadinanza come se fossero inesistenti, fantasmi e basta.
Siamo qui per ricordare che l’art. 11 della Costituzione ripudia la guerra. Non possiamo accettare che sia previsto l’acquisto di 131 aerei da guerra F35 con una spesa di 15 miliardi di €, un costo, per fare degli esempi, pari a quella di 3000 asili nido, dell’ installazione di 10 milioni di pannelli solari, della messa in sicurezza di 1000 scuole con relativi posti di lavoro.
Siamo qui anche per dire a chi nei partiti di opposizione regolarmente accetta di discutere di modifiche della costituzione che o non ha capito niente (versione benigna) oppure che è complice perché con questo presidente del consiglio non c’è niente da ridiscutere sulla costituzione.
Ma siamo qui anche perché preoccupati per un fastidio diffuso che avvertiamo troppo spesso in parte della popolazione: si sentono spesso frasi tipo «lasciatemi in pace», “tanto sono tutti uguali”, segno che la democrazia ha perso di valore presso questi cittadini, che la considerano semplicemente una vuota rappresentazione. C’è il rischio che aumentino astensione o adesione passiva a ciò che viene proposto come verità anche quando la menzogna è evidente: in entrambi i casi, un distacco, il prevalere del richiamo del gregge e della tendenza gregaria sulla libertà morale. Ma il gregge è una possibilità, non un destino passivo e basta.
Noi sappiamo che la democrazia non è un ideale impossibile. E qui lo vogliamo proclamare.
Per noi la democrazia è invece la possibilità istituzionalizzata di combattere e distruggere sempre e ogni volta che accade le oligarchie ch´essa stessa nutre dentro di sé. Perché la democrazia vuole potenti gli inermi e inermi i potenti; vuole forti i giusti e giusti i forti.
Questo è ciò che sta scritto a chiare lettere e per esteso nella Costituzione: quella Costituzione in nome della quale oggi siamo qui.
QUI TORINO (Loredana Biffo)
Migliaia di torinesi sono scesi in piazza per difendere la costituzione, in una gelida giornata di pioggia. Radunati sotto il Palazzo regionale in Piazza Castello e davanti al monumento di Giuseppe Garibaldi, migliaia di cittadini hanno distribuito la costituzione, che è stata letta al microfono. Proprio sotto quel balcone regionale, dove un anno fa, tristemente la sinistra ha perso il governo della Regione, per un pugno di voti e una vicenda di presunte “schede false”, in merito alla quale c’è ancora un ricorso da parte radicale,che attende ulteriori sviluppi. Sotto il balcone di un governo che ha come peculiarità la contestazione dell’ Unità nazionale, oltre che la matrice chiaramente xenofoba.L’apertura della manifestazione è stata fatta dall’ orchestra del teatro Regio e dal suo coro, a difesa della cultura devastata dai tagli regionali e Tremontiani.
Si esegue il Nabucco e l’Inno di Mameli, con relativo sventolio di bandiere e coccarde tricolore, di cui Torino è piena.
Certo, è una strana sensazione vedere questa piazza solitamente gremita di bandiere rosse, oggi sostituite dal colore nazionale, che era prerogativa della destra, dai moderati a quella di derivazione fascista.
I manifestanti sono di tutte le età, ma tutti ugualmente contrariati dal clima anticostituzionale, dai tagli alla scuola e alla cultura, l’Avvocato Gianpaolo Zancan (penalista e già parlamentare Ds) dichiara al microfono: “si sono sentite in queste ore, dichiarazioni incredibili – abbiamo ascoltato il Presidente del Consiglio vantare il suo decreto, aggiungendo che se fosse stato approvato all’inizio degli anni novanta, non ci sarebbe stata Tangentopoli. Io dico che è un bene che tangentopoli ci sia stata, come dimostra l’altissima percentuale di processi istruiti in quel periodo e conclusi con condanne”.
Queste parole hanno infiammato la folla riunita sotto gli ombrelli, perchè dette da un avvocato che è stato protagonista della stagione di tangentopoli a Torino.
Erano presenti anche esponenti del mondo sindacale e politico, tra cui Vanna Lorenzoni; l’ex sindaco Diego Novelli, Antonio Ferrentino, Monica Cerutti, Eleonora Artesio. Per la società civile, lo storico Amgelo D’Orsi, l’avvocato Federico Grosso, il sovrintendente del Regio Walter Vergnano, e il direttore generale dell’Ospedale Molinette, Giuseppe Galanzino. Tutti erano ugualmente indignati per le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio, il quale ha cavalcato la stagione di mani pulite, che ha decretato la sua fortuna politica, tanto che, ricordiamolo, giunse ad offrire ad Antonio Di Pietro, il simboli di quell’ inchiesta, il Ministero della Giustizia. Ed ora ha la spudoratezza di presentare Mani Pulite, l’azione della magistratura, che ha semplicemente scoperchiato la fogna della corruzione e delle tangenti incassate dai vari “Craxi end company”, come un “sopruso” ai danni della politica.
Anche il liceo classico Massimo D’Azeglio si è mobilitato per la difesa dei valori costituzionali, il Preside Salvatore Iuvara ha citato un breve discorso di Calamandrei fatto nel 1950, pubblicandolo anche sul sito internet del liceo. Questo ovviamente non è piaciuto al consigliere regionale del Pdl Gianluca Vignale, che ha accusato il dirigente di fare propaganda anti Gelmini. Il Preside Iuvara, ha invitato studenti, professori e tutti i partecipanti a rileggere le parole di Calamadrei, ricordando le frasi in cui il politico fiorentino spiega che per instaurare una dittatura occorre controllare le scuole, e che per farlo occorre impoverire quelle pubbliche, drenando soldi alle private, in dispregio di quanto prevede la Costituzione.
Al pidiellino Vignale il rospo non è andato giù, dice che si tenta di strumentalizzare la politica che, udite udite, “nulla ha a che vedere con i compiti di un istituto superiore”. Vignale sostiene che “è inaccettabile che un giorno di festa e di alto senso civico (sic!) venga strumentalizzato per propaganda politica.
Il Preside Iuvara risponde che: “il messaggio è stato fatto proprio da tutto il collegio docenti e noi come scuola abbiamo il diritto di esprimere il nostro parere e difendere la costituzione, che fa precisa distinzione tra istruzione pubblica e privata per quanto riguarda lo stanziamento di soldi pubblici”. Insomma, una manifestazione che ha come connotazione la difesa della costituzione e di tutti quei diritti che questo governo sta smantellando. Il prossimo appuntamento è legato alle celebrazioni per l’ Unità d’ Italia che culmineranno il 17 marzo. Ci sarà anche un flash mob in Piazza Vittorio, dove tutti i cittadini sono invitati a portare un segno di lutto per la morte della democrazia, della libertà di informazione, della giustizia, per i morti sul lavoro. L’appuntamento è alle 14,30.
QUI SENIGALLIA (LE FOTO) (Stefano Canti)
Non è una Costituzione a sua disposizione! È stato chiaro il messaggio di sabato 12 marzo da piazza Roma (Senigallia) e da tutte le oltre 100 piazze italiane e estere a difesa della Costituzione e della scuola pubblica, insieme alla piazza principale di Roma che ha visto presenti un milione di persone. Si è sentito il respiro della Costituzione che siamo noi, una bella ventata di aria fresca.
QUI ROMA (Massimo Marnetto) (LE FOTO)
Il Tricolore – da vessillo della violenza di destra – ritorna simbolo della nostra Unità.
L’Inno nazionale – grazie anche a Benigni e al suo poetico ricordo di patrioti imprudenti e visionari – è tornato un brivido di libertà.
Il Nabucco – da grido del risentimento leghista – ritorna canto del Risorgimento italiano.
La Costituzione – da testo giuridico dato per scontato – a bene supremo minacciato.
Alzata dalle nostre braccia, declamata nelle nostre piazze, come segno di resistenza e attaccamento alla nostra Repubblica.
Ci siamo finalmente ripresi quello che è nostro.
Il Circolo “Libertà e Giustizia” di Bari ha scelto lo scorso 12 marzo come data per la prima attività pubblica, in concomitanza con la manifestazione nazionale a difesa della Costituzione e della scuola pubblica, che ha avuto come principale promotore il movimento del “Popolo Viola”.
La manifestazione, svoltasi nel centro della città, ha richiamato numerosi cittadini di ogni orientamento, tutti uniti dalla finalità di difendere la Costituzione e la scuola pubblica, oltre ad esponenti politici di primo piano, come il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola, convinto sostenitore della legalità e della trasparenza dell’azione politica, valori fondanti della nostra associazione.
Il momento più emozionante della giornata è stata la lettura dei principi fondamentali della Carta Costituzionale da parte dei bambini, che, con la loro innocenza, hanno restituito alle parole scritte dai nostri padri fondatori, l’autentica freschezza e purezza di sentimenti; ognuno ha poi potuto scegliere un articolo da leggere in base alla propria sensibilità: i preferiti sono stati l’articolo 21 sulla libertà di manifestazione del pensiero e l’articolo 33 sulla libertà dell’arte e della scienza.
La manifestazione si è conclusa verso le 20 con grande soddisfazione di tutti noi.