Riforma è una parola abusata e, nel caso delle innovazioni legislative che il governo intende introdurre in tema di giustizia, consapevolmente falsificata. La parola “riforma” convoglia un significato positivo, di tensione verso un assetto preferibile e migliore rispetto all’attuale. Ma, a giudicare dai titoli dei capitoli che dovrebbero comporre la “riforma” governativa – divisione e depotenziamento del CSM, separazione totale delle carriere, sottrazione della polizia giudiziaria al controllo dei PM, limitazione delle intercettazioni, abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, cd. processo breve – non si tratta affatto di un progetto mirato ad affrontare utilmente i reali problemi della giustizia, bensì di un coacervo di disposizioni accomunate solo dall’intento di indebolire la giustizia penale e disarticolare quella civile. Intento che evidentemente non appartiene alla collettività dei cittadini italiani, bensì al singolo cittadino imputato che presiede, ancora oggi, il governo.
La madre di tutte le leggi ad personam dunque: non solo perché è del tutto verosimile, sulla base delle numerose esperienze passate, che essa conterrà norme destinate ad essere immediatamente usate nei processi in corso contro Berlusconi, ma altresì perché la sua genesi risponde alla volontà e all’interesse di un uomo solo, deciso ad attaccare l’attuale assetto del sistema della giustizia per ritorsione a fronte della pendenza dei giudizi penali per reati comuni che tuttora lo vedono imputato.
Del resto, che credibilità può mai avere una “riforma” della giustizia affrettatamente abborracciata da un imputato e dai suoi avvocati, annunciata ancor prima di essere scritta? Il permanere in carica di Berlusconi, imputato di reati comuni in ben quattro processi, crea un insostenibile conflitto istituzionale, che solo con le dimissioni potrebbe essere risolto, separando la guida del governo e del potere legislativo, da un lato, e la condizione di imputato, dall’altro. Al contrario Berlusconi intende usare il suo potere e la maggioranza parlamentare come armi da agitare contro il sistema della giustizia, reo di aver osato perseguire il detentore pro-tempore del potere esecutivo.
E infatti: la divisione e il depotenziamento del CSM costituiscono forse una priorità per i cittadini italiani? O non preferirebbero, questi ultimi, un rafforzamento degli strumenti normativi e organizzativi necessari a combattere la criminalità organizzata e quindi aumentare la loro sicurezza? La limitazione delle intercettazioni o il grottesco sistema di intrusione nella giurisdizione civile di battaglioni di soggetti privati, in sostituzione dei giudici, sono indici della volontà di migliorare la tutela dei diritti e rendere più efficiente la giustizia? O non piuttosto della volontà di limitare gli strumenti di indagine e scompaginare il processo civile, in omaggio a ben precisi interessi di una singola parte?
La “riforma” di Berlusconi contro la giustizia è un esempio lampante dell’inconciliabile contrasto tra i suoi interessi e obiettivi personali e gli interessi e obiettivi della collettività dei cittadini italiani; tra il suo obiettivo di sottrarsi ai suoi accusatori e l’obiettivo del paese di disporre di un sistema della giustizia più efficiente, uniforme, coerente ed efficace nel combattere la criminalità, nel tutelare i diritti, nel proteggere i cittadini dagli abusi dei potenti.
Se è così, spetta ai cittadini smascherare la falsa “riforma” di Berlusconi e affermare il loro diritto ad una giustizia degna di un paese civile.
E noi la smaschereremo, tutti insieme, a partire dal 12. E trasformeremo il referendum di giugno in un’occasione per dire no a tutto il progetto eversivo. Ci stringeremo intorno ai magistrati. E studieremo tutte le iniziative possibili per bloccarlo e per far sì che questa riforma eversiva si trasformi in un boomerang per Berlusconi. E il nostro bersaglio dev’essere anche, sempre più, la Lega, vergognosamente pronta ad assecondarlo in ogni occasione. Altro che i suoi motti su Roma ladrona, ecco il motto giusto: la Lega vende anche la mamma per la cadrega.
Tranquilli .. la riforma e’ costituzionale … sara’ sufficiente l’opposizione seria di Pd e Idv per non farla approvare con maggioranza qualificata e quindi arrivare al referendum dove gliela rispediremo dove si merita …
La riforma ” c onterrà …” : non si potrebbe attendere e poi scrivere e parlarne ( male , of course ! ).
Secondo me è sbagliato perchè , diciamolo piano piano, quel qualcosa che è passato non scontenta proprio tutti ( anche a sinistra ).
Se ricordo la bozza Boato ( D’Alema ) quella si era una dolorosa
( ma giusta , dico io ) batosta per i giudici.
Allora ci si matta a ragionare perchè i torti e gli errori non sono proprio da una parte sola . Grazie RF
l’italia è un bel paese, dove il governo presieduto da un presidente che è imputato in 4 processi pensa in contemporanea di riformare la giustizia.
chissà quante elargizioni dovrà pagare alla lega?
Noi paghiamo ghedini e gli altri avvocati di berlusconi come parlamentari e avvocati di berlusconi che gli fanno le leggi per sottrarlo alla galera.In quale Paese i cittadini pagano gli avvocati che fanno le leggi per il loro cliente imputato? Che cuore e dignità hanno i libici
come mai nessuno dice che questa non sarebbe ad personam ma sarebbe,e uso il condizionale perchè spero che qualcuno la fermi,una riforma ad mafiam. Berlusconi, come disse anche Napolitano ha già tutti gli strumenti per uscire indenne da tutte le sue pendenze giudiziarie; a chi servirebbe veramente una riforma come quella che si annuncia? Sono molto preoccupato e tutti dovremmo esserlo, c’è il rischio che l’Italia si trasformi in una immensa terra di nessuno dove le persone miti e oneste non avrebbero scampo,così come tutti coloro che non fossero delinquenti di professione.
Mi scuso in anticipo per le parole che userò.
Questa riforma mi atterrisce. Ma non per i singoli contenuti, di cui non sono in grado di comprendere i profondi significati e le conseguenze, ma perchè viene da una persona indegna e corrotta, anzi, da una classe politica (di cui lui è il padrino) indegna e corrotta. Si può “discutere” di un tema come la Giustizia (cardine del concetto di uguaglianza) con costoro? Lo chiedo ai frequentatori di queste pagine: si può?
Io sono molto smarrita e preoccupata e non vedo nessuna luce. E non credo nemmeno alla nostra capacità di resistenza e partecipazione (la Libia insegna).
Saluti.
Silvana
Silvana chiede una risposta e, nel mio piccolo, provo a darla. Sono d’accordo con lei: non si può e non si deve discutere con queste persone indegne e corrotte. Sento anch’io l’angoscia quotiana di vivere in un Paese in cui Berlusconi ha inquinato anche l’aria che respiriamo. La tentazione di dire “non vedo nessuna luce” la provo quotidianamente anch’io. Ma non dobbiamo e non possiamo arrenderci. TUTTI INSIEME CE LA POSSIAMO FARE. Per avere qualche ragione di conforto, pensiamo che dopo le elezioni del 2008, e ancora dopo quelle del 2010, il governo sembrava una fortezza inespugnabile. E poi è stato a un passo dal cadere. Facciamo in modo che questo passo la prossima volta si possa compiere.
Non è possibile, stento a credere che nel mio Paese,in occidente, avvenga tutto ciò : il pluri-imputato che si confeziona la sua riforma della giustizia dopo le leggi a suo uso e consumo sempre in materia di giustizia. E’ possibile, è possibile: i dittatori fanno questo ed altro. Mi ero illuso,pensavo che rientrassero in cose d’altri tempi. Ho preso una cantonata: la madre dei dittatori è sempre incinta. Non resta che far sentire la nostra voce, espressione della nostra coscienza libera e in quanto libera,forte.
Antonio ha scritto “E il nostro bersaglio dev’essere anche, sempre più, la Lega, vergognosamente pronta ad assecondarlo in ogni occasione. Altro che i suoi motti su Roma ladrona, ecco il motto giusto: la Lega vende anche la mamma per la cadrega”
Verissimo, come è vero anche l’inverso: per gli affari
suoi B. vende l’Italia alla Lega.
(a un partito che viola apertamente il principio costituzionale secondo cui ogni parlamentare rappresenta l’INTERA NAZIONE (art. 67)
già, ma cos’è la Costituzione per B & B?
Questa proposta di riforma è pensata prima di tutto contro i cittadini e contro i più deboli più che contro la stessa magistratura. Questa in generale, ha impiegato oltre 40 anni per acquisire la consapevolezza del proprio compito costituzionale di esercizio del potere di garanzia e di equilibrio man mano che nuove generazioni di magistrati sostituivano quelli entrati in carriera sotto il Fascismo. Con il programmato asservimento al potere politico, rapidamente il comportamento dei giudici scivolerebbe verso l’acquiescenza al potere politico e il quieto vivere che assicura la progressione nella carriera senza scosse, mette al riparo dalla minaccia del più forte a cui si fosse dato torto nel giudizio, dalla persecuzione mediatica e dall’insulto continuo da parte del potere politico trovato con le mani nel sacco, dal rischio di compromettere la tranquillità dei propri cari e finanche la vita perseguendo il voto di scambio tra mafie e politica. Sarebbe sufficiente limitarsi a perseguire quei reati che il Parlamento accetta siano perseguiti e solo quelli e tra questi, quelli che la polizia avesse già istruito a uso e consumo del ministro della Giustizia. Nessuno dei mali attuali nel funzionamento della giustizia, che tanto danneggiano i cittadini e lo sviluppo economico, nelle cause del lavoro, in quelle civili e nei processi penali, verrebbe minimamente intaccato mentre diventerebbe irrimediabilmente inattaccabile il ricatto del più forte. Al solito, sempre più Orwell di 1984. Credo perciò che soprattutto ai cittadini italiani vada indirizzato l’invito alla riflessione sulla perversità di questa “contro-riforma” perché la rigettino prima che per anni si facciano scorrere fiumi d’inchiostro sull’argomento e le opposizioni si dividano “sul questo mi piace quest’altro no”. Riflettiamo insieme sull’argomento con qualche magistrato (come già si è cominciato a fare in seno a L&G)
Con tutte le azioni di disturbo dello “scemo”, oggi abbiamo visto che la nostra Costituzione è sana e robusta.
La riforma della giustizia non é un problema così impellente per noi comuni cittadini, da dover giustificare il confezionamento di una legge in maniera affrettata e non conforme alle aspettative nostre. I problemi della giustizia non sono certo legati alla separazione delle carriere o alla sottrazione del controllo da parte dei PM della Polizia Giudiziaria, così come non é un problema l’uso delle intercettazioni telefoniche (visto i risultati ottenuti dal loro utilizzo, quanto un utilizzo distorto di queste e la fuga di notizie da parte della stampa; diventa invece un grosso problema il fatto che non ci sia più l’obbligatorietà dell’azione penale e il fatto che non si proceda in modo reale nell’accellerare l’iter dei processi per rendere la giustizia meno lenta, ma soprattutto giusta e imparziale. I problemi reali che interessano i cittadini in questo momento sono molto diversi dai problemi di chi ci governa e sono destinati a restare irrisolti.